SBK 2018. La parola ai protagonisti di Gara-2

SBK 2018. La parola ai protagonisti di Gara-2
Ecco le dichiarazioni dei piloti che sono stati protagonisti in gara2 a Magny Cours
30 settembre 2018

Rea è quasi stupito dalla velocità della sua Ninja, mentre Davies ha sofferto nelle staccate e nelle curve a destra a causa della clavicola fratturata. A VdMark manca ancora qualcosa per poter stare con Rea e Davies e spera di trovarlo il prossimo anno, magari con l’aiuto di Melandri.

Jonathan Rea

«E' stato un fine settimana fantastico. Senza la pressione di dover vincere il campionato sono stato in grado di guidare in modo più aggressivo. Nei primi giri sono riuscito a portarmi subito nelle posizioni di testa. In seguito è stato piuttosto difficile superare Van der Mark, che ha continuato a contrattaccare, ma una volta che ho avuto pista libera, sono riuscito a raggiungere Davies ed è stato difficile anche con lui. La mia squadra mi ha dato una moto perfetta oggi, anche per quanto riguarda il cambio. Soprattutto sul rettilineo, potevo raggiungere Chaz per prendergli la scia e provare a superarlo. Ho provato a passarlo due volte, ma sono andato a lungo. A quel punto ho cambiato strategia ed ho provato su curve diverse. La mia era davvero veloce oggi e l’ho potuto superare alla curva otto. Nei giri successivi ho potuto tenere il mio ritmo sino al traguardo. E’ stata davvero una bella sensazione».

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Chaz Davies

«E’ fantastico salire nuovamente sul podio dopo un paio di mesi difficili. La pausa estiva è stata complicata dal duplice infortunio alla clavicola, ma adesso siamo di nuovo della partita. Magny Cours non è sicuramente una pista facile da affrontare con il mio tipo di infortunio, perché ci sono un paio di staccate durissime con successive curve a destra. Il nostro piano era di partire bene e di martellare il più a lungo possibile. Volevamo rendere la vita un po' più difficile a Rea, guidando con la massima precisione per far sì che, qualora provasse un sorpasso, fosse al limite tanto quanto noi. Ha commesso un paio di errori e sono riuscito ad incrociarlo, ma poi mi ha passato ed a noi è mancata un po' di efficacia in curva. Non siamo lontani comunque e quindi dobbiamo essere contenti. Non vedo l'ora di correre in Argentina».

Michael Van der Mark

Com’è andata oggi?

«Oggi abbiamo fatto un netto miglioramento rispetto a ieri, quando ho sofferto molto per l’assetto della mia moto. Prima della gara abbiamo cambiato molto e oggi la mia R1 era completamente diversa rispetto a quella di ieri. E’ stato un grosso rischio, perché non sapevamo come sarebbe andata in gara, ma abbiamo fatto un netto passo in avanti, che mi ha permesso di salire sul podio. Partire dalla seconda fila mi ha certamente reso il compito meno difficile, ma ormai siamo in grado di competere con tutti i piloti più veloci».

 

Ormai puoi competere per il podio quasi in ogni gara

«La mia stagione è cambiata molto dopo la doppia vittoria di Donington. In quelle gare è scattato qualcosa in me che mi ha reso consapevole di poter essere competitivo in tutte le piste. Certo un conto è essere competitivi ed un altro è lottare per la vittoria. Per essere vincenti abbiamo bisogno di una altro passo in avanti, che spero di fare il prossimo anno».

 

Cosa è mancato alla tua moto per consentirti di stare sino alla fine con Rea e Davies?

«Rispetto a Davies e Rea ci manca ancora qualcosa. Faccio tanta fatica nei cambi di direzione e qui a Magny Cours ce ne sono molti. In alcuni circuiti come Portimao la cosa non ci penalizza molto, ma su altre piste perdiamo molto tempo. Siamo migliorati molto nella parte elettronica, ma la moto è sempre la stessa. Se guardiamo ad esempio alla Kawasaki, la loro moto è cambiata molto in queste ultime due stagioni, mentre la nostra è sempre uguale e quindi è più difficile renderla maggiormente competitiva».

 

Qualcuno sostiene che il prossimo anno Melandri potrebbe essere un pilota Yamaha. Pensi che questo potrebbe aiutarvi nello sviluppo della R1?

«Non lo so, perché dipende molto da quale moto si vorrà preparare Melandri. Può darsi che lui segua la nostra stessa strada, ma può anche darsi che prenda direzioni diverse. Ogni pilota deve adattare la moto al proprio stile di guida e quindi non è detto che se Melandri sarà competitivo noi ne potremo trarre dei benefici. Staremo a vedere. Certamente Marco è un pilota esperto e quindi spero che lavori nella nostra stessa direzione».

Tom Sykes

«Nel complesso non è andata male e siamo stati competitivi e nelle prime posizioni. E’ stata la stessa storia che abbiamo vissuto negli eventi precedenti. All’inizio la gomma non ci ha permesso di spingere forte. Pirelli ha due soluzioni per gli pneumatici posteriori e le abbiamo provate entrambe in gara, trovando finalmente un buon set up. In gara 2 mi sentivo abbastanza a mio agio sulla moto, ma facevo fatica a curvare. Mi sono sentito meglio rispetto a ieri ma ho perso un po 'di aderenza. Siamo partiti dalla terza fila ed abbiamo dovuto uscire dal traffico dei primi giri. Questa gara è stata molto più combattuta rispetto a ieri e si sono infilati due piloti tra me e Jonathan. È stato bello raggiungere due dei piloti che mi precedevano ed effettuare alcuni sorpassi nel finale».

Marco Melandri

«Sono un po’ amareggiato perché purtroppo, nel tentativo di migliorare in fase di frenata rispetto a gara 1, abbiamo fatto un passo indietro dal punto di vista della guidabilità. Ero in difficoltà nei cambi di direzione e per compensare ho forzato parecchio con l’anteriore. Dopo metà gara il grip è calato molto, e non è stato possibile fare di più. Peccato perché il podio sarebbe stato alla nostra portata, ma guardiamo avanti e proveremo a rifarci in Argentina».

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