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Michele Pirro ha solo 29 anni, ma ha già corso in svariate categorie, accumulando una notevole esperienza. Senza poter contare su sponsor importanti, il pilota di San Giovanni Rotondo ha sempre dovuto contare solo sulle proprie forze, cercando di sfruttare al massimo quello che ha avuto a disposizione. Da due anni è il tester della Ducati per la MotoGP, ma quest’anno gareggia anche in pianta stabile nel CIV Superbike (quando mancano due gare al termine comanda la classifica) e nel mondiale Superbike ha sostituito prima Luca Scassa a Misano ed ora Davide Giugliano a Jerez, e molto probabilmente lo farà anche a Magny Cours ed in Qatar. Porta in pista tre moto diverse con tre gomme diverse, ma questo non gli ha impedito di ottenere ottimi risultati. Stupisce la sua incredibile capacità di passare da una moto all’altra, andando subito forte. Il tutto senza tanti proclami, con molta umiltà e senza mai lamentarsi per le condizioni nelle quali deve correre. A Giugno a Misano SBK è salito sulla Panigale R che non conosceva, con gomme Pirelli mai utilizzate prima e dopo aver ottenuto il sesto posto in prova ha chiuso le gare in ottava posizione.
Domenica a Misano in GP avrebbe dovuto partire al quinto posto in seconda fila, subito dietro i mostri sacri della GP e davanti agli ufficiali Ducati, ma la sfortuna si è accanita su di lui. La sua moto non ne ha voluto sapere di partire, negandogli così la possibilità di mettersi in luce nella classe regina. Ha ancora un anno di contratto come tester Ducati, ma la speranza è che qualcuno si accorga delle sue grandi capacità e gli offra una moto competitiva. Per lui SBK o GP non fa differenza, l’importante è gareggiare. Purtroppo però nel motociclismo attuale il talento e la determinazione non bastano più ed è più importante avere degli sponsor e magari un manager che vada in televisione a decantare le presunte doti del suo assistito. Lui però non demorde e chi ama lo sport motociclistico spera che alla fine il suo sogno si possa avverare.
Cosa ti è successo domenica a Misano?
«Una gran sfortuna. Nel giro di ingresso in pista la moto andava benissimo. Poi l’ho spenta e…non si è più accesa. La pompa della benzina ha deciso di smettere di funzionare e la mia gara è finita prima ancora di iniziare. Mi è dispiaciuto molto perché sono stato veloce per tutto il weekend ed i tempi li avevo fatti da solo. Avrei potuto fare un ottimo risultato sull’asciutto, ma anche sul bagnato, dove mi sono sempre trovato a mio agio».
Qualcuno ha pensato male. Potevi arrivare davanti agli ufficiali.
«Nessun complotto (ride). Alla fine purtroppo ci abbiamo rimesso tutti. Il team aveva fatto un grande lavoro per tutto il weekend ed eravamo pronti a dare il massimo anche in gara. Purtroppo le moto sono fatte di molti componenti ed uno di questi ci ha tradito proprio sulla griglia di partenza. Ormai me ne sono fatto una ragione e spero solo di avere qualche altra occasione per dimostrare quello che poso fare. Cercherò di rifarmi già qui a Jerez anche se dovrò adattarmi alla Panigale ed alle Pirelli».
Pirelli in Superbike, Michelin nel CIV e Bridgestone in GP. Un compito davvero difficile.
«Il difficile è trovare ogni volta quale sia il limite delle gomme, cambiando spesso moto e tipo di pneumatici. Riesco a arrivare in fretta ad un buon livello, ma poi in poco tempo devo anche trovare il limite e qui viene la parte più complicata. Si non è facile».
La tua grande abilità di andare forte con vari tipi di gomme e di moto deriva dalle tue molte esperienze passate?
«Forse si. In passato ho corso in 125, in Stock 1000, in Supersport e in Moto2. La cosa positiva è che sono stato tra i più veloci in tutte le categorie nelle quali ho corso. Ora però per fare il salto di qualità, bisognerebbe dare continuità al mio lavoro e concentrarsi su una sola classe. Io non sono mai stato un pilota con la valigia (sponsor) e quindi mi sono spesso dovuto adattare, cercando di sfruttare le opportunità che mi si sono presentate. Non ho mai potuto fare più di un anno con lo stesso team, la stessa moto e le stesse gomme e quindi ho fatto di necessità virtù. Mi resta il dubbio di cosa avrei potuto fare se avessi dato continuità a qualcuno di questi progetti».
Valigia o non valigia ora è difficile non accorgersi di cosa stai facendo.
«Forse oltre alla valigia mi è anche mancato un manager che mi potesse aiutare a trovare la moto ed il team giusti. Però la vita è fatta di opportunità. Io spero di averne qualcuna e lavoro duro per farmi trovare pronto nel caso si presentasse. Mi sto impegnando al massimo e non credo di poter fare più di quanto sto facendo. Poi spetta agli altri, ai team manager decidere se darmi o meno la possibilità di correre una stagione intera. Io sono comunque felice ed orgoglioso di fare parte della grande famiglia Ducati e se qualcun altro crederà in me, allora valuterò ogni possibilità».
Si è fatto vivo qualcuno?
«Per ora no. Ho ancora un anno di contratto come tester, ma per ora non mi pongo il problema. Dopo Jerez spero di fare anche Magny Cours e forse il Qatar. A Ottobre ho anche l’ultima gara del CIV. Sono in testa alla classifica e voglio laurearmi campione italiano Superbike. Molti impegni significano molte possibilità di mettermi in luce».
Non ho preferenze tra GP e Superbike. La cosa importante è trovare un’azienda che creda in me
Dove preferiresti correre? Superbike o MotoGP?
«Mi piacerebbe fare una stagione completa con un’azienda ed una squadra che mi supporti al 100%. Non ho preferenze tra GP e Superbike. La cosa importante è trovare un’azienda che creda in me e con la quale mettere a frutto il mio lavoro. Ovviamente spero che questa azienda sia la Ducati, ma qualora ci fossero altre possibilità concrete ed interessanti le valuterei. Però ora la mia priorità è la Ducati».
Superbike e MotoGP. Due mondi diversi
«Ogni campionato ha le proprie difficoltà. In GP le moto sono molto performanti ed i piloti sono molto competitivi, ma anche in Superbike ci sono molte case ufficiali ed i piloti veloci non mancano di certo. In entrambi i campionati se vuoi vincere devi dare il 110%. Sono due realtà difficilmente comparabili. Ovviamente la MotoGP ha un maggior seguito di pubblico, ma in tutti e due i campionati il livello dei piloti è molto alto».
A Misano Superbike ti hanno chiamato il sabato ed in gara hai ottenuto due ottavi posti.
«Avevo programmi diversi per quel weekend, ma mi hanno telefonato venerdì pomeriggio chiedendomi di correre il sabato. Sono stato catapultato in un mondo che non conoscevo. Senza aver mai utilizzato le Pirelli ho chiuso il mio primo turno al sesto posto, qualificandomi per la Superpole 2. In Superpole non ho sfruttato la gomma da tempo che non avevo mai usato prima ed ho ottenuto solo la decima posizione. Pur partendo dalla quarta fila ho chiuso entrambe le gare all’ottavo posto».
E ora cosa ti aspetti dalle due gare di Jerez?
«La pista di Jerez la conosco bene e mi piace. Cercherò di lavorare subito al meglio con il mio team per essere competitivo. Se riuscirò a guidare come mi piace, penso di poter stare con i migliori. Per me che devo imparare questa categoria è importante stare con quelli bravi. Ma la cosa importante è che io riesca a partire (ride)».