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Come lo scorso anno, il Global Cloud Data Center di Aruba, a Ponte San Pietro (BG), è stato la sede scelta per la presentazione del team Aruba.it Racing Ducati. Rispetto all’anno passato però molte cose sono cambiate nella squadra ufficiale Ducati, ad iniziare dalla moto, la nuova Panigale V4R, e da uno dei due piloti, lo spagnolo Alvaro Bautista.
Dopo i pareri “strappati” ai tester che lo scorso anno ne avevano iniziato lo sviluppo in pista, e dopo il parziale responso dei test invernali, la V4 ha confermato tutto il suo grande potenziale, ma come tutti i purosangue non è certo facile da domare, che fuor di metafora significa che questa è una moto da corsa potente e sofisticata, e per questo dalla difficile messa a punto.
Lo sviluppo richiederà tempo, lavoro e risorse economiche, ma potrebbe trasformare la nuova Panigale nella rivale più accreditata per strappare il titolo alla Kawasaki, e per permettere ai suoi piloti di rompere l’egemonia del Cannibale Rea.
In attesa del responso della pista, che verrà emesso tra venti giorni in Australia, sul fantastico circuito di Phillip Island, abbiamo visto la livrea della nuova Panigale a quattro cilindri e abbiamo intervistato i due piloti del team Aruba.it Racing Ducati, Chaz Davies e Alvaro Bautista, e il Direttore Sportivo di Ducati Corse, Paolo Ciabatti, che come l’Ingegner Dall’Igna ha lasciato per un giorno i test MotoGP di Sepang per presenziare alla presentazione della squadra ufficiale Ducati in Superbike.
Chaz sta meglio, ma si sta ancora curando a causa del fastidioso mal di schiena che lo ha ostacolato nei test di Jerez e Portimão. Non ha girato molto con la nuova moto, e considera quindi il primo round australiano come una tappa di avvicinamento alla piena competitività, sua e della "quattro cilindri".
Bautista ha le idee chiare. Non è certamente venuto in Superbike per far numero o per passare il tempo: corre per vincere, e non vuol perdere questa grande possibilità che gli viene offerta da Ducati. Nei test è andato subito forte, ma ammette come ci sia ancora da lavorare sulla parte elettronica e sulla maneggevolezza della V4.
Sono saliti sul palco anche il Team Owner Daniele Casolari, che festeggia in questa stagione i suoi 25 anni di Superbike, l'ex pilota e ora il Team Manager Serafino Foti, ed il Coordinatore Tecnico Ducati Corse in pista, Marco Zambenedetti.
Gli onori di casa sono stati fatti da Stefano Cecconi, Amministratore Delegato di Aruba, che ha da poco rinnovato sino alla fine del 2020 il proprio accordo con il produttore bolognese. Cecconi si è detto molto felice della partnership con Ducati: “Il nostro team è servito per farci conoscere all’estero – ha dichiarato – e legarci ad un immagine prestigiosa e vincente come quella di Ducati ha dato ulteriore lustro al nostro marchio a livello internazionale”. Aruba è un’azienda in costante crescita, come dimostrano le cifre, che parlano di 5 milioni di clienti, 14,8 milioni di utenti, 2,6 milioni di domini registrati e mantenuti, 130.000 server gestiti e oltre 100.000 metri quadrati di superficie coperta destinata a data center. “In tutto questo – ha proseguito Cecconi – una buona parte l’ha avuta il team Superbike, ed è per questo che abbiamo deciso di proseguire il nostro impegno con Ducati nel mondiale delle derivate”.
Non poteva certo mancare l’Amministratore Delegato Claudio Domenicali, che ha tracciato un breve consuntivo del 2018, anno nel quale l’azienda da lui diretta ha prodotto e venduto oltre 50.000 moto.
Al di là delle dichiarazioni di circostanza tipiche di questi eventi, è evidente come tutti si aspettino molto dalla moto, dal team e dai due piloti chiamati al non facile compito di riportare a Bologna un titolo mondiale che manca dal 2011, quando Carlos Checa trionfò con la 1098 R del team Althea.
Non sarà facile avere la meglio su Rea e sulla Kawasaki, ma siamo certi che tutti, in Ducati, ci proveranno con il massimo impegno.