SBK 2022. GP di Indonesia. Paolo Ciabatti: “In SBK il nostro pacchetto moto/pilota ha funzionato alla perfezione”

SBK 2022. GP di Indonesia. Paolo Ciabatti: “In SBK il nostro pacchetto moto/pilota ha funzionato alla perfezione”
Abbiamo incontrato a Mandalika il Direttore Sportivo di Ducati Corse Paolo Ciabatti, e con lui abbiamo ripercorso il cammino che ha portato l’azienda italiana in cima al mondo, sia in GP che in SBK
12 novembre 2022

Paolo quando nel 2013 hai lasciato la direzione della Superbike per tornare in Ducati avresti immaginato che avresti portato la casa italiana ai vertici della MotoGP e della Superbike?

"Il mio obiettivo era questo, però devo dire che nel 2013 la nostra situazione sia in GP che in SBK era molto complicata. Quello è stato un anno periodo decisamente difficile, nel quale in alcune situazioni ho pensato che se non fosse successo qualcosa di significativo la mia sarebbe stata un’impresa impossibile. In realtà poi qualcosa di molto significativo è successo, quando Claudio Domenicali è riuscito a convincere l’Ing. Dall’Igna a lasciare il Gruppo Piaggio per venire a lavorare con noi. Con il suo arrivo Dall’Igna ha impostato un cambiamento radicale, che ha portato alla creazione di una moto che nel 2015 ha rischiato di vincere al debutto in Qatar (secondo posto con Andrea Dovizioso e terzo con Andrea Iannone ndr). Da li in poi i podi e le vittorie si sono susseguiti. Sono stati anni di forte crescita, nei quali Dovizioso è arrivato secondo in campionato solo perché nei suoi anni migliori in Ducati ha avuto la sfortuna di incontrare sul suo cammino, un fuoriclasse in piena forma che si chiama Marc Marquez. I suoi tre secondi posti sono stati comunque per noi molto significativi. Alla fine del 2020 abbiamo quindi deciso di compiere un cambiamento importante per rinnovare completamente il nostro parco piloti, puntando sui giovani. Il risultato di questa stagione è il coronamento di un percorso inizialmente criticato da molti, ma che abbiamo dimostrato essere stata la scelta giusta nel momento giusto, in un progetto che era arrivato ad un livello di competitività molto elevato e mancava solo un ultimo passo che ci portasse a raggiungere un obiettivo storico, perché non solo Ducati lo vince dopo quindici anni, ma lo fa con un pilota italiano. Un successo storico e tutto italiano. Per trovare un paragone bisogna tornare al 1972, ai tempi di Giacomo Agostini con la MV Agusta"

Anche parlando di Superbike i cambiamenti non sono di certo mancati

Ducati aveva inizialmente deciso di uscire dalla partecipazione alla Superbike, ma è poi rientrata con la Panigale V2, che non è poi arrivata ad un livello di sviluppo sufficiente. Con l’arrivo della V4 ci siamo voluti confrontare ad armi pari, e cioè con un motore a quattro cilindri, con costruttori che di quattro cilindri ne avevano costruiti da sempre. Quest’anno siamo vicini ad ottenere un risultato importante, perché sono passati ormai molti anni da quando nel 2011 Carlos Checa portò al successo la 1098. Quello di Bautista è un risultato che premia il lavoro svolto da Ducati Motor, che ha sviluppato una moto di serie molto competitiva, ma anche dal Reparto Corse che l’ha affinata assieme ai piloti, sino a portarla al successo. Dopo due anni difficili e sotto tono con la Honda, Alvaro Bautista è tornato in Ducati con una consapevolezza ed un feeling diversi rispetto al 2019. In quell’anno i risultati erano arrivati con estrema facilità, ma poi con la stessa facilità erano spariti, senza una piena consapevolezza di cosa fosse successo prima e cosa sia successo dopo. Quest’anno Alvaro è tornato con una maturità diversa ed ha trovato una moto evoluta. Il pacchetto moto/pilota ha funzionato perfettamente, perché il nostro pilota conosce bene la moto e la sa interpretare al meglio.

Come si inquadra nella storia sportiva della Ducati il progetto della MotoE?

Quello della MotoE è un campionato monomarca che ci permette di acquisire una tecnologia che in precedenza mancava all’interno della nostra azienda. Un progetto che ingloba un know how importante, anche nella prospettiva di futuri nuovi prodotti.

Avete vinto in MotoGP e siete vicini a vincere in Superbike. Ora che siete in cima al mondo quali obiettivi vi restano?

Lo ha già detto molto chiaramente alcuni giorni fa il nostro Amministratore Delegato quando si è augurato che Ducati non solo possa continuare ad essere protagonista nei due maggiori campionati mondiali ai quali partecipa, ma soprattutto che possa aprire un ciclo nel quale si possa confermare al vertice. Le vittorie raggiunte non ci accontentano, ma vogliamo ripeterle anche negli anni a venire”.

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