Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
“Io sto con i piedi per terra”. E’ questo in estrema sintesi il messaggio che Andrea Iannone ha inviato in occasione della presentazione del Team GoEleven Pata Ducati 2025 che si è tenuta a Limone Piemonte. Il pilota di Vasto mette le mani avanti e aspetta il responso della pista, sia dei test invernali che del primo round in Australia per capire se i cambiamenti effettuati dalla squadra, che ha cambiato due tecnici, sono stati o meno migliorativi. Avrà un anno di esperienza in più, ora conosce la sua moto, il suo team, l’ambiente ed il format, ma ogni anno gli avversari alzano l’asticella e secondo Iannone solo dopo 3 o 4 round sarà possibile comprendere quale ruolo lui e la sua squadra potranno svolgere in questo campionato
Sei già salito sulla tua Panigale V4 a Portimao qualche settimana fa.
“Si ma non lo possiamo considerare come un vero e proprio test perché il primo giorno faceva molto freddo ed il secondo ha piovuto. Non è stato un viaggio molto utile. Lo considero come un breve allenamento”.
Che stagione ti aspetti? Hai certamente una maggiore esperienza rispetto alla passata stagione.
“Il Team lo conosco di più, ma sono cambiate due persone, compreso il tecnico elettronico e sappiamo quanto questa figura sia importante per una squadra e nel nostro campionato. Non lo conosco e non ci ho mai lavorato, ma spero di trovare subito una buona sintonia con lui, per poter raggiungere sin da subito i risultati che tutti si aspettano da noi. Io resto con i piedi ben piantati per terra anche perché sarà una stagione ancora più difficile rispetto a quella dello scorso anno. Conosco le piste, conosco il format e quindi ora so cosa mi aspetta. I media hanno spesso parlato di una nostra stagione 2025 ad alto livello e questo ha alzato di molto le aspettative. Io però aspetto di vedere e di capire quale sarà la nostra realtà, il nostro potenziale. Lo capiremo nei test di Jerez e nel primo round di Phillip Island. Di certo ci siamo impegnati tutti al massimo, sia io che la squadra, per preparare al meglio questa stagione.
I piloti che sono arrivati dalla GP hanno impiegato alcuni anni prima di vincere il titolo. Tu ti sei posto un obiettivo in termini di tempo?
“Non me la sento di parlare di titolo mondiale. Per vincerlo ci vogliono tante cose che al momento non so se noi le abbiamo. Scopriremo prima a Jerez e poi in Australia quali potranno essere i nostri obiettivi. Siamo cresciuti come squadra nel corso della passata stagione, ma ora il team è diverso. Per vincere il titolo ci vuole una costanza di rendimento molto importante che di certo non avevamo lo scorso anno quando non potevamo attingere da una banca di dati dai quali partire. Ora questi dati li abbiamo e la moto dovrebbe essere uguale a quella del 2024, però voglio prima confrontarmi con la realtà, anche perché di certo i nostri avversari alzeranno l’asticella. Vi potrò dire a cosa possiamo ambire quest’anno solo dopo 3 o 4 round. So che il team si aspetta tanto da me, ma anche io mi aspetto tanto da loro. I risultati si ottengono dal pacchetto completo team, pilota e moto”.
Gli avversari più temibili?
“I soliti. BMW sarà ovviamente la squadra da battere, le Ducati saranno in numero maggiore, ma la Yamaha sarà più competitiva e poi dovremo vedere come va la Bimota e quali saranno i progressi della Honda che ha finito il 2024 in crescendo. Saranno tutti più competitivi. Noi avremo la stessa moto ma dobbiamo essere competitivi da subito. Di certo i dati raccolti nella passata stagione ci aiuteranno e faremo di tutto per migliorarci, ma bisognerà vedere se questo sarà sufficiente per poter vincere.