SBK 2024. GP d'Italia. Danilo Petrucci, il più amato dagli italiani

SBK 2024. GP d'Italia. Danilo Petrucci, il più amato dagli italiani
Non pensavo di vincere tanto e in questo modo. Ad aprile ero in ospedale e i medici mi chiedevano perché rischiavo la mia vita. Cremona è stato un bagno di folla. La SBK è un campionato speciale
23 settembre 2024

Riprendendo una vecchia pubblicità potremmo dire che Danilo Petrucci e il più amato dagli italiani. E non potrebbe essere diversamente, perché lui è il gigante buono, con un vocione che potrebbe destare soggezione, ma che dice cose che rivelano subito il suo carattere buono e sincero.

Parla in modo molto schietto, senza tanti giri di parole, ma difficilmente parla male di qualcuno. Per questo piace alla gente. Fino a ieri non aveva ancora vinto una gara in Superbike e la vittoria è venuta al momento giusto, sulla pista giusta. Un autodromo piccolo ma dove si respira la passione, dove dalle tribune gremite la gente fa sentire il proprio affetto ai piloti. La pista giusta per la Superbike, che Petrucci pensa sia un campionato speciale. Ha vinto a Cremona perché ha un legame particolare con questa città, un legame che risale a quando era bambino.

Ti aspettavi di vincere tanto?

Ho vinto più gare in una sola giornata di SBK di quante gare abbia vinto in tutta la mia carriera in MotoGP. No, non mi aspettavo di vincere tanto, anche perché oggi credevo di non avere il passo necessario per andarmene via da solo. Gara2 è stata molto lunga. All’inizio non volevo stare nel gruppo e ho pensato di andare in testa e tenere il mio passo, per vedere se qualcuno ne aveva di più. Quando ho visto che il mio vantaggio superava il secondo ho iniziato a guardare il mega schermo e ho visto che Bautista stava risalendo. So che lui è sempre molto veloce negli ultimi giri e allora ho incrementato il mio ritmo di due-tre decimi e non mi ha più preso.

Sei sempre stato in testa.

Ho fatto praticamente tutte e tre le gare in testa e non è stato facile. Non credevo di poter fare una cosa del genere, tanto che ancora non mi capacito e devo dire che non ci ho capito molto. Cercherò di stare sempre in testa anche ad Aragon, per vedere se riesco a capire cosa è successo (ride).

Cosa hai pensato dopo il trionfo di Gara2?

Ho pensato che fino ad ora è stato un anno incredibile. A metà aprile ero in un ospedale con la faccia rovinata, la mandibola fratturata così come la spalla e la clavicola. Ero conciato male ed i dottori mi chiedevano perché mi fossi ridotto così. “Ci sono tante persone che devono ricorrere alle nostre cure perché sono malate, mentre tu i problemi te le vai a cercare. Perché lo fai?” La mia risposta era che lo facevo per la mia passione. Per quella passione che mi tiene vivo ma che mi ha quasi ucciso. E’ il motivo per cui mi alzo tutte le mattine, per cui mi alleno tutti i giorni e faccio tanti sacrifici. Però poi in cambio posso vivere giornate come questa, che mi ripaga di tutto il dolore, di tutti gli sforzi e di tutte le rinunce che devo fare.

Tanta gente, tanta passione come non si vedeva da tempo.

Non so quante persone ci fossero oggi, ma ho visto che le tribune erano piene. Ho cercato dei biglietti per alcuni amici ma erano ormai introvabili. E’ stato uno spettacolo e la Superbike si merita tutta questa passione e questo affetto. Vedere tutta quella gente che mi applaudiva e che era felice per le mie vittorie mi ha riempito di gioia, e mi ha riportato a quelli che vengono considerati gli anni d’oro della Superbike.

Vincere a Cremona deve avere un sapore particolare.

A Cremona è legato un mio ricordo di bambino. Sono caduto nel 2001 mentre facevo motocross. E’ stato il mio incidente più grave quando ero piccolo”. Mostrando una lunga cicatrice sul bicipite sinistro dice “Mi trattarono con il cortisone e mi è rimasta questa grande cicatrice. Forse avevo un conto in sospeso con Cremona ed oggi mi è stato pagato. Questa città sarà sempre un ricordo indelebile nella mia memoria, prima per quel grave incidente da bambino ed ora per queste vittorie in Superbike.

Come giudichi la pista?

Avevo girato su questa pista solo con moto di serie ed ero un poco preoccupato perché pensavo non ci fossero posti dove poter superare. Poi ieri in tre curve ho fatto tre sorpassi. Questa è una pista che mi ricorda quelle sulle quali ho corso nel MotoAmerica o quelle del British Superbike. Ritengo che la Superbike abbia bisogno di tracciati come questo, che magari sono più corti di altri, ma dove le corse possono essere spettacolari e dove si sente il calore del pubblico. La Superbike è un campionato speciale, una grande spettacolo, e spero che Cremona rimanga in calendario per molti anni ancora.

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