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Ormai sono tutti d’accordo, case produttrici, FIM, Dorna e team: il vecchio regolamento che prevedeva concessioni e super concessioni ha fallito, e ancora peggiori si sono rilevate le nuove regole 2024, volute principalmente dalle case, che hanno eliminato la possibilità di ridurre i giri motore a quelle moto che si dimostravano più prestazionali (ecco perché la BMW non ha mai ricevuto penalità durante la stagione appena conclusa). Le super concessioni, create per aiutare le case in difficoltà, alla fine hanno favorito la Kawasaki e soprattutto la casa tedesca, ma attenzione, questo è successo perché le altre case che le hanno ottenute non le hanno sapute sfruttare (Honda) oppure non le hanno nemmeno prese in considerazione (Yamaha).
Questo è il passato, ma cosa succederà in futuro?
Il livello in Superbike è alto come non è mai stato. La corsa alle prestazioni ha fatto sì che siano stati abbassati i record di tutte le piste, ma soprattutto che si siano alzati i costi, soprattutto per i team privati. Le Superbike si stanno pericolosamente avvicinando alle prestazioni delle MotoGP in un’inutile corsa tecnoligca che tradisce quello che è da sempre lo spirito di questo campionato che, come ha giustamente affermato Andrea Dosoli di Yamaha in una nostra recente intervista: “deve richiedere investimenti rapportati al ritorno di immagine”. Attualmente non è così e come la storia ci ha insegnato, così come Icaro quando si avvicinava al sole cadeva, ogni volta che la SBK si è avvicinata alla MotoGP ha rischiato di precipitare: poche moto competitive, costi altissimi e poco spettacolo in pista. Inoltre non va dimenticato che moto così evolute possono correre soltanto su circuiti che garantiscano la necessaria sicurezza. E allora, come ha affermato Gregorio Lavilla in un’altra delle nostre interviste: “o dotiamo gli spettatori dei circuiti di un binocolo, oppure riduciamo le prestazioni delle moto”.
Anche perché sia a chi va in circuito e sia a chi invece le gare le segue in televisione, importa ben poco dei tempi o delle velocità massime raggiunte dai piloti. Nessuno ricorda quale fossero i tempi sul giro di Edwards e Bayliss a Imola nel 2002, ma tutti ricordano quanto sia stata avvincente la loro sfida.
Da quanto è emerso nelle recenti riunioni della Commissione Superbike tutti gli attori di questo mondiale sono quindi d’accordo sulla necessità di ridurre le prestazioni delle moto. Ma come?
Facciamo un passo indietro e torniamo nel novembre 2023 quando la stessa Commissione Superbike decise che nel 2024 due moto per ogni costruttore avrebbero dovuto installare un misuratore di flusso del carburante per registrare i dati nel corso delle prove e delle gare. Questo ha permesso di raccogliere i dati con i quali sarà stabilire i valori da utilizzare nel 2025, quando sarà obbligatorio utilizzare su ogni moto un sistema di controllo del flusso del carburante. In altre parole con i misuratori di flusso utilizzati nella passata stagione Dorna e FIM ora conoscono quanto carburante sia necessario ad ogni moto (sia privata che ufficiale) per ottenere le proprie migliori prestazioni. Nel 2025 su tutte le superbike verrà installata una centralina Allengra (https://pdf.directindustry.it/pdf/allengra-gmbh-4599144.html) che stabilirà quanta benzina far entrare nella camera di combustione. Di conseguenza non sarà più importante quanto carburante verrà introdotto nel serbatoio, ma quanto ne arriverà nei cilindri. Diminuendo la quantità di carburante diminuiranno le prestazioni non tanto in velocità massima quanto in erogazione ed accelerazione. Le moto saranno ancora veloci, ma raggiungeranno le loro massime prestazioni in un lasso di tempo maggiore. Questo dovrebbe rendere le moto ugualmente competitive (non dimentichiamo che la centralina Allengra verrà tarata in maniera diversa per ogni singolo modello di moto).
Per quanto riguarda la meccanica e l’affidabilità potendo sfruttare una quantità minore di carburante, ci potrebbe essere un incremento del calore ed i tecnici dovranno quindi correre al riparo per evitare un possibile surriscaldamento dei propulsori. Non è inoltre da sottovalutare il fattore carburante, che sarà sempre più ecologico, vale a dire con un minor grado di combustione, e questo dovrebbe ridurre ulteriormente le prestazioni delle superbike.
Da un primo sondaggio tra i tecnici risulta che le moto più “limitate” da queste nuove regole dovrebbero essere ovviamente BMW e Ducati (con l’incognita Bimota), mentre quella che dovrebbe trarne maggior vantaggio potrebbe essere la R1 della Yamaha.