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Jonathan Rea e la Yamaha. Un amore che non decolla e che sino ad ora non ha dato i frutti sperati. Al momento il suo miglior risultato è un sesto posto ad Assen, dove ha anche conquistato la pole position sul bagnato. In classifica è quattordicesimo, con soli 31 punti all’attivo. In una recente intervista rilasciata al sito WorldSBK Rea ha fatto un bilancio di questo inizio di stagione, cercando di evidenziarne i lati positivi.
"Si dice che nei momenti difficili ‘cerchi sempre la luce in fondo al tunnel’ - ha affermato - e da pilota vuoi subito trovare la direzione giusta. La maturità però mi ha insegnato a pensare a correre, e poi le cose si aggiusteranno. Non sono pentito della mia scelta di lasciare la Kawasaki, cercavo una sfida diversa è l’ho trovata".
“Il 2024 non è stato il sogno che mi aspettavo – ammette il nordirlandese - Entrando a far parte di un nuovo team c’era la possibilità di far bene ma purtroppo la stagione è iniziata in modo orribile a Phillip Island con una grossa caduta nel test ed ho chiuso il weekend con un’altra grossa caduta. Ho consumato tante energie e mi sono infortunato. Non ne ho parlato troppo ma mi sono infortunato alla gamba e alla spalla. Mi sono preso del tempo per rimettermi sia fisicamente che mentalmente”.
I primi test con la R1 non erano andati male: “Arrivavo da un buon primo test, nel quale ero stato veloce, consistente e con delle belle sensazioni. In Australia invece le cose sono andate tutte al contrario. Ero davvero frustrato. Tutte le cose positive sulle quali avevamo lavorato in inverno sono andate in fumo in un weekend”.
E siamo a Barcellona. “Nel secondo round ho provato a ritrovare confidenza con la moto e con il team, lavorando in una direzione positiva – prosegue Jonny - Dalla prima gara dell’anno stiamo facendo progressi. Sarebbe stato terribile se avessi iniziato con una vittoria e poi la stagione avesse preso una piega opposta! Invece il trend del Campionato è positivo. Stiamo facendo dei progressi più lenti rispetto a ciò che vorremmo”.
Assen, unica tappa positiva, ma solo sul bagnato. “Quello di Assen per me è stato un buon weekend – racconta – E’ stata la prima volta in cui ho guidato la R1 sul bagnato. Le sensazioni nel corso della mattinata non sono state eccezionali ma in Superpole passo dopo passo sono stato sempre più veloce e alla fine sono stato il migliore. La pole position è stata una bella ricompensa per me e per tutto il team. Non è stato facile, ma sono venuto qui per provare a vincere le gare e per giocarmi il podio. La Superpole non assegna punti ma è stato bello dare un po’ di carica a tutti. Ciò che conta di più però è andare forte nel corso delle gare”.
"Il mio sogno è vincere una gara. Al momento ho la sensazione che sia ancora abbastanza lontano – ammette - ma passo dopo passo ci stiamo avvicinando. Devo capire come guidare la mia moto al limite. La moto mi piace tanto, fin dal primo momento in cui l’ho guidata. Al momento in gara ci sono degli aspetti legati alla mia fiducia con la R1 ed in particolare con la parte elettronica. Il Campionato presenta un livello talmente alto che quando non sono perfettamente a posto non ho né feeling né confidenza. So cosa devo fare ma si tratta semplicemente di lavorare con il mio team. Devo adattare il mio stile ma penso che ora devo conservare la mia direzione e provare ad adattare bene questa moto al mio stile. Quando il pilota non si sente al 100% o non trova il giusto feeling con la sua moto è davvero difficile fare la differenza. Una volta che ce l’avrò fatta, sono sicuro che riuscirò a essere lì per giocarmela, almeno, con gli altri piloti Yamaha. Penso che quando riusciremo a mettere tutto quanto a posto avremo un’ottima base per lottare con i migliori. La cosa bella è che sento che c’è tanto margine di miglioramento. Non vedo l’ora di sfruttare tutto questo potenziale”. Rispetto ad inizio stagione, quando sperava di poter lottare per il podio, Rea ha cambiato i suoi programmi.
Queste quindi le dichiarazioni del pilota nordirlandese. E’ chiaro che Rea non può che fare buon viso a cattivo gioco. E’ indubbio che la sua bellissima avventura con il Team Kawasaki fosse giunta al termine. Nuovi stimoli e nuovi obiettivi, non solo per il pilota nordirlandese, ma anche per il Team KRT che ha lanciato due nuove sfide: rilanciare Alex Lowes e far crescere Axel Bassani. Per quanto riguarda Jonny l’impressione è che lui si aspettasse una Yamaha R1 più competitiva. Nelle stagioni precedenti lottando con Toprak aveva acquisito la convinzione che la Yamaha fosse superiore alla Kawasaki, ed ha scelto la casa di Iwata per tornare competitivo. La realtà è invece risultata essere ben diversa. Il pilota turco si era “cucito addosso” la R1 che era carente di potenza massima, ma perfetta per il suo stile di guida, tutto "stop and go". Lo stile di Jonny è completamente diverso e, come lui stesso ammette nell’intervista, si deve ancora adattare alla sua nuova moto. Inoltre tutte le altre case (a parte la Honda) hanno mantenuto la propria competitività (Ducati) o hanno fatto notevoli passi in avanti (BMW e Kawasaki) anche grazie alle super concessioni, mentre la Yamaha è rimasta al palo ed è diventata la quarta forza del campionato. A questo dobbiamo aggiungere che Rea ha lasciato un team con il quale si era creato un feeling straordinario, per entrare in una nuova squadra ovviamente tutta da scoprire. La mancanza di Pere Riba si fa sentire.
Il lato positivo è che ora il sei volte campione del mondo ha compreso quale sia la reale situazione di moto e team e che si sia completamente calato nel suo nuovo ruolo. L’obiettivo non è più lottare per il titolo, ma per una singola vittoria. Siamo convinti che le grandi capacità di Rea siano rimasti immutate, così come la sua voglia di vincere. Il fuoco cova sotto la cenere. La speranza è che visti non solo i suoi risultati, ma anche quelli dei suoi compagni di marca, la R1 possa godere a breve di super concessioni che potrebbero realmente dare una svolta alla stagione del pilota più vincente nella storia del WorldSBK.