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Phillip Island, roba per palati fini, nota nel circuito internazionale dal 1990 per quanto riguarda la SBK e dall’anno prima in MotoGP.
E’ la pista più spettacolare del mondo, una delle più amate dai piloti e forse anche la più tecnica.
Delle cinquantotto gare disputate qui dalle derivate di serie, numero record della categoria, una delle più memorabili resta quella del 2000, Gara-1, con la vittoria di Antony Gobert su una nervosissima Bimota sulla pista bagnata che mise KO molti partenti. Fogarty fu secondo, staccato di 21 secondi e terzo, indimenticabile, Vitto Guareschi.
E l’arrivo di Gara -1 nel 2010? Haslam aveva un piccolo vantaggio, commise una sbavatura all’ultimo giro, Michel Fabrizio lo raggiunse tirandosi dietro anche Haga. Lì per lì sembrò che il romano avesse tagliato il traguardo con qualche centimetro di vantaggio, ma il fotofinish disse di no: per quattro millesimi il successo andò all’inglese. Quello è l’arrivo più combattuto di sempre, nella storia della SBK.
Statisticamente favorevole alla Ducati, come si sa, Phillip Island ha premiato le rosse con 65 podi. E’ il terzo miglior risultato assoluto per la Casa italiana, dopo gli 81 di Misano e i 75 di Assen.
Però è Kawasaki la regina delle qualifiche, incontrastata dominatrice della Superpole degli ultimi cinque anni. Seconda è ancora la Ducati, con tre centri consecutivi in qualifica tra il 2006 e il 2008.
La velocità più alta di sempre è firmata da Chaz Davies con la Panigale V4R, l’anno scorso: addirittura 326,3 chilometri all’ora. Un valore che diede fiato alle proteste di chi vedeva nella quattro cilindri Ducati una moto “troppo” vicina alla GP.
Piloti: il più vincente nel GP d’Australia è uno dei beniamini locali, Troy Corser: con sette vittorie precede l’altro talento australiano, Troy Bayliss, che si è fermato a sei.
I piloti australiani hanno vinto spesso sulla pista di casa: vi dice qualcosa il nome di Casey Stoner in MotoGP? Nella SBK i piloti di casa hanno vinto ventitre volte (su 58); la doppietta di Bayliss nel 2008 è stata l’ultima occasione, e da allora la vittoria è andata a piloti di sette Paesi diversi.
Dei piloti che corrono oggi Rea è già a quota cinque successi, uno solo da Bayliss e due dalla vetta assoluta di Corser. E se allarghiamo la statistica ai podi, Jonathan è già a quota dieci (sulle undici partenze a partire dal 2015…) e Corser ha il suo record archiviato a nove.
Una curiosità per concludere: in tutte e trentadue le stagioni della SBK, il pilota che si sarebbe poi laureato campione del mondo ha sempre concluso qui in Australia tra i primi cinque.
I “peggiori” sono stati Sykes e Rea, quinti al traguardo qui e poi campioni nel 2013 e nel 2018. I britannici vantano la striscia migliore: sei vittorie consecutive da Gara-1 del 2015 fino a Gara-2 del 2017.
A interrompere quella striscia è stato Marco Melandri, nel 2018 e l’anno scorso, con quella impressionante tripletta, naturalmente è arrivato il turno di Álvaro Bautista.