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Pronti via! E Bautista saluta la compagnia e inizia a martellare su tempi che i suoi avversari non possono minimamente avvicinare. Se nella gara di ieri lo spagnolo della Ducati aveva avuto il “disturbo” di Rea nei primi giri, oggi il campione del mondo non è mai riuscito a vedere nemmeno il codone della Panigale V4, ma oltretutto ha dovuto faticare per avere la meglio sul suo compagno di squadra Leon Haslam, che dopo la scivolata di ieri oggi porta a casa un meritato terzo posto sul podio.
Superiorità imbarazzante quella di Álvaro, che festeggia il suo “triplete” e avrebbe terminato la gara con un vantaggio superiore ai 18 secondi (un record) se prima del traguardo non avesse tolto la mano dalla manopola del gas per salutare il suo team, che lo festeggiava sul muretto dei box.
Rea, che ieri aveva affermato di essersi forse preoccupato troppo dell’usura delle gomme, oggi non ha nemmeno questo piccolo alibi. Non gli resta che far buon viso a cattivo gioco, consolandosi con il fatto che dopo questo round stradominato da Bautista il suo svantaggio in classifica è di soli 13 punti.
Ducati stravince quindi il duello con la Kawasaki, ma solo grazie a Bautista, in quanto le altre Ducati sono lontane. Davies invia deboli segnali di ripresa è chiude settimo, mentre Rinaldi è stato fermato da problemi tecnici che lo hanno costretto ad una fermata al box: rientrato, ha concluso in ultima posizione. Positivo il nono posto di Laverty con la moto del team GoEleven.
Van der Mark è quarto, e primo dei piloti Yamaha. L’olandese precede Lowes e Melandri, che non riesce a ripetere l’ottima gara di ieri. La quarta R1, quella di Cortese, chiude all’ottavo posto. Davanti ai massimi vertici di Honda Motor Sports (Masashi Yamamoto) e di HRC (Yoshishige Nomura) Leon Camier raddrizza il weekend della Honda con il decimo posto, davanti a Mercado (Kawasaki) e Reiterberger (BMW). Gara da dimenticare per Tom Sykes, solo tredicesimo dopo un contatto con Melandri nei primi giri che lo ha relegato nelle ultime posizioni. Razgatlıoğlu si è ritirato per problemi tecnici nel corso del diciottesimo giro, mentre Delbianco ha dovuto partire dalla pit line perchè la sua gomma posteriore aveva una pressione più bassa delle 1,6 atmosfere consentite, ed è poi scivolato dopo poche curve.