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Per i team privati la vita non e mai stata facile e l'attuale situazione economica non aiuta di certo. Ciò nonostante alcune squadre sono riuscite a migliorarsi e a crescere. Non sono molti però i team che sono riusciti a percorrere la strada che dal CIV porta al Mondiale Superbike. Tra quelli che ce l'hanno fatta c'è senza dubbio il team Red Devils capitanato dal suo vulcanico creatore, Andrea Petricca. La squadra capitolina in pochi anni è passata dal titolo CIV Stock 1000 alle prime posizioni del Mondiale Superbike.
Un'ascesa così rapida che qualcuno l'ha valutata con stupore ed all'inizio anche con una certa diffidenza. Di certo non si può negare che il Team Red Devils abbia bruciato le tappe, grazie soprattutto all'ambizione, all'intraprendenza e a quel pizzico di incoscienza che caratterizza il suo fondatore.
Da quanto tempo sei nel mondo delle corse?
«Il mondo delle moto è il mio ambiente naturale da quasi 20 anni. Ho percorso tutte le tappe classiche che mi hanno portato ad essere quello che sono ora. Ho iniziato con il Team di Aldeo Presciutti (pilota romano degli anni 90), ma ben presto ho iniziato a lavorare alla creazione di un team tutto mio. Con il mio team il primo grande successo l'ho ottenuto nel 2008, quando con Stefano Cruciani abbiamo vinto il CIV Stock 1000. Da lì è nato il progetto Stock 1000 FIM Cup. Per due anni, prima con Zanetti e poi con Canepa, abbiamo disputato il Campionato Europeo. E poi, proprio con Niccolò Canepa in sella a una Ducati, nel 2012 abbiamo fatto il grande salto nel Mondiale Superbike. Nei due anni successivi siamo passati all'Aprilia ed i nostri piloti sono stati prima Michel Fabrizio e poi Toni Elias. In cinque anni, quasi senza rendercene conto, siamo passati dal campionato italiano al mondiale Superbike».
In momenti economicamente non facili, la tua squadra ha saputo crescere sino ad arrivare alla collaborazione con Aprilia, con l'azienda Campione del Mondo
«In effetti non abbiamo certo intrapreso questa avventura nel momento economicamente migliore sia per il nostro Paese che in generale per l’intera economia mondiale. Gli sponsor ormai fanno fatica a finanziare le corse e le risorse sono sempre più difficili da reperire. Noi non ci siamo mai negati obiettivi ambiziosi, né accontentati dei risultati ottenuti. La gestione di un team privato, realizzata in economia, ci ha resi negli anni comprimari di lusso del mondiale Superbike. Questa è stata la molla e forse anche il segreto che ci ha permesso di continuare a crescere. E questo anche grazie ai nostri sponsor ed ai tanti amici che hanno creduto in noi e che continuano a farlo. Dopo due anni nei quali avevamo utilizzato le RSV4 private, non soddisfatti dei risultati ottenuti, alla fine del 2014 abbiamo iniziato un dialogo ancor più serrato con Aprilia. Il nostro obiettivo era quello di realizzare una partnership ufficiale con lo storico marchio di Noale».
Aprilia aveva annunciato il proprio impegno in MotoGP e in quel momento c'era la possibilità che si ritirasse dalla Superbike.
«Aprilia nel 2014 aveva ottenuto il massimo possibile: campione del mondo piloti e costruttori. Poteva sembrare il momento giusto per ritirarsi e concentrare tutte le forze sulla MotoGP. A quel punto, forti dell'accordo raggiunto poco tempo prima con la casa di Noale, abbiamo contattato subito Leon Haslam (al quale poi si sarebbe aggiunto Jordi Torres) per farlo correre nel 2015 con il nostro team e con le moto diventate ufficiali a tutti gli effetti. In seguito le cose sono andate in maniera un po' diversa rispetto alle prime ipotesi e Aprilia Racing e Red Devils hanno unito le proprie forze per disputare insieme il Campionato Mondiale Superbike 2015. Questa sinergia credo sia stata il frutto di un piccolo capolavoro di diplomazia fra i vertici Aprilia e il nostro team. E non posso non ringraziare Romano Albesiano ed i suoi collaboratori per l'atto di fiducia nei nostri confronti».
Parlaci dei piloti.
«A me è sempre piaciuto Leon Haslam per la sua grinta, il suo cuore e la sua voglia di vincere. Ho pensato che fosse il pilota ideale per una squadra che aveva fame di vittorie. Anche se qualcuno poteva pensare che Leon avesse già dato il massimo, i risultati che stiamo ottenendo dimostrano invece il contrario. Le sue vere potenzialità sono ancora da scoprire e sono certamente notevoli. Jordi Torres, messo sotto contratto poco prima dell'inizio del campionato, era invece un pilota che, seppur già molto bravo, aveva un talento ancora inespresso. I suoi primi risultati, ottenuti con una moto totalmente diversa rispetto a quelle che aveva guidato in precedenza, dimostrano quanto Jordi possa ancora crescere e quanta voglia abbia di primeggiare».
Tra i due sembra ci sia un bel rapporto
«Si stimano reciprocamente e, pur essendo avversari in pista, sanno che stanno lavorando per la stessa squadra e per un team che non fa preferenze e che li vuole vedere crescere entrambi. Questo rapporto influisce ed è influenzato dal clima di serenità che si respira all'interno del nostro box».
Cosa ci puoi dire delle voci che parlano del possibile ritorno di Melandri in Superbike?
«I piloti del Team Aprilia Racing-Red Devils sono Leon Haslam e Jordi Torres. Non so se esista la possibilità di schierare una terza moto. E’ un’ ipotesi che solo Aprilia può confermare o smentire».
Su quale aspetto stai lavorando per migliorare ulteriormente la tua squadra?
«Il mio obiettivo è quello di incrementare le sinergie e la collaborazione con Aprilia e proseguire su questa bella strada che abbiamo intrapreso insieme. Nel frattempo spero proprio che i risultati ottenuti e quelli che otterremo siano di stimolo per trovare nuovi sponsor che vogliano partecipare a questo progetto. Compito fondamentale di un manager delle corse e quello di concentrarsi sul presente lavorando però anche per il futuro, se si vuole restare ai vertici. L'accordo con Aprilia rappresenta un punto di partenza e non certo un punto di arrivo. Solo lavorando per migliorarsi costantemente il Team Red Devils potrà proseguire sulla strada che stiamo percorrendo da anni e che ci ha portato a questi risultati».