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Giovedì pomeriggio, dopo aver percorso alcuni giri della pista di Magny Cours con la sua nuova e bellissima Pinarello, Bradley Ray ci concede un’intervista nell’hospitality dello Yamaha MotoxRacing WorldSBK Racing Team, un nome anglofono per definire l’italianissima squadra di Sandro Carusi, una bella realtà in netta crescita, pur essendo solo al suo secondo anno nel campionato mondiale Superbike.
Quest’anno la Yamaha gli ha affidato questo talento inglese, con il compito di farlo crescere e di adattare il suo stile di guida alla R1 Superbike, uno moto molto diversa da quella che Ray utilizzava nel campionato inglese.
Nei sette round sino ad ora disputati (Bradley ha dovuto rinunciare a quello di Most per operarsi ad una spalla, e risolvere un vecchio problema che ne limitava le prestazioni) la sua crescita è stata evidente, ed è culminata nel sesto posto conquistato a Imola in Gara2. Un risultato che è un po il suo biglietto da visita nel WorldSBK e che ha mostrato a tutti di quale pasta sia fatto questo ragazzo che assomiglia più ad uno studente di Oxford che non ad un pilota, ma con il quale basta scambiare poche battute per capire quanto sia determinato e per comprendere da dove arrivi la grinta che mostra quando sale in sella alla sua Yamaha.
Come sta la spalla? (Bradley ha dovuto rinunciare al precedente round di Most e causa di un intervento alla spalla destra)
Ora molto bene. Era un problema che mi portavo dietro da alcuni anni che mi causava dolore, ma che soprattutto occasionalmente mi toglieva forza e sensibilità al braccio destro. Ma ora è tutto a posto.
Come sta andando questo tuo primo anno nel mondiale Superbike?
Dopo aver vinto il titolo BSB il mio obiettivo era quello di correre nel mondiale Superbike per diventare campione del mondo. La Yamaha mi ha dato la possibilità di correre con il team Motoxracing e non me la sono lasciata sfuggire.
E hai trovato una moto completamente diversa
Si, la moto è molto diversa rispetto a quella che utilizzavo nella SBK inglese, soprattutto per quanto riguarda la parte elettronica. La difficoltà maggiore l’ho incontrata nell’adattare la mia guida alla R1 e nell’imparare le piste.
Imola però l’hai imparata presto.
Si, a Imola ho ottenuto il sesto posto in Gara2. E’ una pista che mi piace moltissimo, forse perché è un tracciato “old style”, così come lo sono molti di quelli inglesi. So che alcuni piloti la cancellerebbero dal calendario, mentre se fosse per me ci farei correre tutto il campionato.
Tornando al BSB erano tanti anni che da quel campionato non arrivava un pilota competitivo. Forse proprio a causa dell’elettronica?
In effetti erano molti anni che un pilota del BSB non approdava al mondiale, ma non penso sia a causa della mancanza dell’elettronica nel campionato inglese. Penso che chi non l’ha mai utilizzata possa imparare ad utilizzarla. E’ certamente più difficile il contrario. Forse ai top rider del BSB non è mai stata offerta l’opportunità di accedere al mondiale, e anche per questo io mi ritengo fortunato per averlo potuto fare. Ho provato per molti anni ad approdare nel paddock delle derivate, ma non c’è mai stata l’opportunità di farlo.
Ti ha certamente aiutato vincere la SBK inglese con una Yamaha
Certamente. Prima correvo con una Suzuki e non potevo avere sbocchi nel WorldSBK. Yamaha attua una politica ben chiara, e cerca di far crescere i propri piloti per portarli dalla SS300 alla Superbike.
Come ti trovi nel Team Motoxracing?
Molto bene. Mi sento a casa mia ed avverto fiducia nei miei confronti. Penso che sia l’ambiente ideale per imparare e crescere.
E con la moto?
Le R1 del WorldSBK non sono molto diverse e non c’è una grande differenza tra quelle “private” e quelle ufficiali. Nello specifico la nostra moto è migliorata costantemente, ma al momento il mio focus non è tanto sulle prestazioni della moto, quanto sul mio stile di guida. Devo lavorare su me stesso per essere in grado di sfruttare tutto il potenziale della R1.
Dove ti devi migliorare?
Senza dubbio nelle qualifiche. Devo ottenere risultati più costanti in qualifica per poter fare meglio in gara. Questo dipende anche dal saper sfruttare a fondo la gomma morbida. Stiamo lavorando su questo aspetto che è determinante ed incide molto sui risultati delle gare.
Il prossimo anno ci sarà un nuovo pilota in Yamaha
Sono contento che Jonny corra con la R1. E’ un grande campione con un talento incredibile. Ha vinto con la Honda e con la Kawasaki ed ora vuole vincere anche con la Yamaha e sono certo che ci riuscirà.
E tu cosa farai nel 2024?
Il mio obiettivo è ovviamente quello di restare nell’orbita Yamaha e spero di restare nel Team Motoxracing per mettere a frutto tutto il lavoro che stiamo facendo quest’anno. Però di queste cose se ne occupa il mio manager, che è l’ex pilota Shane “Shakey” Byrne, che in passato ha corso qui nel WorldSBK ed è stato sei volte campione BSB.