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Nevers Magny-Cours è da sempre una delle roccaforti del mondiale Superbike, e molti titoli si sono decisi sulla pista francese. Per vincere il titolo, Jonathan Rea avrebbe dovuto conquistare 34 punti più di Bautista per laurearsi campione, impresa non certo delle più semplici, anche perché lo spagnolo veniva dalla vittoria di Portimão in Gara-2 (leggi tutti gli articoli) e non è certo tipo da regalare nulla. Ma ci ha pensato il grande protagonista di questo round, Toprak Razgatlıoğlu, a prendere un imbarcata proprio davanti ad Álvaro, che non ha potuto evitare l’impatto con la Kawasaki numero 54. E così per la quinta volta la Kawasaki festeggia un titolo mondiale, mentre la Ducati si lecca le ferite. E sono ferite profonde, perché non riguardano solo le sconfitte e le cadute di Bautista, bensì lo sviluppo di una moto che così come è ora, non può competere per vincere il campionato, non solo con la Kawasaki, ma anche con la Yamaha, che a Magny-Cours è salita tre volte sul podio. E’ stato il weekend non solo di Razgatlıoğlu, ma di tutto il team di Manuel Puccetti, che ha vinto tre delle quattro gare alle quali ha partecipato: al doppio successo del giovane turco va infatti aggiunta la vittoria del padrone di casa Lucas Mahias in Supersport, in un weekend che il manager italiano ricorderà per molto tempo e che ha confermato come la squadra italiana sia ormai di diritto al livello delle migliori ufficiali. Gli alti e bassi della BMW si specchiano in quelli del suo miglior pilota Tom Sykes, terzo in Gara-1 ma solo ottavo nelle restanti gare. Kiyonari si ricorda di essere un pilota solo sotto la pioggia, mentre sull’asciutto il primo pilota è Camier, nonostante la ruggine di molti mesi di assenza.
Oltre a quello della Superbike in Francia si è deciso anche il mondiale SS300, che è andato al diciassettenne Manuel González: una vittoria in parte italiana, visto che lo spagnolo corre nel team ParkinGo di Giuliano Rovelli, lo stesso che vinse il titolo mondiale Supersport con Chaz Davies nel 2011.
E’ invece ancora tutto da decidere nel mondiale Supersport, dopo che sia Krummenacher che Caricasulo, compagni di squadra, sono caduti e Cluzel non è riuscito ad approfittarne. Abbiamo l’impressione che ancora una volta il mondiale 600 si deciderà solo nell’ultima gara in Qatar.
Pioggia freddo e vento non sono riusciti a tenere lontani dalla pista i tifosi transalpini, che sono stati oltre 50.000 nei tre giorni di questo undicesimo round del mondiale Superbike.
Jonathan Rea – voto 10 – il voto è soprattutto un premio al suo quinto titolo mondiale, perché nelle tre gare di Magny Cours non abbiamo visto il miglior Rea. Johnny sentiva vicino il quinto titolo mondiale, e la cosa lo ha innervosito e reso stranamente incline all’errore. Perfetto in Superpole, il nordirlandese ha sbagliato molto in Gara-1 e nella Superpole Race, dove ha subito l’irruenza di Razgatlıoğlu. Ma in Gara-2, dopo la caduta di Bautista, Johnny si è scrollato di dosso Van der Mark e si è goduto vittoria e titolo. Strameritati.
Toprak Razgatlıoğlu – voto 9 – Era dall’inizio dell’anno che ci provava, e su una delle sue piste preferite ha dato il massimo ed è riuscito a sconfiggere per ben due volte sua Maestà Rea. Il turco per ora è un grande talento naturale, che deve ancora lavorare e crescere per diventare un campione, ma quando avrà imparato a sfruttare la gomma da tempo e ad andare forte sul bagnato potrà puntare al titolo mondiale.
Michael Van der Mark – voto 8 – L’olandese è un buon pilota ed essendo giovane può ancora migliorare, ma non riesce a fare il definitivo salto di qualità che gli permetterebbe di lottare costantemente per la vittoria. Dopo una buona Superpole, getta al vento una vittoria sicura in Gara-1. Nelle altre due va sul podio, ma non punta al gradino più alto.
Alex Lowes – voto 7 – Nelle prime due gare resta nella mischia e si mette in mostra solo nella terza, ma se sale sul podio è solo grazie alla doppia caduta di Toprak e Bautista. Quest’anno è migliorato molto e non cade più come una volta, ma non va quasi mai oltre a dei buoni piazzamenti. Bene, ma non benissimo.
Tom Sykes – voto 6,5 – Mette a nudo i limiti della BMW, ma ci mette anche del suo con una condotta di gara discontinua. Il terzo posto di sabato va oltre i meriti della sua moto, mentre la domenica non riesce a ripetere il mezzo miracolo.
Chaz Davies - voto 7 – La Superpole non è proprio la sua specialità, e anche in Francia deve partire indietro. L’errore e la caduta in Gara-1 sono stati causati da un problema elettronico e nelle gare successive sfiora il podio, ma non è ancora padrone della sua V4: a questo punto c’è da chiedersi se lo potrà mai essere.
Álvaro Bautista – voto 7 – Non aveva mai corso su questa pista, e la pioggia caduta durante le prove gli complica ulteriormente la vita. Male in Superpole, lo spagnolo inizia a prendere confidenza e a capire come guidare la V4 su questo tracciato solo in Gara-2, ma “inciampa” su Razgatlıoğlu. Non è proprio il suo anno.
Loris Baz – voto 7 – Si impegna al massimo per fare bene davanti al suo pubblico, ma Sykes gli scippa quello che sarebbe stato il suo primo podio con il team Ten Kate Yamaha: sulla pista completamente asciutta la sua moto non è ancora al livello delle ufficiali, e si deve accontentare di buoni piazzamenti. Merita una moto più competitiva.
Leon Haslam – voto 5 – Il terzo posto in Superpole ci aveva illusi di poter finalmente vedere Haslam lottare davvero per le prime posizioni, ma poi cade in Gara-1 e domenica raccimola solo un settimo e un nono posto. Non merita una moto così competitiva.
Leon Camier – voto 6,5 – pur essendo ancora a mezzo servizio dopo mesi di lontananza dalle piste, è sempre il miglior pilota Honda al traguardo. Deve trovare una sella per il prossimo anno, quindi aspettiamoci buone cose da lui negli ultimi due round.