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E’ bastato un solo giro a Rea per andare in testa alla gara e imporre il proprio incredibile ritmo e costruire una vittoria in Gara1 che è forse la più importante della sua carriera, perché lo ha portato alla conquista del suo quarto titolo mondiale consecutivo.
Sykes era scattato come un fulmine dalla pole position ed aveva chiuso in testa il primo giro, ma all’inizio del secondo Rea aveva preso il comando, per non cederlo a nessuno sino alla bandiera a scacchi. Il suo compagno di squadra oggi ha cercato di tenerne il passo, tanto che al settimo passaggio ha fatto segnare il giro veloce della gara, che era anche il record della pista di Magny Cours. Ma anche in questo caso la replica del Cannibale non si è fatta attendere, ed al giro successivo Johnny si è ripreso il record portandolo a 1’37”152. E’ stato l’ennesimo segnale che mai come oggi il nordirlandese voleva vittoria e titolo. Sykes porta a casa un buon secondo posto, sconfitto ma con onore, dopo una gara generosa.
L’unico che poteva rovinare la festa a Johnny era Chaz Davies, ma il gallese della Ducati è ancora dolorante alla spalla fratturata poche settimane fa e anche per questo motivo è scattato solo dalla seconda fila. Sesto al primo giro, Chaz è riuscito ad acciuffare il gruppetto degli inseguitori, ma ha poi pagato lo sforzo e non è stato in grado di superare Fores e Savadori, che lo hanno preceduto sulla linea del traguardo.
Come è spesso accaduto quest’anno, in una giornata grigia per la Ducati Xavi Fores ha tenuto alto il vessillo della casa di Borgo Panigale, salendo sul terzo gradino del podio.
Lo spagnolo del team Barni Racing era quarto al termine del primo giro, ma ha subito superato Savadori per cercare di riagguantare le due Kawasaki ufficiali. Una cosa impossibile specialmente oggi, in una gara nella quale entrambi gli alfieri della casa di Akashi avevano motivazioni particolari. Resosi conto di non poterli acciuffare, Xavi ha lottato per mantenere il terzo posto, per conquistare il suo quarto podio e per dimostrare di meritarsi più di ogni altro di restare con Barni.
Ottima anche la gara di Savadori, che dopo una bellissima Superpole, ha dato il massimo, non ha sbagliato niente ed ha ottenuto un quarto posto che moralmente vale come quel podio che Lorenzo rincorre da tempo.
Melandri ha pagato a caro prezzo la partenza dalla quarta fila. La sua è stata un’ottima rimonta, che non poteva però portarlo oltre il sesto posto. Cercherà di rifarsi domani, quando partirà dalla prima fila, grazie all’assurda regola dell’inversione della griglia. VdMark ha dato il massimo per rimediare ad una brutta Superpole che lo ha costretto a partire dalla quarta fila, proprio come Melandri. E proprio come il ravennate l’olandesino della Yamaha è risalito sin dove ha potuto, chiudendo settimo alle spalle dell’italiano.
Il turchino Razgatlioglu ha mostrato molti dei numeri del suo repertorio, fatto di talento ma anche di errori di gioventù, ai quali ha rimediato nel finale, chiudendo in testa ad un gruppetto composto da Laverty e Baz. Gara da dimenticare per Eugene, che ha preso il via dalla quinta fila ed è risalito sino alla nona posizione finale, superando proprio all’ultimo giro il padrone di casa Loris Baz, che sperava certamente in un risultato migliore del suo decimo posto finale.
Gara incolore delle due Honda, con Camier undicesimo e Gagne tredicesimo. Tra di loro si è infilato Torres con la MV. Mercado e Ramos hanno completato la zona punti.
Ultimo posto per un deludente Alex Lowes caduto come spesso gli capita, già nel corso del secondo giro. Nulla di nuovo sotto il sole per il sopravvalutato inglese della Yamaha..
Sfortunata la gara di Rinaldi, che ha rotto il motore al terzo passaggio ed è caduto per evitare di andare ad impattare contro le protezioni. Per fortuna solo qualche ammaccatura per il giovane del team Aruba.it.
Con questa salgono a quattro le rotture dei propulsori della Panigale in questo fine settimana, quando manca ancora una giornata al termine. Un bel campanello di allarme per la Ducati.