SBK 2019. Rea: “Il vantaggio della Ducati è troppo grande”

SBK 2019. Rea: “Il vantaggio della Ducati è troppo grande”
Secondo Rea le regole della SBK non dovrebbero permettere di omologare moto come la Panigale V4, che ha un costo doppio rispetto a tutte le altre moto schierate nel mondiale delle derivate
24 febbraio 2019

In questa intervista il campione del mondo punta il dito sulle regole della Superbike che permettono di omologare una moto derivata dalla tecnologia GP e con un costo doppio rispetto a quello delle altre moto presenti in Superbike. Il vantaggio dimostrato dalla nuova Panigale V4 nelle tre gare australiane è stato imbarazzante e Johnny ritiene che sia impossibile per le case giapponesi colmare il gap nei confronti della Ducati, che dispone di una moto che lo stesso Bautista ha definito “una MotoGP stradale”.

 

Anche oggi la Ducati e Bautista hanno dominato

«Abbiamo provato a cambiare qualcosa nella parte posteriore della moto, per renderla più stabile e penso che ci siamo riusciti, perché ho girato più forte rispetto a ieri, ma come avete visto il distacco nei confronti della Ducati è stato comunque troppo grande. Ci aspettavamo delle gare difficili qui in Australia ed alla fine torniamo a casa con tre terzi posti, una Superpole ed un giro veloce nella gara sprint e quindi il bilancio non è così negativo. Però penso che sia alquanto evidente che con la nostra moto siamo in difficoltà rispetto alla nuova Panigale. Il gap da colmare è enorme ed il problema è che non possiamo fare nulla. Stiamo già facendo tutto quanto è possibile. Abbiamo reso la moto ancora più maneggevole ed abbiamo migliorato il consumo delle gomme, ma è stato tutto inutile».

 

Pensi che nel corso del campionato avrete la possibilità di diminuire questo gap?

«Non credo. Il nostro telaio è perfetto così come la nostra elettronica ed il motore. La nostra è una moto che si può acquistare da un concessionario per 20 o 22.000 euro non è una GP. A mio parere le superbike devono essere il più possibile semplici e vicine alla produzione di serie. Non  si dovrebbe permettere che venga omologata una moto con oltre 16.000 giri motore. Anche dalla televisione avranno certamente visto quale vantaggio abbia la Ducati. L’anno scorso anche quando dominavo il campionato io non avevo una moto nettamente più veloce. Io mi sto lamentando con la Kawasaki, per cercare un aiuto e per provare ad avvicinarci alla Ducati, ma so che non è possibile, perché la nostra moto è già performante e non penso si possa migliorare più di così essendo una moto di serie e non una moto derivata dalla GP».

 

Ma la nuova Ducati è conforme alle regole. E’ stata omologata.

«Io sono un pilota e non sono un tecnico e quindi non posso spiegarvi il perché, ma vi posso dire che la Ducati ha un vantaggio enorme, che non dipende solo dalla conformazione della pista di Phillip Island. Sono sicuro che anche a Buriram, dove ci sono rettilinei di 800 metri, la potenza del loro motore sarà determinante. E’ incredibile anche come riescano a controllare l’usura degli pneumatici. Il loro motore è più progressivo e fluido, non strappa e quindi non consuma le gomme come invece fanno le altre moto».

 

Stai dicendo che ti arrendi?

«Assolutamente no! Io non mollo di certo. La mia moto è migliore rispetto a quella dello scorso anno e su alcuni circuiti più guidati probabilmente avremo più possibilità rispetto a quante ne abbiamo avute qui in Australia. Darò sempre il massimo».

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