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A Jerez questo pomeriggio il sole e la pista asciutta hanno finalmente permesso alle squadre ed ai piloti, di svolgere il programma di lavoro stabilito, e a noi di iniziare a comprendere l’effetto che i molteplici cambiamenti che si sono susseguiti in questo periodo hanno avuto sulle prestazioni dei piloti, oltre a seguire con curiosità il debutto di Nicolò Bulega e il ritorno di Andrea Iannone.
Alla fine dei due giorni di prove il più veloce è stato Remy Gardner, che con il tempo di 1’38”448 ha chiuso al primo posto, precedendo proprio una delle due sorprese di queste prove andaluse: Nicolò Bulega.
L’australiano della Yamaha ha confermato di essere molto veloce qui a Jerez, e oggi è arrivato a 21 millesimi dal giro veloce della pista, che Jonathan Rea detiene dal 2019. Che Bulega potesse essere veloce con la Panigale V4R era presumibile, visto come erano andati i suoi test estivi con questa moto, ma i risultati odierni sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. Al di la del suo best lap (1’38”726) con il quale avrebbe ottenuto la seconda posizione nella Superpole di sabato scorso, il campione del mondo Supersport non ha concluso solo un giro veloce, ma ne ha inanellati molti, migliorandosi costantemente. Come lui stesso ha affermato il lavoro da fare è ancora molto, ma di certo il suo è stato un inizio col botto.
Stupisce fino ad un certo punto la terza posizione di Rea, che si è trovato subito a proprio agio sulla Yamaha R1. Jonny ha dichiarato che deve ancora provare moltissime cose, sia di assetto che di elettronica, ma che oggi ha iniziato il lavoro che gli consentirà di “cucirsi addosso” la sua nuova moto. Se all’inizio di questo percorso il sei volte campione del mondo è già così veloce chissà cosa potrà fare quando sentirà completamente sua la R1 ufficiale.
Sabato Alex Lowes aveva concluso la Superpole al terzo posto, mentre oggi ha terminato al quarto con un tempo più alto, precedendo l’altra sorpresa di questi test: Andrea Iannone (guarda la sua intervista).
L’ex pilota della MotoGP ieri lo aveva detto: “Se fosse per me accenderei i fari della moto e girerei anche di notte”. Oggi si è tolto la voglia di stare in moto, percorrendo la bellezza di 70 giri in 5 ore, il migliore dei quali in 1’39”335. Al di la del riscontro cronometrico, il pilota di Vasto ha dimostrato di poter raggiungere in fretta un ottimo livello di competitività. Ora anche per lui come per Rea, si tratterà di iniziare a comprendere meglio la moto, per poi adattarla il più possibile al proprio stile di guida ed alle proprie esigenze. Un ottimo inizio per un pilota che non saliva su una moto da corsa da quattro anni.
Molto positivo anche l’esordio di Michael Ruben Rinaldi sulla Panigale del Team Motocorsa, sesto nella classifica odierna. La moto, stando a quanto ha lui stesso affermato, non è molto diversa da quella ufficiale che lui conosce bene, ed il feeling con la squadra è stato praticamente immediato. Il suo ex compagno di squadra Alvaro Bautista lo ha seguito in settima posizione. Il campione del mondo, ancora dolorante per l’high side di ieri, non ha di certo cercato il tempo sul giro, ma si è impegnato con i propri tecnici per posizionare sulla moto i sette chili che il nuovo regolamento gli ha imposto. Sono state solo le prime prove, ma hanno già fornito informazioni importanti.
Solo nel finale Bradley Ray, alla sua prima esperienza con il Team GMT94, ha percorso un giro veloce ed è riuscito a risalire dalle ultime posizioni. L’inglese ha concluso ottavo precedendo Dominique Aegerter e le due BMW di Scott Redding e Garrett Gerloff, che sono stati di quasi un secondo più lenti rispetto al tempo che avevano fatto segnare in Superpole.
Lavori in corso per Axel Bassani che tra i piloti che hanno cambiato moto è probabilmente quello che ha più lavoro da svolgere, considerando quanto sia diversa la sua Ninja rispetto alla V4 che ha guidato sino a pochi giorni fa. Ultimo tempo per Tarran MacKenzie sulla Honda Petronas del Team MIE, staccato di oltre tre secondi e mezzo dalla prima posizione di Gardner.