SBK. Anthony Gobert ci ha lasciato

SBK. Anthony Gobert ci ha lasciato
Con uno straziante post su Facebook la madre ha comunicato che Anthony non c’è più. A soli 48 anni ci lascia un pilota incredibile, un ragazzo debole rovinato dalle sue dipendenze.
17 gennaio 2024

Quando penso ad Anthony Gobert l’ammirazione per il pilota si mischia al dolore per l’uomo, per un ragazzo il cui incredibile talento naturale è stato vanificato da una fragilità interiore, che lo ha portato ad una vita complicata, caratterizzata da momenti esaltanti e da tremende vicissitudini, causate dalla sua dipendenza da alcool e droghe e culminate con la sua tragica scomparsa a soli 48 anni. 

The Go Show, questo il suo soprannome, era nato in Australia a Greenacre, non lontano da Sydney, il 5 marzo 1975. La sua prima apparizione nel mondiale Superbike risale al 1994 quando, dopo essersi messo in mostra nei campionati nazionali di fuoristrada prima e su pista dal 1990, venne chiamato a sostituire Scott Russell sulla Kawasaki ufficiale. Dopo un ottavo ed un sesto posto nelle due gare di Sugo, il WorldSBK si spostò a Phillip Island e sulla sua pista preferita Gobert conquistò il terzo posto in gara1 e una clamorosa vittoria in gara2.

Non conosceva la squadra e nemmeno la moto, ma come dimostrerà anche in seguito il suo talento sapeva ampiamente sopperire a queste difficoltà. Dopo questo exploit il Team Kawasaki Muzzy lo vuole con sé per tutta la stagione SBK 1995, per quello che può essere considerato il suo anno migliore, visto che chiuse il campionato in quarta posizione con due vittorie, una ancora nella sua Philipp Island e l’altra a Laguna Seca, con un totale di sei podi. Restò con Muzzy anche l’anno successivo terminando ottavo con 3 vittorie e 6 podi.

Mentre già affioravano i suoi vizi, nel 1997 Anthony venne ingaggiato dalla Suzuki in GP500 per una stagione che durò solo dieci round prima di una squalifica per doping.

Torna in sella l’anno successivo nell’AMA SBK ma viene fermato da un’altra squalifica, sempre per l’uso di stupefacenti. Nel 1998 disputa tre gare in GP500 e torna nel mondiale Superbike come wild card nella pista amica di Laguna Seca. Corre nel Team Vance&Hines assieme a Ben Bostrom con una Ducati 996 RS e vince gara1. E’ l’ennesimo exploit e lo ripete in maniera ancora più eclatante l’anno successivo, quando Virginio Ferrari gli affida la Bimota SB8R ufficiale. La moto non è competitiva, ma la gara è bagnata e come sappiamo la pioggia livella le prestazioni delle moto ed esalta le capacità dei piloti. Gobert dà spettacolo e vince la prima gara del weekend con 30 secondi di vantaggio su Carl Fogarty. E’ il canto del cigno perché dopo cinque round la squadra Bimota si ritira. Torna nel paddock del mondiale delle derivate nel 2006 per disputare due gare con il Team GMT94 in Supersport e raccoglie 4 punti.

La sua carriera arriva al capolinea, sempre a causa dell’uso eccessivo di droghe e alcool. Nel 2006 durante un processo per aver guidato con la patente scaduta ammette di essere dipendente dall'eroina.

Nel maggio 2008 viene arrestato e condannato per aver derubato di pochi dollari un pensionato di 70 anni e una donna di 31. Nei primi mesi del 2019 è ubriaco ed in un bar litiga con degli altri clienti che lo seguono a casa e lo picchiano con mazze da baseball. Viene ricoverato in ospedale in gravi condizioni ed è ridotto talmente male che i famigliari fanno fatica a riconoscerlo.

Nel 2021 il fratello Aaron lancia un appello per ritrovarlo. Viene rintracciato ed i suoi due fratelli Aron e Alex lo possono riabbracciare dopo circa sei anni che non ne avevano notizie. "Sono seduto sul divano con 'Go Show'. L'ho trovato - fa sapere Aaron -. Dopo dieci anni sono riuscito a parlargli. Ringrazia tutti e dice che mi vuole bene. Ha passato traversie inenarrabili e ha smesso di drogarsi. E’ stato completamente solo per quasi sei anni”. 

Grazie al crowfunding GoFundMe vengono raccolti dei soldi che gli permettono di trasferirsi a Sydney, vicino al fratello. Sembra sulla strada del recupero, ma i molti anni di alcool e droghe hanno lasciato una profonda traccia sul suo fisico, tanto che pochi giorni fa sempre Aaron ha scritto su Facebook: “Siamo addolorati nell'annunciare che Anthony è attualmente ricoverato in ospedale ed è soggetto a cure palliative. E’ in fase terminale dopo una breve quanto tremenda malattia”. In altre parole non esiste la possibilità di una cura.

E oggi Anthony se n’è andato. A comunicarlo è stata la madre con uno straziante annuncio su Facebook: "Ho il cuore spezzato mentre scrivo queste parole. Anthony, il mio bellissimo figlio primogenito, è morto oggi. L'ho amato dal giorno in cui è nato e lo amerò fino a quando morirò. A volte è stato molto difficile rapportarsi a lui, ma ha sempre avuto un cuore gentile e si prendeva cura di tutti. Purtroppo è stato vittima della dipendenza, una malattia molto diffusa nelle nostre famiglie. Ha provato molte volte a guarirne ma non ci è riuscito del tutto. Sono comunque orgogliosa di lui e ringrazio tutte le persone che gli sono state accanto".

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