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Il campionato mondiale Superbike è andato in archivio, e le gare di Jerez sono state lo specchio di una stagione. Toprak Razgatlioglu e la BMW sono stati i protagonisti principali e contro ogni pronostico hanno vinto il titolo al primo tentativo, ma non meno stupore ha destato la stagione del debuttante Nicolò Bulega.
BMW contro Ducati. Lo scorso anno ci si lamentava della facilità con la quale Alvaro Bautista sverniciava i suoi avversari (Toprak per primo) sui rettilinei e si diceva che la Panigale V4 è una GP camuffata. Quest’anno i lamenti hanno invece riguardato la M1000RR e le concessioni che l’hanno fatta diventare…..una GP ed il peso aggiunto sulla moto del campione del mondo uscente.
Insomma comunque vada qualcuno che si lamenta c’è sempre.
La realtà è che con Toprak la casa tedesca ha alzato l’asticella, ma non ha superato la Ducati che ha dimostrato di essere ancora la moto da battere, vincendo gare con 4 piloti diversi.
Per quanto riguarda le altre marche la Kawasaki ha stupito per i progressi compiuti con una moto che in molti davano per finita. Qualche giro in più ed un nuovo albero motore (oltre al lavoro svolto dai tecnici KRT sulla parte elettronica) le hanno permesso di vincere nel round di apertura di Phillip Island con Alex Lowes che ha chiuso al quarto posto, soffiandolo a Danilo Petrucci, che si è consolato con il titolo Independent.
Nella seconda parte del campionato anche la Honda ha finalmente mostrato dei progressi che hanno permesso ai suoi due piloti ufficiali di affacciarsi nelle zone alte della classifica, con Iker Lecuona che è anche salito sul podio all’Estoril.
Tra le Case la delusione è arrivata dalla Yamaha, che non ha mostrato alcun progresso, ha rinunciato alle concessioni ed è riuscita a mettere in difficoltà un campione come Jonathan Rea. La speranza è che la casa di Iwata aumenti il proprio impegno in Superbike, se non con una moto nuova almeno migliorando l’ormai vetusta YZF-R1.
Nemmeno il tempo di mettere in archivio il secondo titolo mondiale di Razgatlioglu ed il primo della BMW che domani sempre a Jerez potremo avere un ghiotto antipasto del 2025 e vedere da vicino la tanto attesa Bimota.
Ecco i nostri voti ai protagonisti dell’ultimo round 2024 in terra andalusa.
Titolo meritato, ma a Jerez si è dovuto piegare ad uno strepitoso Bulega. In gara1 ha avuto l’alibi di potersi accontentare del secondo posto, ma nella gara sprint di alibi non ne ha avuti e forse la bandiera rossa ha evitato una tripletta di Bulega. Niente di allarmante, Toprak resta il miglior pilota 2024, ma a Jerez non merita il solito 10.
La lode va aggiunta in quanto stiamo parlando di un ragazzo al debutto nella categoria. Un weekend dominato dall’italiano della Ducati e forse la bandiera rossa in Gara2 gli ha negato quello che sarebbe stato un incredibile en plein.
Il peggior Bautista della stagione. Tre cadute in tre gare ed un nono posto quale miglior risultato. In palio non c’era più nulla, ma non è accettabile che un campione come lui commetta così tanti errori. E poi davanti al proprio pubblico. Davvero brutte le sue scorrettezze nei confronti di Rea.
Da l’addio alla Ninja con un fine settimana ad alto livello, con un podio e con un quinto posto in Gara2 come peggior risultato. Si era un poco smarrito nei round precedenti, ma con prestazioni super è riuscito a strappare il quarto posto in classifica a Danilo Petrucci.
Sarà che da lui ci aspettiamo sempre molto, ma il Petrucci visto a Jerez non ci ha entusiasmato. In gara1 è’ stato anche sfortunato, ma non ha mai mostrato la sua consueta grinta.
Un weekend in crescendo, dall’ottavo posto nella Superpole siano al podio in Gara2. Avere un compagno di squadra che vince tutto non deve essere facile, ma lui lavora a luci spente e si migliora e alla fine è sesto nel mondiale. Merita un abbraccio per come ha reagito al lutto che lo ha colpito prima dell’Estoril, la morte improvvisa della madre.
Si carica sulle spalle tutta la Yamaha e la porta sul podio in Gara1. Soldatino Locatelli è l’unica sicurezza della casa di Iwata e meriterebbe una moto più competitiva.
Andrea a Jerez fa il diesel e passa dalla dodicesima posizione in Gara1 alla quarta in gara2, che senza quel tamponamento a Van der Mark avrebbe potuto essere un podio.
Un finale di stagione molto “consistent” per il texano anche in Andalusia ha dimostrato di essere maturato e pronto per passare ufficiale in Kawasaki.
Sul suo fine settimana pesa la scivolata in Superpole, con un sedicesimo posto che ha poi reso tutto più difficile. All’Estoril era riemerso dall’anonimato, ma a Jerez ci è ripiombato alla grande. Questa R1 proprio non fa per lui e non riesce a guidare come sa.
Ancora non ci siamo. Non gli è bastato un intero campionato per prendere le misure alla Ninja. Speriamo vada meglio con la Bimota.
Il weekend di Jerez è lo specchio della sua stagione. Qualche punto, ma niente che faccia ricordare il suo brillante passato. Per fortuna il campionato è finito.