SBK. Il "caso" Bautista: è davvero in difficoltà o si sta nascondendo?

SBK. Il "caso" Bautista: è davvero in difficoltà o si sta nascondendo?
Moto.it
  • di Moto.it
In ritardo dopo le due giornate di test in Australia, a un secondo da Rea e a sei decimi dal suo compagno di squadra, lo spagnolo della Honda pare irriconoscibile. Per ora ha tentato di modificare la moto, saprà modificare anche la sua guida?
  • Moto.it
  • di Moto.it
25 febbraio 2020

Come ci ha raccontato Carlo Baldi da Phillip Island, il bilancio dei test in preparazione della prima gara è favorevole al campione del mondo, Johnny Rea sulla Kawasaki, e invece preoccupante per il pilota che l’anno scorso lo aveva messo all’angolo nella prima parte del campionato.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

LAlvaro Bautista della Ducati, lo schiacciasassi che si faceva forte della sua esperienza in MotoGP, ora sulla Honda sembra trasformato in un pilota molto incerto e in grande difficoltà.

I dubbi, alla vigilia, riguardavano più la moto che il pilota. Ma che la Fireblade, per quanto esordiente, sia una moto competitiva e dalle ottime basi appare oggi abbastanza chiaro: Leon Haslam ha saputo girare a soli quattro decimi dal Cannibale, chiudendo la seconda giornata con il quinto tempo assoluto.

Per quanto ancora migliorabile nel setting ciclistico ed elettronico, la Honda c’è. Però Bautista è soltanto decimo, oltre, anche se di poco, al secondo di gap.

Baldi ha motivato correttamente il ritardo di Alvaro, alle prese con un layout di motore per lui inedito e invece ben noto al compagno di squadra Haslam.

Da una parte è vero che allo spagnolo non si può rimproverare nulla, dato che Bautista ha percorso il maggior numero di giri nelle due giornate (126); dall’altra parte appare però evidente come il pilota stia tentando di adattare la moto alle sue esigenze, continuando a provare e cambiare le soluzioni di setting e mettendo alla frusta la sua squadra.

Questione di tempo? O c'è dell'altro...?

E’ l’antico dilemma: è la moto che deve essere adattata alla guida del pilota o piuttosto il pilota che si deve adeguare? E cosa possono aspettarsi gli appassionati, per lo meno quelli che attendevano e vorrebbero vedere la rivincita tra Rea e Bautista?

La prima gara chiarirà la situazione, che oggi appare illeggibile. E’ perfettamente naturale che, nei test preparatori, il pilota provi tutte le strade per modificare la moto e renderla più vicina ai propri gusti e al proprio stile di guida. Ce lo dice la storia del motociclismo: chi cambia sella deve lavorare il doppio. Ma poi l’atteggiamento dovrà cambiare rapidamente quando conteranno solo le classifiche
e i punti.

Ne sarà capace, il numero Uno della Honda? Tra una settimana il verdetto.

Caricamento commenti...