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La notizia è arrivata ieri e mi ha lasciato triste ed incredulo. Paulo Pinheiro non c’è più. Il CEO dell’Autodromo do Algarve aveva 52 anni ed era in Francia a Le Mans, per seguire il figlio Bernardo, che corre in auto con la ELMS LMP3 del Team Virage. Dopo un malore Paulo è stato prontamente ricoverato in ospedale, ma purtroppo non si è più ripreso.
Lui era l’anima dell’impianto portoghese al quale ha dedicato tutta la sua vita lavorativa. L’ho conosciuto nel 2008 quando le gare della Superbike hanno inaugurato quello che per me è sempre stato uno degli autodromi più belli del mondo. I lavori non erano ancora stati ultimati, la galleria che porta nel paddock non era ancora agibile e non c’era ancora nemmeno l’uscita dell’autostrada. Ma con il suo sorriso, disponibilità e competenza Paulo ha fatto sì che il round si svolgesse regolarmente. Per me seguire le gare a Portimao è sempre stata una festa, anche perché avevo il piacere di incontrarlo e di scambiare due chiacchiere con lui sulla Superbike e sul “suo” autodromo.
Nei primi anni l’enorme tribuna davanti ai box era quasi deserta, ma poi gli spettatori sono aumentati ed eravamo entrambi felici di vedere e di commentare il fatto che il pubblico apprezzasse sempre di più le gare della SBK e l’autodromo, che per lui era come un figlio, che ha saputo far crescere sino a portarlo ad ospitare la MotoGP e la Formula1.
Tanti i ricordi che mi legano a Paulo ed il più toccante è probabilmente quello del 2020 quando le attività sportive stavano lentamente riprendendo dopo il covid. Erano i primi di agosto e per le due giornate di gare della SBK era riuscito ad ottenere il permesso di aprire la tribuna a 40 spettatori (ovviamente debitamente distanziati tra loro). Erano talmente pochi che si intravedevano a fatica su quella immensa tribuna, ma quando ci incontrammo in griglia di partenza i nostri occhi brillavano perché quello era il simbolo della rinascita dello sport motoristico dopo un periodo triste e buio.
Ci incontravamo con gioia ogni volta che avevo occasione di recarmi a Portimao, sia per le gare che per i test invernali. Parlava molto bene sia l’inglese che l’italiano e ogni tanto mi diceva. “Se rimani anche lunedì ti porto a fare un giro della pista in macchina”. Purtroppo i nostri impegni ce lo hanno sempre impedito, ma se il destino con te non fosse stato così crudele prima o poi ci saremmo riusciti.
Fai buon viaggio Paulo. Portimao non sarà più la stessa senza di te.