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“Non voglio più pagare per correre”. Con questa frase ad effetto alcune settimane fa Andrea Iannone aveva iniziato a fare chiarezza sul proprio futuro. Dopo quattro anni di sosta forzata, la cosa importante era tornare a correre e a dimostrare di essere ancora un pilota competitivo.
Una volta dimostrato di poter stare ancora nelle parti alte della classifica il secondo passo era quello di trovare una struttura ufficiale, quel “progetto” del quale ci aveva parlato nell’intervista che ci aveva rilasciato qualche giorno fa.
A far quadrare il tutto ci ha pensato la proposta di Filippo Conti che ha capito che quello era il momento decisivo per affondare il colpo e portare nella propria struttura un pilota del calibro di Iannone. Al di là dell’aspetto economico, che ha comunque pesato non poco, alla base dell’offerta c’è un impegno tecnico, un “progetto” che mira a rendere competitiva la Yamaha R1 fino a portarla a lottare con Ducati e BMW. Viste le difficoltà che sta incontrando un pilota come Jonathan Rea è difficile pensare che la casa dei tre diapason possa colmare il divario tecnico e prestazionale attualmente esistente, ma se oltre al sei volte campione del mondo ora ci crede anche l’ex MotoGP allora vuol dire che qualcosa sta covando sotto la cenere creata dagli scarsi risultati Yamaha in SBK.
Da non sottovalutare infine il fatto che con questo accordo il pilota di Vasto entra in maniera ufficiale nell’orbita Yamaha, proprio quando anche il suo amico ed estimatore Paolo Campinoti ha sposato la causa della Casa di Iwata. Un caso?