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Andrea Dosoli è sempre molto disponibile ed è sempre interessante sentire quale sia il suo parere e allo stesso tempo venire a conoscenza dei progetti Yamaha nei mondiali delle derivate. La casa dei tre diapason è fortemente impegnata in tutte e tre le categorie, alle quali nel 2024 si aggiungerà anche il mondiale femminile che si correrà con la R7. Ma partiamo dall’attualità e da quello che sembrava essere uno sgarbo da parte di Yamaha nei confronti di Razgatlioglu.
Come mai Toprak non ha svolto i test di Jerez con la BMW? La Yamaha ha posto il veto?
Noi non abbiamo negato a Razgatlioglu la possibilità di provare a Jerez. Abbiamo ragionato con lui per trovare una soluzione. Eravamo disponili a lasciarlo libero di svolgere i test a certe condizioni, che lui però non ha accettato.
Pensi che il test di Toprak con la Yamaha MotoGP sia stata la causa scatenante del suo mancato rinnovo e della sua decisione di cambiare squadra?
Come lui stesso ha spesso affermato, Toprak era alla ricerca di nuovi stimoli, di una nuova sfida. Ad un certo punto lui ha pensato che questa sfida potesse essere in MotoGP. Nel suo test con la M1 Razgatlioglu ha messo in mostra tutto il suo grande talento, ma gli è servito per rendersi conto che nell’immediato quella non era una strada percorribile e di conseguenza ha cercato altre strade e alternative diverse in Superbike.
Cosa ne pensi del regolamento tecnico che entrerà in vigore il prossimo anno?
Come sappiamo nel 2024 le Superbike disporranno degli stessi giri motore della stagione precedente, fatta eccezione per la Ducati, alla quale saranno restituiti i 500 giri tolti quest’anno. Il nuovo regolamento riduce di tre litri la capacità del serbatoio e questo costringerà i costruttori a sviluppare motori più efficienti, anche perché poi nel 2025 si arriverà a controllare la portata della benzina, attraverso la quale si potrà controllare la potenza massima. L’obiettivo è quello di evitare un ulteriore incremento delle prestazioni. Quella che arriva da Dorna e FIM è senza dubbio un messaggio forte ed importante, che sposta l’indice verso la sostenibilità.
Anche la benzina sarà più ecosostenibile
Nel 2024 correremo con una benzina al 40% di provenienza non fossile e tutto questo definisce chiaramente come la SBK sia alla ricerca della massima sostenibilità, utilizzando benzina eco fuel e passando a serbatoi da 24 a 21 litri. Un momento transitorio, per arrivare poi nel 2025 ad un controllo della portata della benzina, con la quale non sarà più possibile alzare ulteriormente l’asticella delle prestazioni. E questo va anche a vantaggio della sicurezza. Il clima che in questo momento si respira nelle riunioni della MSMA è molto sereno, perché tutte le aziende sono d’accordo nel cercare di portare tutti i costruttori ad un buon livello di competitività. Lo spettacolo non deriva dalla velocità massima o dai tempi sul giro, bensì dall’avere in pista moto che siano tutte competitive.
Cosa ne pensi dell’ingresso di aziende cinesi nella 300 ed in Supersport?
Quest’anno abbiamo Kove in 300 ed il prossimo anno dovrebbe entrare un nuovo costruttore cinese anche in Supersport. E’ certamente positivo che ci sia un forte interesse da parte di nuovi costruttori dell’Estremo Oriente, e questo ci porterà molto probabilmente a correre anche in quella parte del mondo. Il prossimo anno ci saranno ben sette diversi produttori in Supersport e questo è un bene per tutto il movimento. I mondiali delle derivate rappresentano per le case costruttrici l’unica possibilità di sviluppare in pista prodotti destinati poi all’utilizzo su strada. Un fattore determinante per il successo dei campionati stessi e per il loro futuro.
Cosa ne pensi del calendario 2024?
Il calendario prevedeva originalmente tre gare extraeuropee, ma per una serie di motivi che non dipendono da noi avremo invece solo l’appuntamento di febbraio in Australia. Voglio pensare che sia un anno di transizione, che ci porterà in futuro ad essere presenti in quei mercati, come il Sud Est Asiatico o il Sud America, che sono di grande interesse per i costruttori. In passato la Superbike ha aperto nuove opportunità e si è rivolta per prima a nuovi autodromi come quello di Buriram in Tailandia o di Mandalika in Indonesia, dove la GP è arrivata solo in un secondo momento. In futuro dovremo definire una serie di autodromi in nazioni diverse rispetto a quelle che ospitano la MotoGP.
Non temi che in Supersport si possa passare da un “monopolio” Yamaha ad uno Ducati?
No. Non penso si vada verso un monopolio Ducati. L’obiettivo di Yamaha non è mai stato quello di avere il 100% della griglia. Un campionato simile non avrebbe senso e non desterebbe interesse. Per lo stesso motivo non penso si vada verso una grande maggioranza di moto Ducati. Ritengo che al momento ci sia un discreto livellamento delle prestazioni delle diverse moto. FIM e Dorna si stanno impegnando per analizzare correttamente i dati in modo da mantenere un equilibrio tra le varie Supersport e lo stanno facendo in modo sempre più professionale. Non dimentichiamoci che questa nuova formula della categoria cadetta ha solo due anni di vita e che è sempre possibile imparare e migliorare.
La Yamaha R7 sarà la moto utilizzata nel campionato mondiale femminile, ma da più parti si sente dire che potrebbe sostituire la Supersport 300
Sinceramente non so in quale direzione andrà il regolamento della classe entry level delle derivate, ma di certo in America si corre un campionato con le bicilindriche e nel BSB entrerà una categoria con moto a due o tre cilindri ed un range di potenza attorno ai 90 cavalli. Come è successo in passato per la Supersport nel BSB o per la 300 nel CIV, Dorna monitorerà l’andamento di questi campionati. La 300 offre gare molto combattute ma proprio per questo risulta difficile per il pilota fare la differenza e per noi comprendere quali siano i giovani migliori. Non so cosa succederà in futuro, ma noi siamo coinvolti nello sviluppo di questa categoria che correrà l’anno prossimo e che potrebbe, sia a livello di costi che di “scuola” per i giovani piloti, essere maggiormente propedeutica alla Supersport.
Come si è inserito Rea nell’ambiente Yamaha?
Posso dire che Jonny è davvero un grande professionista. E’ il pilota più vincente nella storia della SBK e questo significa che in lui c’è qualcosa di speciale. E’ un grande motivatore, ha un’incedibile voglia di vincere e la trasmette a chi lavora con lui. Siamo solo all’inizio, ma se il buongiorno si vede dal mattino possiamo dire che quello con Jonny è stato un bel mattino. Lui si è integrato molto bene e la squadra ha fatto di tutto per farlo sentire a proprio agio. Per ora va bene così”.