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Se già ieri, dopo Gara1, l’impresa di Danilo Petrucci era stata ben chiara ad appassionati e addetti ai lavori, oggi non si può far altro che guardare ed applaudire. Quello che ha fatto il supereroe ternano, perché di supereroe si tratta, è una di quelle gesta che solo gli sportivi veri sanno compiere. Ed è la dimostrazione che davvero, come si dice, non tutto il male vien per nuocere. “L’infortunio mi ha fatto capire cosa conta nella vita. L’importanza delle piccole cose, di avere un corpo che ‘funziona’ bene”.
Danilo, come ti senti?
È stato un fine settimana molto emozionante. Dopo il male che avevo avvertito ieri, oggi non sapevo come avrei retto la fatica di ben due gare. Tutti mi dicevano di lasciar perdere. Ma come avrei potuto? L’affetto delle tribune, i tifosi e i miei amici che mi hanno fatto una sorpresa venendomi a vedere mi hanno dato una forte motivazione in più. Non avrei potuto ritirarmi: avevo deciso di arrivare al traguardo a tutti i costi, ed è quello che ho fatto.
Ieri nono, oggi sesto. Stoico!
Nel giro di schieramento ho sentito un dolore fortissimo alla spalla. Pensavo di dovermi ritirare, ma poi è andata diversamente. Sono partito bene e sin da subito ho sfruttato la forza delle mie gambe per portare la moto dove volevo. Ho imparato a guidare praticamente senza un braccio, ma sfruttando molto le gambe. Sono anche riuscito a superare Bassani a quattro giri dalla fine, però poi sono rimasto senza energie. Quando ho tagliato il traguardo è stato come se mi avessero dato una pugnalata alla spalla.
Come hai fatto a correre così?
Sinceramente non lo so, ho trovato in me una forza che non pensavo di avere. Adesso sono un blocco di cemento, non riesco nemmeno a muovere il braccio. Sono davvero felice. Vedere i marshall con le bandiere e il numero 9 è stato commovente. Ho ripensato al mio incidente di due mesi fa, quando i medici mi dissero che per me le moto erano un capitolo chiuso.
di Luca Tealdi