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Siamo solo al quinto di dodici round, ma la supremazia di Toprak Razgatlioglu è evidente e rischia di togliere interesse al campionato. Ho scritto “supremazia di Toprak” e non della BMW perché fino ad ora solo il turco ha portato sul podio la M1000RR. A Donington, sulla sua pista di casa, abbiamo assistito al risveglio di Redding che ha sfiorato il podio, ma non si hanno notizie di Michael Van der Mark e Garrett Gerloff.
Con Razgatlioglu la casa tedesca è riuscita a mettere in difficoltà la Ducati il cui pilota di punta non è più Alvaro Bautista, bensì il debuttante (di lusso) Nicolò Bulega.
Da più parti si auspica che la Ducati sviluppi la Panigale V4 per metterla in grado di competere con la M1000RR, ma bisognerebbe prima comprendere se si tratti di un problema di moto o di piloti.
Le prestazioni di Alex Lowes confermano che la Kawasaki è tornata. Il pilota inglese è ormai una sicurezza, ma anche Axel Bassani sta (piano piano) arrivando. Alti e bassi in casa Yamaha che ritrova il podio con Jonathan Rea (“ci sei mancato” gli ha detto Toprak sotto il podio) ma che non festeggia una vittoria dal settembre 2023, guarda caso proprio con il pilota turco.
In mezzo a tanti cambiamenti una solo sicurezza, la Honda: 6 punti in tre gare con quattro piloti.
Ma ecco le nostre pagelle ai protagonisti del round oltremanica:
Siccome è difficile trovare gli aggettivi giusti per definire quello che sta facendo Toprak, facciamo parlare i numeri. Il fenomeno turco si è aggiudicato 9 delle 15 gare disputate, 12 podi e 5 Superpole su 4. Grazie al lavoro della BMW e della sua squadra ora la M1000RR lo asseconda in tutto e lui può dare sfogo a tutto il suo talento. Come se non bastasse Toprak dice quello che pensa e dimostra tanta personalità. Come i campioni veri.
Risolte le difficoltà iniziali il rookie della Ducati è stata l’unico ad avvicinarsi a Razgatlioglu. Non ha sbagliato niente ed ha portato a casa due secondi ed un quarto posto. Se vi pare poco. Sta andando oltre ogni previsione e ha ancora molto margine di miglioramento.
Il male oscuro che lo attanaglia non è (per sua stessa ammissione) solo colpa del peso aggiunto dall’assurdo regolamento. La realtà è che Toprak ha alzato l’asticella e lui, per ora, non riesce a farlo. Però non ha nessuna intenzione di mollare e lotta come un leone anche per un quinto posto. Un grande.
Rivitalizzato dalla pista di casa e dai suoi sostenitori l’inglese ritrova la voglia di correre e di stupire. Sfiora tre volte il podio, e solo la sfortuna glielo nega in Gara1. E il momento positivo potrebbe proseguire a Most, dove è sempre andato forte.
Un weekend condizionato dalla regola delle bandiere gialle in Superpole, che lo costringe a partire indietro in gara. Ma la rimonta è la specialità della casa, pur se con una spalla ancora malandata.
Questo deve essere il terzo gemello. Di certo non è quello che abbiamo visto negli anni precedenti. Il suo peggior risultato del weekend è un quinto posto nella gara sprint, nelle gare lunghe sale sul podio. Grande merito anche alla rinvigorita Ninja ed al team, ma lui è probabilmente nel momento migliore della sua carriera.
Il quarto posto di Barcellona in Gara2 ci aveva illuso che anche l’olandese potesse sfruttare la competitività della BMW, ma i risultati di questo fine settimana (due volte dodicesimo) dimostrano il contrario.
Fa quello che la Yamaha gli consente e non a caso si ritrova spesso a lottare con quella di Rea. Non era certamente questa la pista dove lui può fare la differenza, ma ci aspettavamo qualcosina in più.
Rivede il podio dopo nove mesi e questo gli da morale, però il suo feeling con la R1 non sembra ancora poter decollare. Sta migliorando a piccoli passi, ma la domanda, anche alla luce dei risultati dei suoi compagni di marca, è se la R1 sia ancora una moto competitiva.
Fatica ad entrare nella top ten. Che sia rimasto al Sachsenring?
Che fatica... Il sedicesimo posto in Superpole lo obbliga a un weekend tutto in salita, concluso con un beneaugurale decimo posto in Gara2.
Vittima, come Petrucci, della regola delle bandiere gialle in Superpole e partendo dalla diciannovesima casella della griglia non può fare miracoli. E ora ci si è messa anche la sindrome compartimentale. Speriamo possa tornare presto in forma.