Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il primo round del campionato mondiale Superbike sarà ricordato per aver tenuto a battesimo la gara sprint, ma soprattutto per il debutto e l’incontrastato dominio di Alvaro Bautista, che ha annichilito il Cannibale Rea.
Quella australiana è senza dubbio una delle tappe più belle ed interessanti del mondiale delle derivate, innanzitutto perché è la prima, ma soprattutto perché si disputa nel meraviglioso scenario dell’autodromo di Phillip Island, con l’Oceano Pacifico a fare da sfondo a moto e piloti. Sole, clima primaverile e tanti personaggi presenti nel paddock, da Chris Vermeulen ad Aaron Slight, da Troy Corser all’inossidabile Troy Bayliss: Il tre volte campione del mondo SBK, che compirà 50 anni il 30 marzo, corre ancora nella SBK australiana, e venerdì durante le prove, è stato vittima di una brutta caduta e si è procurato una doppia frattura alle dita di una mano. Sarà operato martedì, ma siamo certi che tornerà a correre.
Ma torniamo al mondiale Superbike, che è iniziato in maniera del tutto inattesa. La nuova Panigale V4 nelle mani di Bautista si è rivelata invincibile, e Rea ha accusato il colpo. Si sperava in una lotta tra i due, che ci regalasse dello spettacolo, invece la superiorità di Alvaro e della sua moto hanno reso le gare più noiose di quelle dello scorso anno.
E’ cambiato solo il colore del dominatore (che prima era verde e ora rosso)? Siamo solo al primo round, quindi aspettiamo a trarre delle conclusioni, anche se quello che abbiamo visto in Australia lascia poco spazio alle speranze di chi non tifa Ducati.
Alvaro Bautista – voto 10 e lode – Nemmeno lui si aspettava un debutto così trionfale. Nei test ufficiali aveva dimostrato di avere bene in mano le redini della nuova V4, ma erano in molti a pensare che in gara avrebbe poi pagato l’incompleto sviluppo della nuova moto. Invece Alvaro ha stupito tutti, confermando che la pista australiana è la sua preferita, ma anche che la Superbike ha trovato un grande protagonista, destinato a seguire le orme di Biaggi e Checa.
Jonathan Rea – voto 9 – Spavaldo venerdì mattina, preoccupato sabato pomeriggio, demoralizzato domenica sera. Questi gli stati d’animo del campione del mondo, che non si aspettava una Panigale così avanti nello sviluppo ed un Bautista così in palla, che ha potuto vedere da vicino solo nella gara sprint. Ha fatto tutto quello che poteva anche se Phillip Island non è la sua pista preferita, e in fondo va in Thailandia con soli 13 punti da recuperare.
Marco Melandri – voto 8 – Nonostante fosse alla sua prima gara con la R1 e non avesse ancora trovato il giusto feeling con la sua nuova moto, Marco è stato il migliore dei piloti Yamaha. Peccato che in Gara-2 la sua gomma posteriore non gli abbia consentito di lottare per il podio. Un buon debutto il suo, suggellato da un podio che dà morale a se stesso ed alla sua squadra.
Leon Haslam – voto 8 – La scivolata in Gara-1 è l’unica nota stonata in un weekend molto positivo per Leon, che domenica ha dato del filo da torcere al suo scomodo compagno di squadra: secondo in Superpole, e due volte sul terzo gradino del podio in gara. Bentornato.
Chaz Davies – voto 6,5 – Avere finalmente la moto per battere Rea e non poterla sfruttare deve essere una tortura per il buon Chaz, che sino ad ora non ha potuto lavorare sulla V4 come avrebbe voluto, a causa del mal di schiena e di alcuni problemi tecnici a Phillip Island che proprio non ci volevano. In Ducati non hanno dubbi: è solo questione di tempo. Speriamo che non ne serva troppo, perché potrebbe essere lui il più ostico avversario di Bautista.
Alex Lowes – Michael van der Mark - voto 6 – Qualche buon piazzamento, ma nessun acuto. Dovrebbero essere loro i piloti di punta della Yamaha, ma vengono ulteriormente ridimensionati da Melandri, alle sue prime gare con la R1. Si scambiano la quarta e la quinta posizione, senza infamia e senza lode.
Tom Sykes – voto 6,5 – Il cambiamento di team e di moto ha fatto bene a Tom, che è tornato sereno e sorridente. Le sue prestazioni sul giro secco, notoriamente il suo cavallo di battaglia, avevano illuso molti e qualcuno ha addirittura pensato che la nuova BMW fosse già in grado di tenere il passo di Kawasaki e Yamaha. La realtà è emersa nelle gare, ed è quella che ci aspettavamo: per Sykes e la sua squadra il lavoro da fare è ancora molto. Ma con l’appoggio della Casa tedesca la nuova avventura di Tom potrebbe rivelarsi molto interessante.
Toprak Razgatlıoğlu – voto 6,5 - Non brilla nelle prove, ma poi in Gara-1 stupisce tutti tenendo il passo delle Yamaha e mettendosi alle spalle un cagnaccio come Sykes. Nella gara sprint viene steso da Mercado (che va lungo per problemi al cambio) mentre domenica è tradito dalle gomme. Il suo talento non si discute, ma ovviamente deve ancora mangiare qualche pagnotta prima di puntare più costantemente al podio. Resta il giovane più interessante della Superbike.
Michael Ruben Rinaldi – voto 7 - Lavora con il team Barni allo sviluppo della V4, ma lo deve fare su di una pista molto particolare, dove non ha mai corso prima. Stringe i denti, e alla fine la sua determinazione viene ripagata: nono in Gara-1 e ottavo nella gara sprint, domenica deve fare i conti con qualche problema di gioventù della sua moto. Ma va bene così.
Randy Krummenacher – voto 10 – Lo svizzero è il grande protagonista del primo round del mondiale Supersport: in Australia vive il suo weekend perfetto, non si lascia distrarre dal cambio gomme, e domina la gara nel giorno del suo compleanno.