Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il comunicato ufficiale emesso dal team Hero EBR ha confermato non solo la presenza della squadra americana per il secondo anno nel mondiale Superbike, ma anche l’accordo con Niccolò Canepa, che diventa quindi uno dei punti cardine del progetto della casa americana. Confermato anche il supporto economico di Hero, produttore indiano primo al mondo per quantità di moto prodotte e vendute, che intende divulgare il proprio marchio sul mercato internazionale.
Un team completamente rinnovato non solo nei piloti, ma soprattutto nello staff tecnico. A gestire il tutto è stato chiamato Larry Pegram che ha utilizzato le EBR 1190 RX in alcune gare del campionato AMA Superbike 2014 e che il prossimo anno sarà impegnato nel doppio ruolo di pilota e di team manager. Per aiutare Larry ed il suo staff a stelle e strisce, si stanno reclutando tecnici con una comprovata esperienza nel mondiale delle derivate dalla serie, in modo da fornire un nuovo impulso ad un progetto ambizioso, ma che lo scorso anno non ha raccolto i risultati sperati.
Quella appena trascorsa è stata un’annata deludente, frutto di un difficile rapporto tra la squadra e la casa madre, della difficoltà dei due piloti che non conoscevano le piste e non avevano mai gareggiato a livello mondiale, nonché di una moto tutta da sviluppare.
Niccolò Canepa però non ha avuto paura ad affrontare questa nuova sfida. Lui che ha corso praticamente in tutti i campionati mondiali più importanti, si è voluto ancora una volta cimentare in un’avventura completamente nuova.
Per la prima volta senza una Ducati e per la prima volta in una squadra straniera.
Sembravi destinato alla Supersport e invece…..
«Sì, in Qatar ero certo di correre con il team Ten Kate Honda nel mondiale Supersport, ma poi la squadra olandese mi ha comunicato che non si sarebbe impegnata in quella categoria e quindi mi sono ritrovato improvvisamente a piedi. Ultimamente sembra che invece riescano ad organizzare un team anche in Supersport, ma io ormai io ho firmato il contratto che per un anno mi lega a Hero EBR. Mi sarebbe piaciuto correre in 600 con la Honda e con una squadra competitiva come Ten Kate, ma la Superbike è la mia categoria preferita e sono contento di restarci».
Peccato non aver potuto continuare con Althea
«Mi è dispiaciuto molto perché ritengo, nonostante qualche difficoltà, di aver ottenuto dei buoni risultati. Avevo investito molto in quel progetto e mi ero trovato bene con tutti i ragazzi del team. Il programma era quello di correre per un anno nella EVO, che non mi avrebbe dato molta visibilità, ma che mi avrebbe consentito di tornare in seguito da protagonista con una Ducati in Superbike. Purtroppo invece le nostre strade si sono divise».
Quello del team Hero EBR è sempre sembrato un progetto con un grande potenziale, ma difficile da esprimere. Cosa ti ha portato a fare questa scelta?
«Sono contento di aver abbracciato questo progetto per molti motivi. Innanzitutto mi affascina la grande sfida di sviluppare una moto nuova, che sino ad ora non ha ottenuto risultati. Posso tornare a svolgere quel lavoro di collaudatore, che ho già fatto in Ducati nel 2006 e 2007 quando testavo la 1098, e che ritengo di saper fare bene. Esiste la ferma volontà di migliorare e rendere competitiva la EBR 1190 RX e ci sono tutti i presupposti per poterlo fare, non escluso quello economico. Ho accettato anche perché hanno dimostrato di avere molta fiducia in me. Ho avuto subito carta bianca per poter lavorare come preferisco. Vengono da una stagione al di sotto delle aspettative, ma ora il team è radicalmente cambiato e siamo convinti che si possa fare bene. Il potenziale è senza dubbio molto alto e non dimentichiamo che Buell in America è una vera e propria istituzione. In Europa forse il marchio non è così famoso, ma nel continente americano è un vero riferimento per il mondo della moto, assieme ovviamente ad Harley Davidson. A completare il quadro c’è poi lo sponsor Hero, che è forse il più grande produttore di moto al mondo in termini numerici e che è pronto a supportare per un altro anno questo progetto. Sarà un anno importante, per me e per il team».
La squadra sarà gestita da Larry Pegram che sarà anche il tuo compagno di squadra.
«Pegram conosce bene le 1190 RX per averci corso lo scorso anno nell’AMA Superbike. Ho parlato con lui ed il suo ruolo sarà in pratica quello di collaudatore in pista e per me sarà un aiuto importantissimo. Rispetto allo scorso anno nel team sono cambiate molte cose. E’ stata mantenuta la sede italiana di Bergamo e sono stati avviati contatti con tecnici di esperienza che ci potrebbero far fare un salto di qualità. Lo sviluppo verrà portato avanti direttamente dalla nostra squadra, con il supporto della casa madre. Quest’anno disporremo di una parte elettronica che lo scorso anno non era stata utilizzata e partiremo dai motori utilizzati nel campionato AMA, che la squadra Superbike ha utilizzato solo nelle ultime due gare in Qatar. Ci attende sicuramente una grande mole di lavoro, ma ci sono anche tutte le premesse per svolgerlo al meglio».
Quando salirai sulla tua nuova moto?
«Faremo dei test negli U.S.A. tra pochi giorni. Il 18 e 19 in Florida e il 22 e 23 a New Orleans. Sarà solo una prima presa di contatto che mi servirà per conoscere il team e prendere le misure alla mia nuova moto».
Sono consapevole del fatto che non possiamo puntare alla vittoria, per cui mi piacerebbe stare il più possibile nella top ten in gara e disputare tutte le Superpole
Quali sono i tuoi obbiettivi per la prossima stagione?
«Sono consapevole del fatto che non possiamo puntare alla vittoria, per cui mi piacerebbe stare il più possibile nella top ten in gara e disputare tutte le Superpole. Sarebbero davvero due ottimi risultati, soprattutto se consideriamo che l’anno scorso il team ha raccolto solo due punti in tutto il campionato. Se faremo bene potremo poi guardare al futuro con ambizioni diverse».
Cosa ne pensi dei nuovi regolamenti della SBK?
«Penso che avvicinando maggiormente le Superbike alle moto di serie avremo in pista un numero maggiore di moto competitive e quindi più spettacolo. La Superbike ha bisogno di tornare ad essere spettacolare e combattuta».