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Pochi giorni fa la FIM, Federazione Internazionale di Motociclismo, ha aggiornato i limiti dei regimi dei motori delle moto che parteciperanno al prossimo campionato mondiale Superbike, che inizierà in Australia nell’ultimo weekend di febbraio (consulta il calendario).
Come successo in passato, la FIM ha usato un algoritmo per determinare il numero dei giri massimi di utilizzo dei motori al minuto (RPM) al fine di equilibrare il rendimento degli stessi, e lo ha applicato considerando gli ultimi tre round del 2019.
Questa la tabella 2020:
Aprilia 14.700
BMW 14.950
BMW 2019 14.900
Ducati V2 12.400
Ducati V4 16.100
Honda (SC77) 15.050
Honda (SC82) 15.600
Kawasaki 14.600
MV Agusta 14.950
Suzuki 14.900
Yamaha 14.950
Per definire il valore RPM massimo consentito la FIM parte dalla moto stradale, alla quale vanno aggiunti 500 giri. Ad esempio, il limite di giri della nuova Honda CBR1000RR-R 2020 si basa sulla RPM massima della stessa moto omologata per l’uso stradale (15.100), più i 500 aggiunti dal regolamento SBK.
La tabella non cambierà per i primi tre round (Phillip Island, Losail e Jerez): dopo, la FIM potrà modificarla nel caso una moto si riveli “troppo vincente” rispetto alle altre. Proprio come avvenne nel 2019 quando la Ducati vinse con Bautista tutte le prime 9 gare e per questo venne penalizzata di 250 giri, mentre alla Honda (modello SC77) vennero concessi 500 giri in più. Nonostante la penalizzazione, la Panigale V4 è ancora quella con il maggior numero di giri: 500 in più rispetto alla nuova Fireblade, 1.150 rispetto alla BMW ed alla Yamaha, e ben 1.500 in più rispetto alla Ninja ZX-10RR campione del mondo negli ultimi cinque anni con Jonathan Rea.