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Un'estemporanea indagine sulle curve meno gradite a tutti i piloti vedrebbe quasi sicuramente il Gancho, più noto da noi come "cavatappino in salita", costantemente fra le prime risposte. Una lenta curva a sinistra da prima, inserita a posteriori per rallentare l'arrivo alla velocissima (e invece gustosissima) Senna, a cui segue un cambio di direzione altrettanto lento e farraginoso, in cui le "anteriorate" sono abbastanza frequenti anche in condizioni ottimali, figuriamoci quando - come nella Superpole race di domenica - l'asfalto è umido.
È qui che Toprak Razgatlioglu, che all'ultima tornata della gara sprint aveva conquistato un po' di margine su Jonathan Rea, si è esibito in un salvataggio in extremis. Sterzo chiuso, moto praticamente già a terra, ma grazie a una spinta su gomito e ginocchio il campione del mondo è riuscito a recuperare quella manciata di gradi sufficienti a far riprendere aderenza alla sua YZF-R1 e a salvarsi da una scivolata.
Un numero analogo a quel salvataggio ormai diventato marchio di fabbrica di Marc Marquez (che è tornato a mostrarne a Jerez) e a cui il turco ha detto esplicitamente di ispirarsi nell'allenamento specifico assieme a Kenan Sofuoglu. “Con Kenan ci alleniamo sulla sua pista di kart, è una pista piccola su cui perdo sempre l’anteriore! Però stavolta la moto era un po’ più pesante! Guardo sempre Marc Marquez, è lo stesso stile! Ricordo che nel 2020 a Jerez ho provato a tenere su la moto ma non ce l’ho fatta e quindi sono caduto. Oggi mi sono detto ‘devo tenerla su!’ Sono davvero contento, portiamo a casa dei buoni punti e un secondo posto è meglio di una caduta. È stato un weekend strano...”