SBK 2018. Le pagelle del GP d’Argentina

SBK 2018. Le pagelle del GP d’Argentina
Rea è il solito Cannibale e merita 10, ma quello argentino è stato anche il round di Razgatlıoğlu, Forés e Melandri. Insufficienti Camier e i due piloti ufficiali Yamaha
15 ottobre 2018

E’ stata la prima volta della Superbike, non solo in Argentina, ma in Sud America, e il nuovissimo autodromo di San Juan El Villucim ha superato la prova: questo nonostante i lavori ultimati il giovedì sera, la polvere che ogni tanto il vento portava in pista, e la pioggia che sabato notte ha semi allagato i box. Ma alla fine tutto ha funzionato e le prove e le gare si sono svolte regolarmente, anche se abbiamo la sensazione di trovarci di fronte all’ennesima Cattedrale nel deserto (nel vero senso della parola).


Nemmeno con il titolo in tasca Rea e la Kawasaki si ritengono soddisfatti. Contro il Cannibale non c’è nulla da fare, nemmeno su una pista nuova, che non offre riferimenti a nessuno. Ma è proprio quando si parte tutti dallo stesso piano che emergono le doti dei piloti, e quindi non ci dobbiamo stupire dell’ennesima doppietta di Johnny, che è arrivato a quota 16 vittorie e punta a superare il record di Doug Polen, che nel 1991 ne vinse 17.


Passando agli “umani”, è stato il round di Forés, di Melandri e del giovane Razgatlıoğlu. I primi due ancora alla ricerca di una sella per il 2019, e il terzo ormai avviato sulla strada che lo porterà ad essere uno dei protagonisti assoluti della Superbike nell’arco di poche stagioni.


Bene le Ducati, private o ufficiali che siano, male tutte le altre, a iniziare dalle due Yamaha, che su di una pista completamente nuova si sono dovute affidare più ai piloti che al team, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Male anche le Aprilia, nonostante l’impegno di Laverty, quinto il sabato. Se quello che resta della RSV4 è tutto qui, non la rimpiangeremo più di tanto.


Nel solito anonimato la BMW, mentre la Honda si deve consolare con Gagne, perché Camier è ormai dato per disperso. Il lavoro da fare sulla Fireblade è ancora tanto, ma bisogna che qualcuno ci si metta d’impegno…...


Congratulazioni ai team MV, Pedercini e TripleM, che hanno voluto dare spazio ai giovani. Certo, in due sole gare (e per di più anomale, vista la location) non ci si aspettava miracoli, ma siamo certi che i tre giovincelli andranno già meglio in Qatar, tra due settimane.


E poi è sempre meglio un acerbo Ruiu che un bollito Hernandez, o un inesperto Marino piuttosto che un bizzoso Jacobsen.

 

PAGELLE

 

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Jonathan Rea – voto 10 – Ma dove la trova tutta 'sta voglia di vincere e tutta questa aggressività in gara? Al suo posto io sarei a spendere il premio campionato alle Maldive, con tutta la famiglia. Ma se non fosse così non sarebbe Rea: il più forte pilota Superbike di ogni tempo. Non lo dico io, lo dicono i numeri e i suoi record! Scommettiamo che darà l’anima per fare doppietta anche a Losail?
Il problema è che al momento all’orizzonte non si vede nessuno come lui. O meglio, uno ci sarebbe, ma è ancora troppo giovane.

 

Toprak Razgatlıoğlu – voto 8 – Esatto! E’ proprio lui. Non smetterò mai di scommettere sul suo talento. Chi come me lo ha visto correre prima in Stock 600 (dove girava intorno a due piloti come Rinaldi e Caricasulo) e poi in Stock 1000 (fermato solo da un infortunio) sa che di piloti così non ce ne sono molti in giro. Certo, è giovane, e deve ancora fare tanta strada, ma la naturalezza con la quale corre al limite e si mette alle spalle i veterani della Superbike è un chiaro segnale di un futuro da campione. In Argentina "il turchino" ha risposto per le rime a chi pensava che il podio di Donington fosse stato solo un caso.

 

Xavi Forés – voto 8,5 – Se vi scandalizzate per il fatto che Melandri non trovi una moto per il 2019, fatelo anche per questo spagnolo tutta sostanza e poca apparenza, che il prossimo anno dovrà lasciare ad un altro il suo posto nel team Barni Racing. Un posto che ha dimostrato di meritarsi tutto, con tanto impegno e con una stagione eccellente, fatta di cinque podi e di un settimo posto in classifica che in Qatar potrebbe diventare sesto, superando Lowes. Ci auguriamo che ci riesca, perché ci sembra giusto che un pilota privato sottovalutato possa stare finalmente davanti ad uno ufficiale sopravvalutato.

 

Marco Melandri – voto 9 – Dopo la sua fantastica Superpole ci eravamo illusi che Marco potesse mettere in catene il Cannibale. Purtroppo invece Rea aveva ancora qualcosa nel taschino, ma lo ha dovuto tirare fuori tutto per vincere la resistenza dell’italiano della Ducati, che su questa pista è andato proprio forte. La sensazione è che, una volta scoperto di non avere più niente da perdere, Melandri si sia finalmente liberato da paure e tensioni, ed ora possa guidare in scioltezza, divertendosi e facendoci divertire. Sarebbe ingiusto non averlo più in Superbike.

 

Chaz Davies – voto 7 – Non è stato il solito leone, e più per suoi demeriti che per il dolore alla spalla (che però di certo non la ha aiutato). Lo sfortunato problema tecnico in Superpole lo ha condizionato in Gara-1, dove ha commesso un errore che lo ha estromesso dalla corsa. Domenica ha saputo rimontare da par suo ma ha perso il duello con Melandri, perché il suo compagno di squadra è in gran forma e lui no.

 

Tom Sykes – voto 6 – Un finale di campionato in costante calo, in una stagione da dimenticare che gli è costata il posto in Kawasaki. Non riesce più ad andare forte nemmeno in Superpole. Speriamo trovi una sistemazione in Superbike per il 2019, ma soprattutto gli stimoli per tornare a lottare e a dare il massimo. Se no per lui si prospetta una pensione dorata nel BSB.

 

Alex Lowes e Michael van der Mark voto 5 – Accomunati dallo stesso destino sul nuovo circuito argentino (fa anche rima). Senza i riferimenti e le conseguenti dritte da parte dei loro tecnici, i due (non troppo) giovani piloti della Yamaha si sono smarriti ed hanno portato a casa solo dei deludenti piazzamenti. La moto è ormai competitiva su tutte le piste. Loro no.

 

Jack Gagne – voto 6,5 – Dopo che ho sempre detto peste e corna di questo frutto dello scarso motociclismo a stelle e strisce (se davvero ci dovesse andare Melandri lo potrebbero far correre bendato), devo ammettere che a San Juan il simpatico Gagne è stato bravo, specialmente in Gara-2, dove ha portato a casa un decimo posto ed è stato il primo dei piloti Honda. Grazie Jack, ora puoi tornare a casa.

 

Leon Camier – voto 4,5 – La nuova elettronica Marelli (unita all’infortunio di Aragón) gli hanno fatto completamente perdere la strada di casa, e l’irriconoscibile Camier sembra sempre più l’ombra di se stesso. Quante gare mancano alla fine del campionato?

 

Leandro “Tati” Mercado – voto 6,5 – Tati è un ragazzo d’oro, dal cuore grande. Non è stato facile per lui tornare in Superbike con un team nuovo ed una moto che più privata non si può. Lui lavora in silenzio e con umiltà, ed il prossimo anno inizierà a raccogliere i frutti del lavoro suo e dei suoi tecnici. Ci teneva tanto a far bene davanti al suo pubblico e a tenere alta la bandiera del suo Paese, e per questo ce l’ha messa tutta.

 

Gabriele Ruiu – Florian Marino – Max Scheib – voto 7 – Un voto più che sufficiente a loro, e soprattutto a chi gli ha dato la possibilità di mettersi alla prova nel mondiale Superbike. Chi pensava che avrebbero potuto fare faville nelle gare del loro debutto non capisce molto di gare motociclistiche. I tre ragazzi hanno confermato di avere talento e cervello. La speranza è che anche qualche altro team inizi a puntare sui giovani, piuttosto che confermare piloti che non hanno più né stimoli né ambizioni.

 

 

Ultime da Superbike