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La pista di Magny Cours era probabilmente l’ultima sulla quale Alvaro Bautista e la Ducati Panigale V4R avrebbero potuto essere messi in difficoltà. Un’occasione imperdibile per Toprak Razgatlioglu e per la Yamaha per tenere aperto il discorso relativo al titolo mondiale.
Sulla sua pista preferita il turco ha rosicchiato 18 punti allo spagnolo, anche grazie al problema tecnico che ha rallentato la Ducati col numero 1 nella gara del sabato, ma con la perentoria vittoria di domenica nella gara lunga il campione del mondo ha dimostrato che i valori in campo non sono cambiati e che il favorito al titolo mondiale è sempre lui.
La Yamaha sfrutta il talento di Toprak così come la Kawasaki fa con quello di Jonathan Rea e viene da chiedersi cosa succederà il prossimo anno quando i due cambieranno casacca. Toprak ha affermato ancora una volta che quest’anno la V4 è più forte dell’anno passato, ma anche la sua R1 ha senza dubbio fatto dei passi avanti. Chi sembra sia rimasta al palo è la Ninja verde e nera. Rea ha dichiarato che nel tentativo di invertire la tendenza la sua squadra ha testato anche componenti di parecchi anni fa, ma ovviamente il risultato non è cambiato.
In casa BMW questa volta si festeggia Garrett Gerloff ma tutti questi alti e bassi confermano che la M1000RR è ben lontana dall’essere competitiva e che Razgatlioglu avrà le sue belle gatte da pelare.
Il nuovo telaio portato in Francia non è servito a migliorare le prestazioni della CBR ed i suoi piloti non sanno più a che santo votarsi, tanto che Iker Lecuona si sta proponendo a qualsiasi squadra pur di non aver nulla a che fare con la Fireblade.
La Superbike fa ora rotta verso Aragon e Portimao, due piste veloci dove il potente motore della Panigale potrebbe decidere questo mondiale 2023, anche se dopo quello che abbiamo visto prima a Most e ora qui a Magny Cours a fare pronostici si corre solo il rischio di fare brutte figure.
Ecco i nostri voti ai protagonisti del round di Magny Cours.
Non sbaglia nulla e ottiene sempre il miglior risultato possibile. Approfitta cinicamente del problema alla moto di Bautista in Gara1 e del tamponamento fratricida nella Superpole Race, ma nulla può contro lo strapotere dello spagnolo nella gara lunga della domenica, nella quale porta comunque a casa 20 punti preziosi. E’ in stato di grazia, un incredibile mix di talento e determinazione.
La sua rimonta nella gara di sabato mette in mostra un incredibile passo di gara, lo stesso che domenica lo porta alla vittoria in Gara2. Resta però la macchia del suo errore nella Superpole Race sia perché che causa la caduta di Rinaldi e sia perché permette a Razgatlioglu di sfuggire indisturbato verso la vittoria. Viene graziato dallo Stewart Panel che punisce tutti gli errori meno il suo.
Sbaglia solo la Superpole, con un quinto posto in griglia che però non incide sulle sue gare. Fa più fatica ora a salire sul terzo gradino del podio rispetto a quando vinceva i suoi primi titoli mondiali. Spreme la sua Ninja come un limone pur sapendo di non poter avere la meglio su Bautista e Toprak. Non si arrende mai perché è un vincente. E per questo cambierà squadra.
Cresce alla distanza con due quarti posti che lo consacrano ancora una volta come il primo degli “umani”. E’ estremamente concreto e non sbaglia niente, ma gli manca sempre quel pizzico in più per stare con i magnifici tre. Provaci ancora Andrea!
Ha un conto aperto con la fortuna che prima o poi gli dovrà rendere tutto con gli interessi. Con il terzo posto in Superpole mette subito in chiaro di essere tra i piloti da battere. In Gara1 cede solo a Razgatlioglu, ma poi viene pugnalato alle spalle dal suo compagno di squadra e dalla sua moto. Ancora una volta non riesce a esprimere tutto il suo potenziale.
Conquista la sua prima pole position in carriera ed in gara è sempre tra i primi a parte nella Superpole Race, dove viene trascinato a terra dal suo compagno di marca (a Magny Cours succede…….). La sua crescita è resa difficoltosa da una moto poco competitiva. L’arrivo di Toprak in BMW nel 2024 potrebbe aiutarlo a fare il salto di qualità.
Un weekend tutto in salita salvato in corner solo la domenica. Cade rovinosamente nelle libere e distrugge la sua V4R. Un sabato da dimenticare con il diciannovesimo posto in Superpole ed il diciassettesimo in Gara1, con una moto ancora tutta da sistemare. Sabato notte i suoi tecnici fanno il miracolo e domenica chiude sesto. I soliti alti e bassi, questa volta non per colpa sua.
Dopo i test di Aragon ci aspettavamo un Petrucci più arrembante, ma bisogna ricordare che non aveva mai corso su questa pista con una Superbike. Sarebbe arrivato tre volte quinto se il cambio elettronico non lo avesse tradito negli ultimi giri di Gara2. Continua la sua marcia di avvicinamento ai magnifici tre.
Non è più l’Aegerter di inizio stagione, ma anche a lui la sfiga non manca. Undicesimo in Gara1, torna in alto nella gara sprint e chiude sesto. Non riesce a confermarsi nella gara lunga della domenica a causa di un contatto con Redding. Rimandato ad Aragon.
Ne combina di tutti i colori. E’ nervoso e sbaglia sovente. Male in Superpole si riprende con il settimo posto nella gara di sabato ma domenica colleziona, in tutto tre long lap penalties, un ventesimo posto, due cadute ed un ritiro per un problema tecnico. Un record.
Va bene che non aveva mai corso a Magny Cours ma nove punti in tre gare sono davvero pochini. Quindicesimo sia in Superpole che in Gara1, l’australiano si migliora nelle due gare successive, ma non va oltre l’ottavo posto. Resta un mistero il perché la Yamaha gli abbia rinnovato il contratto.