SBK 2023 e giri motore: Cambiare tutto per non cambiare niente?

SBK 2023 e giri motore: Cambiare tutto per non cambiare niente?
Ducati penalizzata di 250 giri e Kawasaki aiutata con 250 giri in più. Una decisione che sposta gli equilibri del campionato? Lo abbiamo chiesto a microfoni spenti ai tecnici delle due case ed ecco cosa è emerso
5 maggio 2023

FIM e Dorna hanno comunicato ieri pomeriggio di aver deciso di penalizzare le Ducati Panigale V4 di 250 giri motore e di aver concesso alle Kawasaki Ninja ZX-10 RR 250 giri in più. Una decisione che rientra nei regolamenti, che prevedono che ogni tre round, in base ai risultati dei piloti di ogni singola casa, e secondo un misterioso logaritmo che da tempo definisco una “supercazzola”, si possa intervenire per livellare le prestazioni delle moto a vantaggio dell’incertezza del campionato e dello spettacolo. Nulla di nuovo quindi, visto che era già successo in passato che FIM e Dorna intervenissero togliendo ad esempio 250 giri alla Ducati nel 2019 o concedendo le “super concession” a Honda e BMW che hanno potuto modificare i rispettivi telai.

E’ chiaro che quest’ultima decisione lascia alquanto perplessi prima di tutto per le tempistiche, visto che è arrivata il giovedì di Barcellona, ma come avevamo scritto il 17 marzo era prevedibile che, alla luce dei risultati della passata stagione e dei primi tre round del 2023, Ducati sarebbe stata penalizzata e Kawasaki aiutata, visto che questo prevede il regolamento. Perché quindi comunicarlo ai team solo il giorno prima delle prove?

La decisione ha ovviamente fatto scalpore tra i “puristi” che non ammettono interferenze nel campionato, e tra i sostenitori della Ducati, che si sentono presi di mira ed ingiustamente penalizzati (se siamo i più forti è perché ce lo siamo meritato con il nostro lavoro).

Ma togliere o aggiungere 250 giri motore cosa comporta effettivamente? Ducati è stata veramente penalizzata e Kawasaki è stata davvero aiutata?

Per capire come stanno effettivamente le cose l’unica cosa da fare e parlare a microfoni spenti con i tecnici delle due case. Non con i responsabili tecnici, non le fonti ufficiali, ma con i meccanici, con quelli che mettono le mani nei motori o con gli “elettronici”.

Ducati

Diciamo subito che in Ducati nessuno si è strappato i capelli. “Ci sono alcuni circuiti (certamente non quello di Barcellona) dove i 250 giri in meno si sentiranno - il parere dei tecnici della rossa a due ruote - ma questo non rappresenta un grosso problema per i nostri piloti”. Certo quando ti tolgono qualcosa non ti fa mai bene, ma il problema che è emerso è un altro. La Panigale V4 2023 è stata preparata tutto l’inverno sia al banco che nei test, calcolando un regime massimo di 16100 giri, ed il cambio è stato studiato di conseguenza. I 250 giri in meno vanno ad inficiare il lavoro svolto fino ad ora. Molti dei dati che sono stati raccolti non sono più validi, ad iniziare da quelli che le squadre Ducati avevano immagazzinato proprio nei test di Barcellona di fine marzo/inizio aprile. Se vogliamo trovare un lato positivo è che girando ad un regime inferiore il motore dovrebbe avere una durata superiore ed una minore possibilità di rotture. Ed è il motivo per il quale quando la V4 venne penalizzata con 250 giri motore nel 2019 in molti in Ducati ammisero che la Panigale veniva già utilizzata con quel numero di giri proprio per una maggiore affidabilità del propulsore. Da notare inoltre che questa nuova regola va a colpire non solo le due moto ufficiali del team Aruba, ma anche quelle dei team i privati. Non a caso ieri Marco Barnabò ha incontrato la stampa per esprimere il proprio disappunto. “Ho il pilota più pesante ed ora mi tolgono anche dei giri motore …..”

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Kawasaki

In Ducati non piangono, ma in Kawasaki non festeggiano. Il problema della Ninja, come Rea ha dichiarato decine di volte, è la potenza del motore. Ovvio che 250 giri in più non fanno male, ma non cambiano lo stato delle cose in quanto aiutano il pilota solo al massimo dei giri e quindi nella velocità di punta. Un “aiutino” ben accetto ma che non va ad incrementare la competitività della Ninja. Dall’altro lato però vale esattamente quando sopra scritto per la Panigale e cioè che è stato variato il bilanciamento del motore e del cambio. E’ ovvio che i motoristi della Kawasaki hanno lasciato del margine, ma la domanda che in molti si pongono tra i tecnici nero verdi è se l’incremento dei giri possa andare a discapito dell’affidabilità dei motori. Anche perché (e questo vale anche per la Ducati) i motori sono già stati tutti punzonati, e non possono essere riaperti per ricondizionarli alla luce del nuovo regime di giri.

Riassumendo la decisione della FIM/Dorna così come non danneggia più di tanto la casa italiana, non aiuta in modo rilevante quella giapponese, ma sotto alcuni di punti vista crea qualche problema ad entrambi. L’unico effetto sicuro è quello di alimentare polemiche e discussioni. Che sia proprio questo l’intento dell’organizzatore spagnolo?

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