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E’ sempre un piacere rivedere ed intervistare Genesio Bevilacqua, uno dei maggiori esperti dei mondiali delle derivate dalla serie. L’imprenditore di Civita Castellana è entrato nel mondiale Supersport nel 2007 per poi passare alla Superbike e vincere il titolo mondiale da privato nel 2011 rivitalizzando la Ducati 1098R e Carlos Checa.
E’ stato l’ultimo titolo mondiale SBK vinto da una squadra privata, un’impresa fantastica, forse irripetibile, che resterà nella storia del campionato. Nello stesso anno la squadra italiana si aggiudicò anche il titolo Superstock 1000 con l’allora giovane e promettente Davide Giuliano, titolo che conquisto ancora nel 2016 con Raffaele De Rosa e la BMW.
Da sempre il cuore di Genesio batte per le Ducati, ma il Team Althea ha utilizzato anche BMW, Aprilia e Honda. Attualmente la sua squadra disputa il mondiale Supersport con una Panigale V2, categoria nella quale ha debuttato nel 2022.
Oltre che Checa, De Rosa e Giugliano per lui hanno corso (in ordine sparso) piloti come Rolfo, Hill, Nannelli, Baz, Torres, Terol, Lagrive, Shakey Byrne, Camier, Kyonari, Faccani, Canepa, Baiocco, Delbianco, Caricasulo, Nicolò Antonelli e tanti altri ancora, sino agli attuali Leonardo Taccini e Simon Jespersen. Nessun pilota è mai stato scelto “per caso” da Genesio. Ognuno di loro aveva ed ha una storia, un motivo di rivalsa, qualcosa da dimostrare.
Il fiore all’occhiello di Bevilacqua è senza dubbio il suo “Moto dei Miti”, un progetto nato dalla sua incredibile collezione di moto da corsa (tutte originali e funzionanti) che negli anni Genesio ha perfezionato e poi aperto al pubblico perché, come afferma in questa intervista, “le passioni vanno condivise”.
Con l’imprenditore di Civita Castellana abbiamo fatto un salto nel passato che è servito per introdurre il presente, per affrontare numerosi argomenti e per conoscere il “Bevilacqua pensiero” per quanto riguarda gli attuali mondiali delle derivate, la Ducati e la BMW, la crisi delle case giapponesi e l’arrivo dei produttori cinesi, uno dei quali lo aveva contattato per debuttare nel WorldSSP.
Abbiamo inoltre approfittato di questa piacevole chiacchierata per proporgli un sogno che solo lui potrebbe realizzare. Un progetto che riaccenderebbe non solo la sua passione ma anche quella del pilota in questione, e di moltissimi appassionati: un Team Althea Ducati SBK per Jonathan Rea. Una sfida che ha molti punti in comune con quella vincente realizzata nel 2011 ad iniziare dal recupero di un pilota che non riesce più ad esprimere tutto il suo grande potenziale, proprio come accadde a Carlos, che dopo due anni di Honda SBK meditava il ritiro.
Se realizzata si potrebbe ripetere l’impresa di un team privato in cima al mondo.
Solo fantasie? Può darsi, ma sognare non è proibito.