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Quelle in riva all’Adriatico sono state due gare che hanno avuto lo stesso vincitore, ma che sono state completamente diverse tra loro. Nella prima Rea, partendo dalla prima fila, è balzato subito al comando e ha fatto valere lo strapotere suo e della sua Kawasaki, mentre nella seconda, con la griglia invertita, il tre volte campione del mondo ha dovuto faticare per superare i suoi avversari, tanto che come lo stesso Johnny ha affermato, ad un certo punto pensava di non farcela.
Se a salire sul podio di sabato sono state Kawasaki, Ducati a Aprilia, su quello di domenica hanno festeggiato Kawasaki, Yamaha e Ducati. Quattro marche diverse, a dimostrazione che le moto competitive sono aumentate rispetto ad un recente passato, soprattutto grazie alle new entry Yamaha ed Aprilia. Potrebbe quindi essere un campionato incerto e combattuto se non ci fosse il Cannibale. E’ lui che fa la differenza e lo ha anche ammesso sabato subito dopo la gara. “Guardate dove sono le altre Kawasaki – ha affermato ridendo sotto i baffi – Sono io che faccio la differenza”.
E visto che il tre volte campione del mondo resterà in Superbike per altri due anni come minimo, alle altre squadre non resta che correre ai ripari. La mossa della Dorna di penalizzare le Kawasaki togliendo dei giri a tutte le Ninja, ha danneggiato solo gli avversari di Rea. Lui ci ha messo due round per sistemare la sua moto secondo i nuovi regolamenti e per rimettere le cose a posto. Le altre Kawasaki annaspano ancora, specialmente le private.
Alle altre case spetta ora il compito non solo di aumentare la competitività delle proprie moto, ma anche di metterci sopra piloti in grado di contrastare il nordirlandese. E anche per questo che il mercato, del quale parleremo nei prossimi giorni, è ancora bloccato. Sino ad ora un solo pilota ha firmato il contratto per il 2019 : Rea.
Tornando a quanto accaduto a Misano, grande Italia nelle due classi della Supersport, che ha messo in luce il talento ormai affermato di Federico Caricasulo e quello emergente di Manuel Bastianelli, che ha messo in fila i suoi 39 agguerritissimi avversari, pur essendo “solo” un pilota one event. Nella Stock 1000 è invece tornata a brillare la stella di Riccardo Russo, terzo dietro al tedesco Reiterberger ed al cileno (ma dal cognome tedesco) Scheib, rigenerato dal team Motocorsa Racing.
Jonathan Rea – voto 10 – Manca la lode per… 33 millesimi, quelli che lo hanno separato da Sykes e dalla Superpole. In gara1 è senza avversari e si prende il lusso di salutare il pubblico nell’ultimo giro. Nella seconda i suoi avversari dimostrano di aver finalmente imparato a sfruttare l’assurda griglia invertita e anziché farsi superare come birilli si impegnano a rendergli la vita più dura. In effetti Johnny fa più fatica e va in testa solo a tre giri dalla fine, ma vince comunque e piazza una doppietta che lo porta a 92 punti dal secondo che è Davies. Il suo quarto titolo consecutivo è sempre più vicino.
Chaz Davies – voto 7,5 – Maluccio in Superpole, il gallese si rifà in gara1 dove sembra essere tornato il guerriero che conoscevamo. Nella seconda gara paga la griglia invertita e alcune modifiche che, anziché migliorare, peggiorano la sua Panigale. Ci è parso più grintoso e motivato del solito. Non è ancora il Chaz degli anni passati, ma ha ripreso vigore.
Marco Melandri – voto 7 – Nelle prove Melandri non brilla e sabato si scioglie come il ghiaccio sotto il sole di Misano. Domenica trova la cura giusta per la sua moto e resta attaccato a Rea e VdMark sino alla bandiera a scacchi. Se fosse sempre così brillante e grintoso sarebbe il primo avversario per Rea. Ma non lo è.
Michael van der Mark – voto 7,5 – Fatica sia in prova che in Superpole, ma in gara, pur partendo sempre indietro, si trasforma. Sabato rischia di andare sul podio, mentre domenica rischia di vincere la sua terza gara stagionale. E’ sempre più consistente e si sta affermando come uno dei più acerrimi rivali del Cannibale.
Tom Sykes – voto 7 – Meraviglioso in Superpole, dove per l’ennesima volta è il più veloce ed abbatte il record della pista, Tom è poi sconcertante in gara. Ormai il copione è sempre lo stesso: parte forte, sta con i primi ma poi, appena subisce qualche sorpasso, esce di scena e si accontenta di risultati di rincalzo. Annichilito da Rea.
Eugene Laverty – voto 8 – Riportare sul podio l’Aprilia non è da tutti, ma lui è un pilota con i fiocchi, spesso sottovalutato. Meriterebbe una moto più competitiva e speriamo che qualcuno se ne accorga.
Xavi Fores – voto 7 – Primo pilota Ducati in Superpole, Xavi lotta con coraggio in gara1 e in quella di sabato si deve fermare mentre è in testa alla gara. Sfiga ne abbiamo? Sta facendo una stagione eccezionale, così come tutto il team Barni racing.
Alex Lowes – voto 5 - Cade in Superpole e due volte in gara1: tre volte in un giorno. Decisamente troppe. Domenica non sbaglia, ma chiude solo sesto, mentre il suo compagno di squadra rischia di vincere. Sta perdendo la considerazione del suo team, che aveva riconquistato a Brno.
Michael Ruben Rinaldi – voto 6,5 – Ventesimo in prova ed in gara 1, il giovane pupillo della Ducati domenica tira fuori gli attributi. Parte in ultima fila, ma dimentica i problemi che lo hanno rallentato sino a quel momento e rimonta sino all’undicesima posizione. Ci piacciono i giovani di carattere.