Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Proprio come la Superpole, anche la prima gara di questo round argentino ha avuto uno svolgimento molto strano, ad iniziare dalla partenza, quando sei piloti hanno deciso di non prendere il via in quanto non ritenevano che la pista offrisse le necessarie garanzie di sicurezza.
I rinunciatari sono stati Eugene Laverty, Marco Melandri, Ryuichi Kiyonari, Sandro Cortese, Chaz Davies e Leon Camier (Loris Baz non ha corso in quanto infortunatosi alla mano nella caduta in Superpole).
La gara probabilmente con meno partenti nella storia della Superbike è stata inizialmente combattuta. In testa si era formato un gruppetto di quattro piloti composto da Alvaro Bautista, inseguito da Jonathan Rea, Toprak Razgatlıoğlu e Michael Van der Mark.
Il quartetto ha preso in fretta un buon margine di vantaggio sugli inseguitori.
Lo spagnolo della Ducati non ha mai mollato la testa della gara, anche se Rea ci ha provato quasi ad ogni curva sino a metà corsa circa, cercando di recuperare in curva quello che la sua Ninja perdeva nei due lunghi rettilinei nei confronti della più potente Panigale V4.
Una volta ammessa la superiorità di Bautista, il cinque volte campione del mondo ha pensato a guardarsi alle spalle, dove Van der Mark aveva ceduto, ma Razgatlıoğlu lo tallonava invece da vicino.
Nel finale però anche il turco rimandava i suoi propositi bellicosi, accontentandosi di portare a casa il suo undicesimo podio in questa stagione e la matematica certezza del titolo degli Independent Riders.
Quinta posizione al traguardo per Alex Lowes, staccato di ben 22 secondi da Bautista. Il nuovo acquisto del team KRT precede il pilota del quale prenderà il posto: Leon Haslam. L’inglese della Kawasaki è solo sesto, ma è dolorante alla caviglia e al ginocchio della gamba sinistra in seguito alla caduta di ieri.
Tom Sykes chiude settimo, davanti a Jordi Torres e all’idolo locale Tati Mercado. Alessandro Delbianco centra la top ten e precede l’irriconoscibile Markus Reiterberger e il nostro Michael Ruben Rinaldi, ritiratosi a quatto giri dal termine per un problema tecnico alla sua V4.
Chi ha corso ha dimostrato in pista che si poteva gareggiare, e nessuna caduta o incidente (per fortuna) ha invece dato ragione a chi ha deciso di incrociare le braccia. Certo le condizioni della pista sono pessime, ma non pericolose, e di fatto la gara ha avuto uno svolgimento regolare. Si trattava di adattarsi allo stato del tracciato.