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Mancano ormai solo due round alla fine del campionato Superbike 2016 e per alcuni team è già tempo di consuntivi. Il primo anno di collaborazione tra il team Althea e la BMW non ha fornito risultati esaltanti e sino ad ora Torres e Reiterberger non sono ancora saliti sul podio. Ma siamo solo all’inizio di un progetto che deve armonizzare la creatività ed i tempi dei tecnici italiani, con la realtà industriale di uno dei colossi mondiali dell’automotive. A che punto siamo? Lo abbiamo chiesto a Genesio Bevilacqua manager e fondatore del team Althea Racing.
Quali sono i programmi futuri del team Althea?
«Nel 2017 proseguiremo la nostra collaborazione con BMW, come era d’altronde previsto nell’accordo stipulato lo scorso anno che ha una durata biennale, con la possibilità di estenderlo di un'ulteriore stagione. Questo primo anno è andato discretamente. Torres, forte di una maggiore esperienza non solo in SBK, ma anche in Moto2, ha ottenuto risultati soddisfacenti, mentre per quanto riguarda Reiterberger non dimentichiamoci che era al debutto in questa difficile categoria e quando è stato al massimo della condizione è stato tra i protagonisti. Markus ha un contratto di due anni mentre per quanto riguarda Jordi, ha un contratto in scadenza, ma esiste da entrambe le parti la volontà di proseguire insieme. Per quanto riguarda il nostro futuro è chiaro che dobbiamo continuare a lavorare per dare ai nostri piloti moto sempre più performanti, ma spetta poi a loro ridurre il gap attualmente esistente con piloti del calibro di Rea, Sykes o Davies, solo per citare i primi tre».
Probabilmente l’infortunio di Reiterberger ha condizionato la seconda parte del suo campionato.
«Sono stato vicino a lui in ospedale quando è stato ricoverato per i primi controlli ed è subito emersa la gravità del suo incidente, più serio di quanto si possa pensare. Quando Markus ha preso pieno coscienza di quanto era accaduto si è preoccupato molto. Ritengo ci voglia ancora del tempo per lui, per recuperare pienamente dal punto di vista psicologico, ma è una cosa normale dopo un incidente di quella gravità (frattura per compressione di alcune vertebre, NDA)».
Ci puoi fare un consuntivo di questo primo anno con BMW ?
«Questa non è certo un’avventura al buio, perché riguarda una grande azienda, con un potenziale enorme e tecnici di grande valore. Da parte nostra abbiamo cercato di coniugare la nostra esperienza, derivante dallo nostra attività in pista, con la loro capacità tecnica ed industriale. Questa sinergia ha avuto bisogno di tempo per affinarsi, ma ora siamo arrivati ad un momento molto positivo. All’inizio non è stato facile, visto che avevamo mentalità e metodi di lavoro diversi, ma abbiamo lavorato entrambi con entusiasmo e ora siamo arrivati ad una buona base di conoscenza comune. Per il 2017 pensiamo di partire da una moto con un ottima base, grazie al lavoro dei miei ragazzi, ma anche alla casa tedesca, che ha seguito le indicazioni dei nostri tecnici. Siamo sulla strada giusta e stiamo aumentando la competitività della S1000RR, una moto che può arrivare al top della categoria Superbike».
Quindi hai visto la volontà di BMW di investire e di continuare a lavorare in Superbike?
«Un’azienda come BMW, che sta lavorando con i suoi migliori tecnici e sta investendo soldi ed impegno in questo progetto, ha l’unico obiettivo di vincere e primeggiare in SBK. La casa tedesca non può certo correre per far numero. Tanto varrebbe ritirarsi. Se la casa bavarese ha scelto noi è perché vuole vincere, perché nessuno di noi due corre per partecipare. L’obiettivo di BMW è quello di darci il massimo supporto per permetterci di vincere. Chiaramente il livello in SBK è molto alto e ci sono case che da anni stanno lavorando ed investendo in questo campionato. Risulta quindi chiaro che ci vuole tempo e tanto lavoro. Quanto sia importante per BMW il nostro progetto, lo dimostra anche il fatto che i tempi di risposta della casa bavarese nei confronti delle nostre richieste si siano ridotti e che siano sempre pronti e disponibili a recepire le nostre richieste e ad intervenire con tempestività».
Cosa è mancato quest’anno per essere più competitivi?
«La nostra moto sta crescendo ma ha bisogno di più tempo. E comunque posso confermare che qualora noi avessimo avuto una moto vincente, ci saremmo imbattuti in tre ostacoli, rappresentati da Rea, Sykes e Davies. In Superbike la moto ha una grande importanza, ma poi sono i piloti a portarla in pista. Senza nulla togliere a Torres e Reiterberger, i valori attuali dei piloti parlano chiaro. In altre parole la nostra moto sta crescendo, ma anche Torres e Reiterberger lo dovranno fare e siamo fiduciosi che lo facciano già il prossimo anno».
In Stock 1000 De Rosa è in lotta per il titolo. Lo porterete in Superbike?
«Innanzitutto vediamo come va a finire il campionato Stock. Non nascondo che ho già iniziato a parlare con BMW per quanto riguarda la possibilità di portare Raffaele in Superbike il prossimo anno. Non lo escludo ma dipende da molti fattori. Diciamo che ci stiamo lavorando e che mi piacerebbe poterlo fare».