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Il farneticante calendario ideato dalla Dorna ha piazzato il round di Portimao a metà agosto, un vero supplizio per i piloti dei mondiali delle derivate, che sono stati comunque in grado di regalarci alcune gare avvincenti, che sono culminate con quella che ha chiuso il weekend portoghese, vale a dire Gara2 Superbike.
Nonostante Toprak Razgatlioglu abbia piazzato la “solita” tripletta, questa volta il talento turco ha dovuto vincere la resistenza dei piloti Ducati, apparsi finalmente in grado di lottare con la BMW numero 54.
Purtroppo, come stiamo vedendo da inizio campionato, Alvaro Bautista non è quello della passata stagione e, al di la dell’ingiusta penalità, perde il confronto con Toprak per sfortuna e demeriti propri, come la scivolata finale. D'altronde se nel 2023 il turco gli ha conteso il titolo con una Yamaha, non è difficile comprendere come, una volta salito sulla performante M1000RR, possa vincere il duello sia con il campione del mondo uscente che con il rookie Nicolò Bulega che sta comunque facendo un campionato fantastico proprio in quanto debuttante nella categoria.
E’ stato un duello BMW-Ducati, nel quale ha tentato di inserirsi solo la Kawasaki con un maiuscolo Alex Lowes, mentre Honda e soprattutto Yamaha hanno fatto da comparse, anche se il Team HRC può vantare le ottime prestazioni di Xavi Vierge.
Per rivedere in pista le superbike dovremo attendere tre settimane. Si correrà a Magny-Cours in Francia, la pista dove Razgatlioglu ha vinto la sua prima gara in Superbike. Con 92 due punti di vantaggio su Bulega e 142 su Bautista bisognerà iniziare a calcolare in quale round la BMW potrebbe aggiudicarsi quello che sarebbe il suo primo titolo mondiale.
Ecco i nostri voti ai protagonisti del torrido weekend dell’Algarve:
Questa volta la lode non è per la quarta tripletta o per le 13 vittorie consecutive, ma per come ha saputo rintuzzare gli attacchi dei piloti Ducati, soprattutto in Gara2. Il vento e la conformazione del tracciato hanno messo in difficoltà la sua BMW, ma ancora una volta Toprak ha dimostrato non solo un grande talento, ma anche un’intelligenza tattica e agonistica fuori dal comune.
La sua eccezionale rimonta in Gara2 ha confermato come Alvaro abbia ormai ritrovato la “sua” Panigale V4, però lo spagnolo deve mettere a frutto la propria ritrovata competitività e 24 punti non sono certo il bottino che sia lui che la Ducati pensavano di ottenere. Una grande rimonta conferma come lo spagnolo possa tener testa al missile Toprak, ma poi rovina tutto con una scivolata dettata dalla troppa foga.
Maledetta aria condizionata. Il rookie della Ducati arriva in autodromo con influenza e mal di gola, e come se non bastasse nelle FP1 la sua Panigale lo lascia a piedi. Acciaccato e con una moto ancora da sistemare, nelle gare si migliora sino ad arrivare a lottare con Razgatlioglu, portando a casa un secondo posto che vale oro. Deve acquisire solamente un poco più di cattiveria agonistica.
E’ un altro pilota rispetto a quello che abbiamo visto nelle passate stagioni. Non sbaglia niente e sfrutta tutti i cavalli della sua Ninja. Secondo in Superpole e due volte terzo in gara, per un quarto posto in campionato a 10 punti da Bautista. Miracolo verde.
Com’è dura la vita sulla R1. Sale sulla stessa scialuppa degli altri piloti azzurri senza mai riuscire a guidarla verso un risultato all’altezza delle sue capacità Come se non bastasse in Gara1 deve fare i conti con la rottura del cambio elettronico. Piove sul bagnato. Ma lui non molla.
La pista gli piace molto (ci ha vinto con la BMW nel 2021) ma i suoi risultati confermano come anche lui stia crescendo ed iniziando a sfruttare il potenziale della M1000RR. Si fa vedere spesso nelle prime posizioni e sfiora il podio nella gara sprint.
Non centra mai la top ten. Va bene che anche gli altri piloti Yamaha non hanno ottenuto grandi risultati, ma da lui ci aspettavamo qualcosa in più. Sui saliscendi di Portimao se non hai la moto ben bilanciata non vai da nessuna parte e a giudicare dai suoi risultati la R1 del bergamasco non lo era di certo.
Un weekend da incorniciare con due podi ed un quinto posto quale peggior risultato. In tutto con una Ducati privata e senza essere ancora al meglio della condizione fisica. A mio parere il suo miglior weekend da quando è tornato nel paddock delle derivate. Manca davvero poco alla tanto sognata vittoria.
Come lui stesso dice spesso, Andrea sta ancora imparando tante cose. Non aveva mai corso in gara su questa pista che non è per niente facile, soprattutto per quanto riguarda la messa a punto della moto. Ha sempre lottato con grande energia e alla fine ha ottenuto un quarto posto che premia il suo impegno. La caduta in Gara1? Capita a chi le prova tutte.
Non si riesce ma a capire dove finiscano i limiti della CBR e dove inizino quelli dei piloti che la portano in pista, ma non dimentichiamoci che nemmeno Bautista riusciva a far volare questa Honda. Lo spagnolo va sempre a punti ed è settimo nella superpole race. Non è poco.
Difficile domare la Kawasaki sul toboga portoghese. Axel ci mette tutto il suo impegno, non porta a casa dei buoni risultati, ma solo tanta esperienza che gli sarà utile sulla Bimota.
Alti e bassi per l’americano, quarto in Gara1 e sempre a punti con la BMW Bonovo. La notizia del suo passaggio in casa Puccetti non lo deconcentra, anzi sembra dargli più morale.