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Chaz Davies e la Ducati hanno interrotto il predominio di Rea dando un poco di speranza agli inseguitori del nord irlandese, che comunque torna dal Motorland Aragon con 45 punti nel carniere e con una classifica che gli sorride sempre di più.
I suoi avversari sono soggetti ad alti e bassi mentre lui su sei gare ne ha vinte quattro e nelle altre due ha concluso al secondo posto.
In Aragona abbiamo finalmente rivisto una Ducati sul gradino più alto del podio. La Casa italiana che per anni aveva dominato il mondiale Superbike era ormai in crisi di astinenza, tanto che dopo la trasferta thailandese erano stati in molti a parlare di crisi. Invece Davies ha rotto l’incantesimo negativo ed ha scritto il suo nome nella storia della Casa di Borgo Panigale, per aver portato per la prima volta alla vittoria nel mondiale la tanto discussa Panigale. Nella giornata color rosso Ducati, la Kawasaki non ha certo sfigurato, dimostrando di essere la moto più completa del lotto e anche in gara due avrebbe portato i suoi due piloti sul podio senza quel brutto high side che ha escluso Sykes, non solo dalla gara ma probabilmente anche dalla lotta per il titolo.
Ducati e Kawasaki in Paradiso, Aprilia in purgatorio, Honda e Suzuki negli inferi. La casa di Noale ha trascorso un weekend difficile, illuminato solo dalla Superpole di Haslam, tanto che in gara uno abbiamo visto per la prima volta quest’anno, un podio senza l’inglese dell’Aprilia, che resta comunque per Rea il più serio contendente al titolo. La Honda si aggrappa al talento acerbo di VD Mark, ma l’ottava e la nona posizione stanno strette al team Pata Honda. Per loro fortuna tra pochi giorni si corre ad Assen, a casa Ten Kate.
Buio pesto in casa Suzuki che non ha mai centrato la top ten. Urgono cambiamenti. Le gare hanno portato un po' di luce nel box MV, catastrofico in prova, ma sempre a punti nelle due manche, anche grazie alla grinta di Camier. Canepa cerca sempre di domare la EBR ma inizia ad essere stufo di rischiare ogni volta che scende in pista. I problemi sono stati identificati, ma ora devono essere risolti.
Aria nuova in casa BMW con Badovini che in pochi giorni ritrova un grande feeling con il suo team e trova il bandolo della matassa, per sbrogliare una situazione che stava diventando problematica.
Lo strano calendario della Superbike prevede ora un’altra gara già domenica prossima ed i camion delle squadre sono in viaggio per Assen. La pista dove Rea negli ultimi anni ha raccolto tre vittorie ed un secondo posto. Visto il clima che solitamente caratterizza l’Olanda possiamo dire che “piove sul bagnato”?
Chaz Davies – voto 10
Estremamente professionale, silenzioso ed educato, il gallese non entusiasma le folle, ma chi non si ferma alle apparenze sa che stiamo parlando di un grande pilota, che nella sua carriera ha corso in tutte le categorie ed in tutti i campionati ed ora mette a frutto la sua esperienza e le sue capacità. Si rialza alla grande dalle due cadute tailandesi e scrive il suo nome nell’albo d’oro Ducati. Ci prova con grinta in gara uno e nella seconda compie un vero capolavoro. Eroe bicilindrico.
Jonathan Rea – voto 9,5
In gara uno doma un irruente Davies, che nella seconda gli nega la doppietta. Su 150 punti disponibili ne ha conquistati 140. Quando gli va male arriva secondo. Il pilota più forte sulla moto più completa. Terminator.
Leon Haslam – voto 8
La sua RSV4 non gradisce il Motorland e non lo aiuta come fa di solito. Per la prima volta in questa stagione non sale sul podio (gara 1) e nella seconda è favorito dalla caduta di Sykes. Però proprio quando le cose non girano al massimo Leon dimostra maturità e sangue freddo. Porta a casa il massimo risultato possibile. Ragioniere.
Tom Sykes – voto 6,5
Lo tradisce la sua tremenda voglia di tornare alla vittoria. Nella prima gara abbiamo rivisto il Tom di alcuni anni fa, che partiva come un missile per poi calare nel finale assieme alle sue gomme. Nella seconda è stato vittima di un brutto high side che per fortuna non ha avuto conseguenze fisiche. Settantacinque punti da recuperare dopo tre round sono un macigno sulle sue ambizioni di conquista del titolo. Sull’orlo di una crisi di nervi?
Jordi Torres – voto 6
Mr.Quartoposto (4 su 6 gare) sente la pressione derivante dal correre in casa, davanti al suo pubblico. Ci aveva sempre detto che quella di Aragon sarebbe stata una pista difficile per lui, che deve ancora prendere le misure alla SBK ed all’Aprilia. C’è chi ci ha messo sei mesi per vincere con la RSV4 e quindi diamogli ancora qualche round, per vedere se sta imparando davvero. Studente.
Xavi Fores – voto 7
Sa che questa potrebbe essere l’occasione della vita, ma non cerca di strafare. Si mette al lavoro assieme ai suoi tecnici ed impara in fretta a capire la Panigale in versione cattiva. Nessuno fa miracoli e tantomeno Xavi, che però ci mette l’anima. Farà ancora meglio ad Assen.
Nico Terol – voto 6
Nemmeno la sua pista di casa gli fa fare quel salto di qualità che tutti si aspettano da lui. Onesto pedalatore, lo spagnolo raccoglie un settimo ed un decimo posto. Se ci sei batti un colpo.
Leandro Mercado – voto 7
Tati ci piace sempre di più. Ormai lotta stabilmente nel gruppo dei primi inseguitori. In gara uno è ottavo e nella seconda da spettacolo, assieme al gruppo selvaggio composto anche da Salom, VD Mark e Badovini. Bravo lui e bravo il team Barni. Da tenere d’occhio.
Sylvain Guintoli – voto 5,5
Non merita un’insufficienza più grave perché la Honda su questo tracciato andava proprio male. Però perde il duello (a distanza) con il suo compagno di squadra. Com’è lontana Noale.
Michael VD Mark – voto 6
Nella prima gara rimonta da dodicesimo ad ottavo, prima che la sua CBR lo lasci a piedi. Nella seconda si diverte a fare a chi stacca per ultimo con Salom, Mercado e Badovini. Alla fine è furioso perché è terzo del gruppo. Corre sopra i problemi grazie ad un indubbio talento.
David Salom – voto 6,5
Perde il primo turno del venerdì per problemi elettronici, ma poi recupera in fretta. Si deve ritirare in gara 1 mentre nella seconda lotta nel gruppo dei ragazzini terribili e li beffa tutti nel finale.
Alex Lowes – voto 5
Nella prima manche praticamente non parte nemmeno. Nella seconda fa un dritto al primo giro e poi rimonta senza troppo ardore sino al quattordicesimo posto. I problemi della sua Suzuki gli stanno togliendo la voglia di lottare.
Ayrton Badovini – voto 7,5
Ritorna nel “suo” box e chiede: “dove eravamo rimasti”? Senza nulla togliere al suo predecessore, Ayrton inizia a lavorare con metodo sulla nuova S 1000 RR ed i risultati sono evidenti già in Superpole. Peccato per la caduta in gara 1 e per un problema tecnico che in gara due gli nega un possibile sesto posto. Ma ad Aragon per il team BMW più che i risultati contava invertire la tendenza. E così è stato.