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Cambio generazionale in Superbike? Forse, ma intanto in cima alla classifica c’è ancora Jonathan Rea. Anche se dopo il round italiano il suo vantaggio nei confronti del secondo, che è Toprak Razgatlioglu, è sceso da 35 a 20 punti, il Cannibale resta l’uomo da battere, e i giovani arrembanti come il turco della Yamaha, l’esuberante americano Garrett Gerloff o i nostri Michael Ruben Rinaldi e Axel Bassani devono ancora dimostrare di possedere quella continuità che è alla base dei sei titoli mondiali conquistati dal nordirlandese.
A Misano si è rivisto un poco di pubblico sulle tribune. Tifosi che hanno non solo pagato il biglietto, ma che - per amore della Superbike - si sono anche sobbarcati le spese di trasferta e quelle dell’ormai immancabile tampone. Onore a loro.
E’ stato il weekend che ha consacrato Rinaldi, ma che ha anche decretato lo stato di crisi per la nuova BMW, per l’imperscrutabile Honda e per gli ex MotoGP Tito Rabat e Jonas Folger. Ovviamente siamo solo al terzo round, ma i valori che si stanno delineando in questo campionato 2021 sono tutt’altro che scontati e potrebbero anche riservare delle sorprese. Magari già ad iniziare dal prossimo round che si corre proprio nella tana del leone, a Donington Park.
Ecco i nostri voti ai protagonisti delle gare di Misano.
Lo avevamo detto che il giovane pilota della Ducati stava lavorando sulla costanza di rendimento, e che i risultati dei primi due round non erano così negativi come si poteva pensare. Era logico dare a Rinaldi qualche round di assestamento, perché passare da una squadra privata ad una ufficiale che non vince il campionato dal 2011, non è cosa facile, perché la pressione è tanta. Per sua fortuna il terzo round si è disputato a Misano, dove Michael ha avuto modo di raccogliere i frutti del suo talento e del suo lavoro. L’importante è che continui su questa strada, perché il suo obiettivo non deve essere quello di vincere qualche gara, ma di provare a lottare per il titolo.
lui piace guidare di forza, ritardando le staccate ed intraversando la sua R1 come se volesse piegarle il telaio. A Misano si è divertito ed avrebbe fatto bottino pieno se non avesse trovato un Rinaldi in stato di grazia. Ha comunque il grande merito di aver sempre tenuto dietro Il cannibale e scusate se è poco. Gli ha anche rosicchiato 15 punti, consolidando il suo secondo posto in classifica.
Il team ufficiale Yamaha lo ha aiutato a cancellare i propri punti deboli e ora può davvero contendere il titolo a Rea.
Quella di Misano è una pista che piace tanto a Rea ma a quanto pare non alla sua moto, che qui non è sembrata all’altezza di Ducati e Yamaha. Ma Jonny sa che i mondiali si vincono portando sempre a casa il miglior risultato possibile ed è quello che ha fatto in questo weekend, soprattutto dopo lo spavento per una caduta che avrebbe potuto fargli perdere tanti punti e forse anche il primato in classifica. Meglio portare a casa tre podi in attesa della prossima che si gioca a casa sua. E lì il Cannibale non ha intenzione di fare prigionieri.
Non riuscire a salire sul podio non è una colpa, ma lo diventa se corri sulla pista di casa e il tuo compagno di squadra le vince quasi tutte. Fa bene in prova ed in Superpole, ma poi in gara non rischia nulla e si accontenta sempre della quarta posizione. La caduta dell’Estoril lo condiziona ancora perché sa che non può più sbagliare, e allora 13 punti sono meglio di zero. Ma la classifica piange.
Fa benissimo i suoi compitini. Non sbaglia e non cade più, e questa è già una notizia. Resta un passo indietro rispetto ai protagonisti delle tre gare italiane, ma come ha dimostrato Rea la Ninja su questa pista non era la moto da battere.
Mezzo punto in più perché guidare la Fireblade non è cosa facile e tantomeno farla andare forte. Sono convinto che lui non si danni l’anima più di tanto, ma di certo il suo team non gli dà tanti stimoli. Tiene a galla la barca HRC, che con Haslam va tragicamente alla deriva. Abbiamo passato degli anni a chiederci perché mai la Honda non si impegnasse in Superbike. Ora lo abbiamo capito.
Il “bocia” ed il team Motocorsa stanno cercando di ripetere la favola magica scritta lo scorso anno da Rinaldi e dal team GoEleven. Il debuttante veneto si mette alle spalle tanti piloti ufficiali e non si schioda dalla top seven. Lorenzo Mauri ci ha visto lungo. Certo non saranno sempre rose e fiori, ma il progetto è vincente.
Portando al quinto posto in Superpole la nuova M1000RR dimostra di essere ancora un mostro nel giro secco. Poi in gara con quella moto (e quel team) più di tanto non può fare, ma è il primo dei piloti BMW in due gare su tre.
Tre volte nono. Il bergamasco non vuole commettere errori e prosegue nel suo apprendistato con la R1 ufficiale. Però siamo al terzo round e per di più su di una pista che lui conosce come le sue tasche, ed era quindi lecito aspettarsi qualcosina in più.
Il voto viene dalla media tra il 4 che si è meritato per la caduta al primo giro della Superpole ed il 10 che gli vene dalle due poderose rimonte in gara1 e nella gara sprint. Nella gara della domenica parte davanti e chiude quinto. L’americano non è nuovo a simili alti e bassi, ma è giovane e gli dobbiamo concedere ancora un po di tempo.
Un weekend ancora una volta condizionato da una Superpole conclusa al decimo posto che significa una partenza dalla quarta fila. Le rimonte non sempre riescono e sono spesso rischiose. Il gallese cade sabato e domenica mattina, mentre in gara2 si deve fermare per il dolore alla spalla infortunata nella caduta della gara precedente. Un inizio di campionato alquanto difficile per Chaz.
In inverno ha dichiarato di aver scelto la BMW per la competitività della nuova M. Facciamo fatica a capire da cosa gli derivasse questa fiducia visti soprattutto i suoi risultati. A Misano centra a fatica la top ten e cade nella gara veloce. Speriamo che il suo lauto ingaggio lo aiuti a lenire la delusione per risultati così al di sotto delle aspettatiuve.