Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Nonostante un problema tecnico che lo ha costretto a guardare la fase finale dell’ultima sessione dal monitor del suo box, Alvaro Bautista si conferma il pilota più veloce nei due giorni di test ufficiali Superbike di Phillip Island. Questa mattina lo spagnolo della Ducati ha migliorato di oltre quattro decimi il suo best lap di ieri, a conferma di come ad ogni uscita Alvaro riesca a migliorare il suo feeling con la Panigale V4 e a renderla sempre più competitiva. Nel pomeriggio un problema tecnico gli ha impedito di proseguire nello sviluppo della sua moto, ma per lui il bilancio di questi test non può che essere molto positivo, ed alimentare le speranze del popolo dei ducatisti che sognano di poter strappare il mondiale al cannibale Jonathan Rea.
Johnny in queste prove si è un poco defilato, concentrato com’era nel trovare il migliore assetto per la sua Ninja in funzione del consumo delle gomme. Un aspetto che si rivelerà senza dubbio fondamentale quando il responso del cronometro sarà determinante. Il campione del mondo ha chiuso al quarto posto, preceduto dal compagno di squadra Leon Haslam e da un sempre più sorprendente Tom Sykes, velocissimo nel giro secco anche con l’acerba BMW S1000RR in versione 2019.
Positivo il quinto posto di Marco Melandri, primo dei piloti Yamaha, che continua a lavorare con profitto e senza molti proclami, per adattare la R1 al suo stile di guida. Razgatlıoğlu ha sfruttato queste due giornate di prove per conoscere ed utilizzare il motore 2019 della sua Ninja, e per provare nuove soluzioni alle sospensioni. A guardare dal risultato - sesto, a mezzo secondo da Bautista -il lavoro del “turchino” e della sua squadra è stato certamente produttivo.
Senza infamia e senza lode il settimo posto di Van der Mark, che precede altri due piloti della Casa di Iwata: Sandro Cortese e Alex Lowes. Torres è decimo con la Kawasaki privata del team Pedercini, davanti a Mercado (Kawa Team Orelac) e al tedesco Reiterberger con la seconda BMW.
Per il team Moriwaki Althea Honda questa trasferta australiana rappresenta una specie di lungo test, visto che Leon Camier e Ryuichi Kiyonari, rispettivamente tredicesimo e quindicesimo nella classifica dei tempi, hanno ancora molto lavoro da svolgere sulle loro Fireblade prima di poter ambire alle posizioni che contano.
Chaz Davies migliora di quasi un secondo il suo tempo di ieri, ma resta in fondo alla classifica. I problemi alla schiena sono risolti ed il gallese si può finalmente concentrare sullo sviluppo della sua V4, ma il lavoro da fare è ancora tanto, e l’obiettivo lontano.
Giornata da dimenticare per Eugene Laverty, appiedato a metà mattina da problemi tecnici della sua Panigale V4. Work in progress nel team Barni Racing e per Michael Ruben Rinaldi, al debutto sulla pista australiana. Delbianco, caduto senza conseguenze in mattinata, ha preferito rinunciare all’ultima sessione pomeridiana ed ha terminato al penultimo posto, davanti alla wild card locale Troy Herfoss (Honda Penrite).