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DONINGTON - In cinque gare Alvaro Bautista ha dilapidato un vantaggio di 61 punti e rimesso in gioco un campionato che in molti ritenevano già deciso. Cosa è successo alla Panigale V4 ed al suo pilota? E le tre cadute negli ultimi tre round sono solo il frutto di errori di Bautista o c’è dell’altro?
A spiegarcelo è stato lo stesso pilota spagnolo che si è presentato, come sempre disponibile e sincero, al fuoco incrociato delle domande dei giornalisti. Nessun piagnisteo e nessun muso lungo. Alvaro ha raccontato la sua verità tracciando un consuntivo di questa prima metà del campionato.
“Prima dell’inizio della stagione – ha dichiarato Bautista – il nostro obiettivo non era certo quello di vincere il campionato. Non conoscevamo ancora così bene la nostra moto e se io sarei stato o meno competitivo in Superbike. Poi sono arrivate le gare di Phillip Island e di Buriram che ci sono state molto favorevoli. Abbiamo vinto con margine e tutti hanno iniziato a parlare di dominio assoluto, di una MotoGP portata in Superbike e di campionato già deciso. Ma io ho sempre detto che le cose stavano diversamente. Ho sempre dichiarato che la nostra moto aveva dei pregi ma anche dei difetti e che sarebbero arrivate piste che avrebbero messo in luce i punti deboli della V4”.
Bautista ha ragione. Ricordo chiaramente le interviste nelle quali lo spagnolo dichiarava che la sua moto non era quella macchina perfetta che tutti dipingevano, ma che al contrario era ancora stabile soprattutto nelle curve lente e si muoveva molto nel misto. Ma erano in pochi e credergli, perché le sue affermazioni stridevano con le sue vittorie, ottenute con vantaggi spaventosi, che non avevano riscontro nella storia della Superbike.
I più scettici aspettarono che il mondiale delle derivate tornasse nel vecchio continente per avere la certezza del predominio della nuova moto bolognese, ma anche ad Aragon e Assen Bautista fece bottino pieno. I problemi iniziarono a Imola, pista tecnica dove il motore non è tutto.
“Nelle prime gare – continua Alvaro - ero stupito di essere al comando della classifica e di riuscire a vincere tante gare. Tutti dicevano che la Panigale V4 era di gran lunga la moto migliore, ma io sapevo che non era esattamente così. Questa moto ha un gran motore, ma non basta per vincere le gare. Per essere competitivo devi frenare, impostare la curva e percorrerla. Non ci sono solo i rettilinei. La mia moto si muove ancora molto e d’altronde guardate gli altri piloti Ducati che fatica stanno facendo”.
Come dargli torto? Chiedere conferma a Chaz Davies.
Per quanto riguarda le sue recenti cadute ancora una volta la schiettezza di Bautista stupisce tutti. “Ora sappiamo perché sono caduto, sia a Jerez che a Misano - chiarisce lo spagnolo - Inizialmente pensavamo ad un mio errore, ma in seguito abbiamo controllato i dati ed abbiamo appurato che le cadute sono state frutto di un problema tecnico. Quella di Donington invece è stata diversa e dovuta solo alle condizioni della pista”.
Inutile chiedergli quale sia il problema tecnico. Alvaro è schietto, ma non vuole rivelare i segreti di Borgo Panigale.
Il momento è certamente difficile, ma l’ex pilota della MotoGP non vuole sentir parlare di crisi. “Oggi sono stato davvero fortunato perché la caduta è stata brutta, ma non mi sono fatto nulla, anche se ho picchiato forte sull’asfalto e anche con la testa. Ma queste sono le corse. A volte capita ai tuoi avversari ed altre volte capita a te. Dobbiamo essere sempre positivi e continuare ad impegnarci al massimo. Non eravamo i dominatori ad inizio stagione e non siamo diventati dei brocchi ora. Continueremo a dare il massimo per sviluppare la nostra moto e per vincere le gare e poi faremo un consuntivo a fine stagione”.