SBK 2019. Le pagelle del GP d'Argentina

SBK 2019. Le pagelle del GP d'Argentina
Rea e Bautista i primi della classe anche in Argentina. Male Sykes e Melandri
14 ottobre 2019

Per vincere un campionato del mondo bisogna avere un pilota che sia un campione, un team molto professionale e ben organizzato, e una moto che si possa adattare e andare forte su tutti i circuiti. La Kawasaki ha tutto questo, mentre la Ducati no. Le gare di San Juan Villicum, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo hanno ampiamente dimostrato. Persino su di una pista come quella argentina, con due rettilinei che avrebbero dovuto esaltare la potenza del 4 cilindri italiano, Bautista ha portato a casa una sola vittoria contro le due di Rea (leggi tutti gli articoli). Ancora una volta la Panigale V4 si è dimostrata difficile da guidare in curva, un problema che permane dall’inizio dell’anno. Come a Laguna Seca, al calo di Bautista ha fatto riscontro la “resurrezione” di Davies, che però questa volta non ha vinto, ma è comunque riuscito a portare a casa un ottimo risultato. 

E’ stato un weekend abbastanza deludente per la Yamaha, che non è mai salita sul podio, con i suoi piloti che hanno fatto ancora una volta da comparse e che rischiano di perdere il terzo posto della classifica mondiale a vantaggio di un sempre più incredibile Razgatlıoğlu. E sarà proprio il giovane turco a salire il prossimo anno sulla R1 ufficiale, mostrandoci quale sia il reale livello di competitività di questa moto che in due anni ha vinto solo quattro gare.

La BMW è naufragata nella sabbia della pista argentina. Da Monaco di Baviera continuano ad arrivare aggiornamenti, ma visti i risultati non sembra che i tecnici tedeschi abbiamo intrapreso la strada giusta. Anche in questo caso ne sapremo di più il prossimo anno, quando assieme a Tom Sykes ci sarà Eugene Laverty, un pilota che se ne ha le possibilità non si accontenta di semplici piazzamenti.

Il miglior pilota Honda è stato il debuttante Alessandro Delbianco, che non aveva mai visto la pista argentina nemmeno alla Play Station. Per il più grande produttore al mondo il round del Qatar sarà l’ultimo con questa Fireblade, dopodiché per la casa alata si aprirà un capitolo completamente nuovo in Superbike. Non vediamo l’ora. Abbiamo già parlato delle disastrate condizioni della pista di San Juan e del mezzo sciopero di Gara1 ed è chiaro che questo penultimo round del 2019 verrà ricordato come uno dei più confusi e contraddittori nella storia della Superbike. 

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Jonathan Rea – Voto 9,5 – Johnny attendeva con timore i due lunghi rettilinei del circuito di San Juan, ed è stato quindi molto felice di aver conquistato due vittorie ed un secondo posto. Nonostante sia arrivato in Argentina con il tasca il suo quinto titolo mondiale consecutivo, si è impegnato al massimo, dando per l’ennesima volta la dimostrazione di essere un Campione vero. In Gara-1 non ha potuto tenere la ruota di Bautista, ma in quelle successive è riuscito a riconquistare con gli interessi il terreno che perdeva in rettilineo nei confronti della V4. Scusate se è poco.

Alvaro Bautista – voto 9 – Senza un calo di gomma in Gara-2 avrebbe conteso la vittoria a Rea. Primo in Superpole, in Gara-1 lo spagnolo ha portato a 16 le sue vittorie in questa stagione. Due più del nordirlandese. E’  quello che più di ogni altro riesce a sfruttare la nuova Panigale V4, ma non può fare miracoli. Vince appena la moto glielo consente. Come faranno senza di lui?
 

Toprak Razgatlıoğlu – voto 8,5 – Tre terzi posti con una moto privata non sono risultati da buttare via, ma su questa pista, che tanto gli piace, il giovane turco sperava di fare addirittura meglio. Guidando ancora d’istinto si è inserito stabilmente tra Rea e Bautista: i tre migliori piloti di questo campionato. Che perdita per la Kawasaki.

Chaz Davies – voto 7 – Il mistero si infittisce. Solo settimo in Superpole, nella gara sprint si sveglia nel finale, e in Gara-2 si ricorda di essere un leone gallese e si mangia i rivali come caramelle, ma anche in questo caso è tardi per andare a riprendere Rea. A volte sembra che abbia trovato la chiave giusta per essere competitivo con la V4, altre volte sembra che i suoi problemi con la nuova Ducati siano irrisolvibili. Il problema è che non si può permettere un'altra stagione così.

Michael Van der Mark – voto 6,5 – In Argentina è stato una buona comparsa. Il secondo posto in Superpole ha fatto sperare in un suo possibile inserimento nella lotta per la vittoria, ma così non è stato. Ha bisogno di una scossa che gli dia nuovi stimoli. Glieli fornirà Razgatlıoğlu.

Alex Lowes – voto 6 – Ancora più comparsa del suo compagno di squadra, torna a casa con due quinti ed un sesto posto. Se non altro non è caduto. Lascia la Yamaha con una sola vittoria (sino ad ora) in 4 anni. In Kawasaki hanno visto giusto, è il compagno ideale per Rea, perché, proprio come Haslam, è un pilota “veloce, ma non troppo”.                    

Leon Haslam – voto 6 – Continua la deludente stagione del pilota ufficiale Kawasaki, che però in Argentina ha l’alibi di una brutta caduta nelle prove,che lo ha lasciato sofferente ad una caviglia e ad un ginocchio, e gli ha impedito di centrare almeno la top five.

Tom Sykes – voto 5,5 – Una volta a Buenos Aires ha mandato un telegramma alla BMW: “Se sono questi gli aggiornamenti per la mia moto, non me ne mandate più. Grazie”. Lui ci mette tanto impegno, ma la S1000RR non accenna a migliorare. Tieni duro Tom! 

 

Michael Ruben Rinaldi – voto 5,5 – I suoi risultati nelle prove ed in Superpole (sesto) avevano portato il sorriso sul volto di Marco Barnabò, ma poi in gara è stato un disastro, e non solo per colpa sua. Speriamo che a Losail possa concludere con un buon risultato il suo primo mondiale completo e la sua militanza nel team Barni.

Marco Melandri – voto 4 – Decimo in Superpole, quindicesimo nella gara sprint e quattordicesimo in Gara-2 (sciopero in Gara-1). Forse era meglio ritirarsi subito, e non solo annunciarlo il proprio ritiro.

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