SBK 2021. Redding: “Una caduta su questa pista potrebbe porre fine alla mia carriera”

SBK 2021. Redding: “Una caduta su questa pista potrebbe porre fine alla mia carriera”
Redding è stato molto critico nei confronti della pista di Most, ritenuta pericolosa. Stasera in una riunione i piloti decideranno cosa fare domani, soprattutto in caso di pioggia
6 agosto 2021

Nelle interviste dopo le prove libere Scott Redding è andato giù pesante circa le condizioni di sicurezza offerte dalla pista di Most. Quando gli abbiamo chiesto cosa ne pensasse della pista della Repubblica Ceca l’inglese della Ducati ci ha risposto: “Non c’è bisogno che ve lo dica io. Questa pista non è per niente sicura. Una caduta in uno dei punti più pericolosi di questo tracciato potrebbe porre fine alla mia carriera, per non dire di peggio”. 

Redding è stato molto chiaro: “Dorna ci ha chiesto di correre qui a Most perché in questo periodo così difficile non è stato facile organizzare un calendario, e sono state incluse alcune piste (Most e Navarra), che lasciano molto a desiderare per quanto riguarda la sicurezza. Sono d’accordo con Dorna – ha proseguito il pilota inglese - che non sia facile stilare un calendario, ma non mi sembra un valido motivo per mettere a repentaglio la sicurezza dei piloti. La prima variante dopo la partenza ed altri due punti del circuito sono pericolosi con le protezioni troppo vicine all’asfalto. Non stiamo correndo un campionato nazionale ma un mondiale, e dovrebbero essere garantite le norme di sicurezza. Non capisco cosa abbia rilevato la Commissione che in inverno ha visitato questa pista e come abbia potuto rilasciare il benestare per correre una prova del mondiale”.

Quando gli abbiamo fatto notare che lui in passato ha corso nel British Superbike su piste come quella di Brands Hatch, Scott ha replicato: “Si certo, piste come quella di Brands Hatch sono senza dubbio pericolose, ma nel BSB il mio obiettivo era quello di arrivare al traguardo senza rischiare, cercando di fare del mio meglio. Qui tutti partono per dare il massimo, per andare il più veloce possibile, senza limitarsi in nessun modo”.

Le critiche di Redding riguardano soprattutto un eventuale corsa sul bagnato. “Sull’asciutto – ha dichiarato il pilota del team Aruba.it Racing Ducati – il rischio è minore, ma sul bagnato la pista diventa pericolosa. E’ per questo che oggi pomeriggio non ho disputato le prove libere. Non voglio rischiare la mia incolumità fisica”. 

Gli abbiamo fatto notare che una soluzione ci sarebbe: non più tardi di due anni fa a Imola non si corse gara2, in quanto con la pioggia la pista romagnola non venne considerata sufficientemente sicura. “Si, ma non tutti i piloti erano d’accordo. Alla fine si impose la maggioranza. Qui non so cosa potrà succedere. Ne parleremo questa sera tra noi piloti e vedremo cosa salta fuori”.

Prima di Redding erano stati intervistati Jonathan Rea, Andrea Locatelli e Toprak Razgatligolu. Il turco ha dichiarato di aver finalmente trovato un buon feeling con la sua Yamaha anche sul bagnato, Locatelli non ha fatto nessun riferimento a problemi di sicurezza, mentre a precisa domanda Rea ha risposto: “No comment”.

Che questo tracciato non sia sicuro lo sapevamo. Lo avevano detto tutti i piloti che erano venuti a Most a provare, sia con le moto da corsa che con le stradali. Che ci fossero alcune curve con scarse via di fuga era altrettanto evidente, ma evidentemente sia la Commissione di Sicurezza che la Dorna hanno chiuso non due, ma tre occhi.


Come ha affermato Redding, quando i piloti entrano in pista non devono e non possono valutare le possibilità di rischio del tracciato. Devono solo cercare di andare il più veloce possibile. E’ assurdo pensare che nei punti più pericolosi qualcuno possa chiudere il gas.


Staremo a vedere se questa sera i piloti si riuniranno e vedremo cosa potranno eventualmente decidere. Di certo, come è sempre successo, ci saranno due fazioni: chi vuole correre e chi no. E’ successo anche in Argentina nel 2019, quando su di una pista che presentava tratti di asfalto scivolosi (a causa di una troppo recente riasfaltatura), dopo qualche discussione furono solo sei i piloti che non presero il via: Melandri, Kiyonari, Laverty, Cortese, Davies e Camier. Tutti gli altri corsero e vinse Bautista, davanti a Rea e Razgatlioglu. 

Indipendentemente da cosa succederà domani, desta scalpore il fatto che la Dorna abbia inserito in calendario nuovi circuiti, come Most e Navarra che non rispondono ai canoni di sicurezza richiesti da un campionato mondiale. Probabilmente senza queste piste sarebbe stato difficile se non impossibile disputare il  mondiale Superbike 2021, ma di certo il promoter spagnolo si è preso una grossa responsabilità facendo correre le Superbike su questi tracciati dove, non per caso, non si è mai disputata una sola prova del mondiale delle derivate e tantomeno della MotoGP. 

La sicurezza deve essere la cosa più importante e se ne deve parlare prima di correre e non dopo. Quando potrebbe essere troppo tardi.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese