SBK 2024. Jonathan Rea: “Yamaha è stata la scelta giusta”

SBK 2024. Jonathan Rea: “Yamaha è stata la scelta giusta”
Il pilota nordirlandese analizza il suo difficile inizio con la Yamaha, che non ha però minimamente intaccato la sicurezza di aver fatto la scelta giusta. “Mi aspetto di più, da me stesso e dalla Yamaha”
19 luglio 2024

Era da tempo che volevo intervistare Jonathan Rea, ma non me la sentivo di parlargli in un momento complicato della sua stagione e della sua carriera ed ho preferito attendere un round positivo come quello di Donington per analizzare con lui questi primi round con la Yamaha, per comprendere se Jonny sia ancora convinto di aver fatto la scelta giusta a lasciare la Kawasaki e se queste difficoltà abbiano o meno intaccato la fiducia in se stesso. Posso dire di aver trovato il “solito” Rea, consapevole di dover affrontare un cammino lungo e difficile, ma anche sicuro delle proprie grandi capacità e della sua granitica volontà di tornare in alto.

Donington è stata una tappa positiva di questa tua prima stagione con la Yamaha.

Si. E’ sempre bello trovare maggior feeling con la moto. E’ stato un weekend intenso e positivo. Le gare lunghe non sono andate male, ma nella Superpole Race ho conquistato il mio primo podio con la Yamaha. Sono partito molto bene e anche se non ho potuto tenere il passo di Toprak e di Bulega ho trovato un ritmo veloce e sono salito sul podio. Questo ha aumentato la mia fiducia nella moto. In Gara1 ho chiuso quinto ed il mio peggior risultato è stato l’ottavo posto in Gara2, dove però ho lottato a lungo con Bautista e con Locatelli. Vedremo come andrà a finire qui a Most, dove scopriremo se i miei risultati di Donington sono da attribuire solo alla mia pista di casa o se invece abbiamo realmente fatto uno step in avanti.

Finora Most non è stato un circuito a te particolarmente favorevole, ma ci hai corso solo con la Kawasaki.

Non è certamente una delle mie piste preferite, ma non posso nemmeno dire che mi sia indigesto, anche se la prima curva non mi piace per niente. E’ una curva lenta alla quale arriviamo a velocità elevata e succedono spesso cadute ed incidenti, specialmente al primo giro. Forse sarebbe meglio se ci facessero partire più vicini alla curva.

E a proposito di circuiti, cosa ne pensi di Cremona?

Non è tanto diverso da Most. Anzi forse ha qualche punto meno sicuro rispetto a questa pista. E’ al limite, con alcuni punti critici ed altri più che critici. Però non ci abbiamo ancora corso e quindi non posso esprimere un parere definitivo.

Dammi una percentuale del tuo feeling con la R1.

Uhm……forse un 75%. Il mio contatto con a Yamaha R1 fu inizialmente molto positivo, poi però le due brutte cadute delle quali sono stato vittima in Australia mi hanno fatto perdere fiducia nella moto. In seguito non è stato facile ritrovare il feeling ed ho fatto fatica sino al round di Donington. Ora dico di essere al 75% con moto e team e so che c’è margine di miglioramento. Io devo migliorare ma lo devono fare anche la moto e la Yamaha, se il nostro target è quello di puntare al podio in ogni gara.

Dove in particolare la tua moto deve migliorare?

In molti aspetti. Quello più evidente è l’accelerazione e la potenza del motore, che mi limitano nei sorpassi. Dobbiamo migliorare anche la parte elettronica per quanto riguarda a gestione della potenza ed il freno motore. Non c’è solo una parte da migliorare, ma tutto il pacchetto.

E qual è stata la risposta di Yamaha?

Io mi limito a far presente il mio punto di vista e le mie necessità, e poi sta alla Yamaha intervenire o meno in base alle mie indicazioni.

Ma hai visto dei miglioramenti o hai ricevuto delle parti nuove?

“Finora no.

Lo scorso anno con questa moto Toprak ha fatto grandi cose e forse tutti si aspettavano che tu facessi altrettanto.

Rispetto alla passata stagione molte altre moto sono migliorate, e anche noi ovviamente avremmo bisogno di fare un passo avanti. Nel 2023 Toprak ha lottato per la vittoria in gara ed in campionato contrastando Bautista, ma ad esempio lo scorso anno a Donington lo spagnolo della Ducati ha vinto le due gare lunghe, mentre quest’anno non ha vinto ed è arrivato davanti a me per un solo secondo. Va anche considerato che Toprak ha ottenuto questi risultati al suo terzo anno con la R1, mentre io devo ancora adattarmi alla moto e la moto a me. Comunque deve essere chiaro che io mi aspetto di più da me stesso e dalla Yamaha.

Realisticamente non potrai vincere il campionato e quindi qual è ora il tuo obiettivo per questa stagione?

Non ho nessun risultato specifico al quale puntare se non quello di trovare il miglior feeling con la moto e la squadra, non per una sola gara ma per tutto il campionato. Non puoi costruire una bella casa se non hai delle fondamenta solide. Io devo costruire delle buone fondamenta, per poi essere competitivo nel 2025.

Dopo nove anni con il Team KRT, in Yamaha hai trovato persone diverse e forse anche un diverso metodo di lavoro.

Si certo, dopo tanto tempo mi trovavo come in famiglia nel Team Kawasaki, ma non posso dimenticare che la squadra Yamaha nella quale sono ora ha vinto un titolo mondiale nel 2021 e nei due anni successivi ha lottato per il titolo sino alle ultime gare. Squadra e moto sono ai massimi livelli, sono io che devo ancora amalgamarmi con loro.

Al di là delle cadute che hanno reso più difficile i tuoi inizi con la R1, quali altri problemi stanno rallentando il tuo adattamento alla moto?

Certamente il chattering. Ho sofferto e soffro ancora per il chattering.

Anche gli altri piloti Yamaha hanno questo problema?

Non quanto me. Qualcuno lo ha avuto ma non in modo così importante. Con questo tipo di problema non puoi migliorare le tue prestazioni e non puoi avere fiducia nella moto.

Hai ancora questo problema?

A Donington no. Staremo a vedere cosa succede qui a Most.

A distanza di mesi sei felice per la scelta fatta? Di essere passato da Kawasaki a Yamaha?

Si. Dal mio personale punto di vista la risposta è si. Era tempo di cambiare. Non stavo più crescendo come uomo e come pilota. E poi volevo correre con la Yamaha, vivere una nuova esperienza, trovare nuovi stimoli come persona e come pilota anche se sapevo di scegliere una sfida impegnativa e difficile. Ovviamente sono ancora legato da amicizia ed affetto alla squadra Kawasaki e sono contento di vedere che Axel stia andando bene ed ottenendo buoni risultati, ma io ho iniziato una nuova avventura. Vedere che la Yamaha mi voleva e credeva in me mi ha dato tante motivazioni. Io non ho mai dubitato delle mie capacità. Abbiamo avuto un inizio difficile e qualche volta mi sono chiesto “cosa mi sta succedendo?”. Però ad Assen ho visto dei progressi e lo stesso è successo a Donington. Non ho perso fiducia nel progetto e quando avrò costruito quelle fondamenta che ti dicevo prima, so che potremo tornare ad essere competitivi e vincenti.

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