Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Lo avevamo visto pochi giorni fa nel paddock di Misano CIV, perfettamente a suo agio nella nuova veste di manager del Team MF84, che ha fatto debuttare in PreMoto3 il dodicenne Leonardo Taccini, ma quando nel salutarci ci aveva detto “ci vediamo a Imola” un dubbio ci era venuto. “No, vengo solo a fare un giro” aveva detto Michel per fugare le nostre perplessità. Invece di giri ne farà molti e tutti in pista, sulla Panigale R lasciata vacante per un solo round dallo spagnolo Nico Terol, infortunatosi ad Assen.
Il trentunenne pilota di Frascati torna nel mondiale Superbike dove ha corso dal 2006 al 2014, per tre anni quale pilota ufficiale del team Ducati Xerox ed in seguito su molte altre moto, ad iniziare dalla Suzuki, per proseguire con BMW, Aprilia (un podio a Phillip Island con il team Red Devils nel 2013), Honda e Kawasaki. Insomma Michel le ha provate tutte, ma quella che senza dubbio gli è rimasta nel cuore è la bicilindrica di Borgo Panigale, la moto con la quale ha vinto 4 volte.
Dopo aver debuttato nel mondiale 125 ed essersi aggiudicato il titolo della Stock 1000 nel 2003, Michel ha corso anche in Supersport e in MotoGP ma è il mondiale Superbike ad avergli regalato le maggiori soddisfazioni e nelle 217 gare disputate, oltre alle 4 vittorie sopra citate, è salito sul podio altre 31 volte.
Lo scorso anno aveva iniziato la stagione con la Kawasaki privata del team Grillini, ma dopo poche gare aveva deciso di appendere momentaneamente il casco al chiodo, in attesa di qualche moto più competitiva. Andrea Petricca, team manager del Red Devils gli fece provare la RSV4 ufficiale a Jerez nel novembre 2014, ma quando tutto faceva presagire un impiego del romano sulla moto di Noale era arrivata la doccia fredda ed al suo posto era stato scelto lo spagnolo Jordi Torres.
Ma questo è ormai il passato. Tra meno di due settimane a Imola Michel avrà la possibilità di tornare a correre e di mostrare il suo indubbio talento.
Ecco il commento di Genesio Bevilacqua, diffuso dal team Althea: «Michel Fabrizio è uno dei piloti che da sempre gravita attorno al Team Althea. Già nel lontano 2005 militò nelle nostre file in Supersport dove, solo diciannovenne, diede già del filo da torcere a piloti affermati come Muggeridge, Foret e Fujiwara. Oggi tutti noi del Team Althea lo accogliamo con grande trepidazione e con la speranza che possa disputare delle gare che rispecchino il suo livello di pilota forte e professionista, un pilota di provata esperienza nel circus della Superbike».
Ecco la dichiarazione di Michel Fabrizio a Moto.it.
Come è nata questa possibilità di tornare a correre in Superbike?
«Sinceramente non me lo aspettavo e quindi sono stato davvero contento quando mi ha telefonato Genesio Bevilacqua e mi ha prospettato la possibilità di correre a Imola le due gare del mondiale Superbike. Per me tornare a lavorare con i ragazzi di Colleferro, con i quali ho corso in Supersport nel 2005 è un sogno che si avvera. Li conosco bene e so che sono tecnici davvero capaci ed appassionati. Non a caso hanno vinto un titolo mondiale Superbike».
Torni su una Ducati
«La Ducati è una moto molto particolare per me che ho corso per 3 anni con il team ufficiale Superbike. Purtroppo però non conosco per niente la Panigale e l’ho provata solo nella versione stradale. Spero di adattarmi al più presto a questa moto, ma non sono certo preoccupato, perché so che potrò contare sull’aiuto del team Althea».
E’ una Ducati completamente diversa rispetto alla 1098R con la quali hai corso e vinto.
«Quella è stata una grande moto, addirittura superiore alle quattro cilindri che ora invece vanno davvero forte. Però da quanto ho visto anche questa Panigale è molto competitiva. Ducati ha fatto un grande lavoro in questi due anni nei quali è tornata ad impegnarsi con il team ufficiale ed ha fatto progressi importanti che l’hanno portata a vincere con Davies al Motorland Aragon».
Hai seguito il mondiale Superbike in TV? Cosa ne pensi?
«Ad essere sincero ho iniziato a guardare la Superbike solo da Aragon. Ho visto un Rea incontenibile, ma Davies non è lontano. E a Imola poi tornerà anche Davide Giugliano, un pilota che è mancato molto alla Ducati e a tutti gli italiani che seguono la Superbike. Bene anche l’Aprilia anche se i suoi piloti faticano un poco».
E parlando di Aprilia cercherai di stare davanti a Torres, che la casa di Noale ha scelto al posto tuo?
«No. Nessuna rivincita. Correrò ad Imola solo per fare bene e per creare qualche possibilità per il mio futuro. Non voglio spaccare il mondo. L’ho già fatto e mi sono ritrovato a piedi. Voglio lavorare con la mia squadra e dare il massimo. Non ho nulla da dimostrare, se non che sono ancora integro e competitivo».
Imola è una pista particolare per te.
«Sì,ho vinto a Imola gara 1 nel 2009 e ad oggi sono l’unico italiano ad aver vinto una gara del mondiale Superbike sulla pista del Santerno. Mi piace molto e questo renderà il mio compito un poco più facile».
A soli 30 anni è strano che un pilota come te che è salito 35 volte sul podio della SBK non riuscisse a trovare una moto competitiva. Come te lo spieghi?
«In realtà non me lo spiego. Pago sicuramente qualche errore commesso in passato e poi quando esci dal giro è difficile rientrare. Ma non voglio fare polemiche, come vedi c’è ancora qualcuno che mi apprezza e che si ricorda di me. Cercherò di ripagarli con il massimo impegno. Colgo l’occasione per ringraziare Genesio che mi ha sempre dimostrato una grande stima e naturalmente la mia famiglia che mi da la serenità necessaria per superare i momenti più difficili».
Continuerai ad impegnarti come team manager nel CIV?
«Assolutamente sì. Il mio pilotino (Leonardo Taccini, 12 anni) lo scorso weekend ha fatto molto bene e penso sia un talento che si debba aiutare a crescere. E’ un compito che mi piace molto e che voglio proseguire».