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Chi può fermare Rea? Dopo soli quattro round e otto manche disputate siamo già a chiederci se Johnny ha ucciso il campionato o se c’è qualcuno che potrà quanto meno mettere in discussione il suo primato. Un primato che il nordirlandese deve ovviamente condividere con la Kawasaki che gli ha messo a disposizione la moto più completa ed equilibrata, in grado di andar forte su tutti i circuiti. Solo con Rea però, perché, dopo i due quinti posti olandesi, Sykes è ad un passo dalla crisi.
Così come ad Aragon la Ducati di Davies è stata la moto che più si è avvicinata a Rea, ma se ad Aragon la Panigale era riuscita a superare la Ninja, qui ad Assen il gallese non ha mai superato il leader del mondiale. Da Imola però la Casa italiana potrà schierare la sua squadra al completo, con la speranza che tra poche gare Giugliano possa affiancare Davies nel ruolo di anti-Rea. Lo speriamo in quanto italiani e anche perché siamo preoccupati all’idea che un campionato mondiale Superbike possa dirsi deciso dopo soli quattro o cinque round.
Le Aprilia fanno fatica a tenere il passo di Kawasaki e Ducati e ad Assen nessuno dei piloti della casa di Noale è salito sul podio. Haslam è sempre secondo in classifica, ma le gare del TT Circuit Van Drenthe hanno chiarito che la RSV4 modificata secondo i nuovi regolamenti non è più la moto da battere.
L’averla dovuta avvicinare alla produzione di serie l’ha portata ad essere molto competitiva in Superstock (dove l’ottimo Savadori comanda il campionato con un primo ed un secondo posto), ma meno performante in Superbike, dove in alcuni circuiti appare in difficoltà.
Vd Mark regala una boccata d’ossigeno alla Honda. In mancanza di un aiuto concreto da parte della HRC, il team Pata Honda Ten Kate che sino allo scorso anno metteva a frutto il talento di Rea, ora deve sperare nella crescita del giovane olandese, ma ad Assen ci si corre una volta sola.
Dietro alle case che da sempre animano il mondiale delle derivate dalla serie, fa capolino la MV. La F4 che l’anno scorso ha costretto al ritiro Claudio Corti, è stata rivitalizzata dalla professionalità di Leon Camier e dagli ingegneri della Marelli che hanno dotato la moto italiana di una nuova elettronica.
Anche la Suzuki da alcune gare utilizza l’elettronica della Casa italiana, ma per ora non si vedono grandi miglioramenti, tanto che assieme all’abulico De Puniet sembra essersi smarrito anche il promettente Lowes. Con Badovini la BMW ha girato pagina, ma non essendo riuscita a sfruttare i test invernali e le prime quattro manche del Mondiale, la squadra italo/tedesca sarà costretta ad una stagione tutta in salita.
E’ invece completamente buio il futuro del team EBR che può contare (o almeno così sembra) sull’aiuto economico dello sponsor indiano Hero, ma non più sull’azienda americana che gli forniva moto e ricambi. Siamo davanti ad un bivio: cambiare moto o chiudere i battenti?
E per finire non possiamo non parlare dei 55,.000 spettatori di Assen. Vedere quasi piena la tribuna che dall’ultima variante arriva sin quasi alla fine del rettilineo d’arrivo è stato uno spettacolo bellissimo, così come poter ammirare i parcheggi stracolmi di moto.
Ma allora gli autodromi si possono riempire anche in Europa e non solo in Asia!
Jonathan Rea – voto 10
Stiamo finendo gli aggettivi. In testa dall’inizio alla fine in gara uno, nella seconda cambia gomma e tattica, amministrando sino a pochi giri dalla fine quando decide di rompere gli indugi ed andare a cogliere la sua sesta vittoria stagionale. Fa quello che vuole. Unstoppable.
Chaz Davies – voto 9
E’ in stato di grazia. La sua prima vittoria con la Panigale lo ha galvanizzato ed è l’unico che riesce a tener testa a Rea. La sua squadra lo aiuta con una buona messa a punto e con una perfetta scelta degli pneumatici. Non commette errori e in classifica fa sentire il fiato sul collo ad Haslam.
Michael VD Mark – voto 9
Che la Honda non sia un missile lo sappiamo, ma il round di casa mette le ali al giovane olandese, che da spettacolo con manovre e sorpassi da mani nei capelli. Che grinta. Rischia molto, ma alla fine sale due volte sul podio. Degno sostituto di Rea sulla CBR e rivelazione del campionato.
Leon Haslam – voto 7
Probabilmente ad Assen non poteva fare più di quello che ha fatto. La sua RSV4 non è perfetta e lui porta a casa più punti possibili. E’ ancora secondo ma ora Rea è a più 50. In gara due perde il duello con lo sfrontato VD Mark, ma la sua gomma anteriore era sulle tele.
Tom Sykes – voto 6,5
Sembra caricato a molla. Parte forte per poi spegnersi nel finale, quando in pochi giri passa dal primo al quinto posto. Nel dopo gara dichiara che ora sa dove intervenire sulla moto e che tra poco la musica cambierà. Lo speriamo. Certo ormai per lui il campionato è andato.
Jordi Torres – voto 6
In Olanda Jordi non getta mai il cuore oltre l’ostacolo e ottiene due sesti posti. Non è che il suo più esperto compagno di squadra abbia fatto molto meglio e quindi gli diamo la sufficienza. In attesa che tiri fuori gli attributi.
Sylvain Guintoli – voto 5
Nemmeno sul circuito di casa del suo team il campione del mondo riesce a vedere gli scarichi dei piloti di testa. Parte nono e chiude ottavo. Difficile giustificare due prove anonime quando il suo compagno di squadra sale due volte sul podio.
Javier Fores – voto 6
Forse due soli round per imparare a vincere con la Panigale sono troppo pochi per Xavi, che dopo Assen ringrazia per la possibilità che gli è stata concessa e ritorna nel suo campionato IDM. Meriterebbe una moto (anche non ufficiale) per un intero campionato.
Alex Lowes – voto 5,5
Weekend difficile per l’inglesino che però ce la mette tutta. Il suo team sta lavorando alla nuova elettronica, ma per ora sono solo problemi (freno motore). Se non si perde nei meandri della sua centralina potrà tornare a mettere in mostra le sue qualità. Che non sono poche.
Leon Camier – voto 7
La ECU della Marelli sta cambiando la stagione dell’inglese della MV, che ad Assen conquista per due volte la top ten, con la stessa moto che l’anno scorso sembrava un cancello. Al pensiero che prima o poi arriverà la nuova F4 i tifosi della casa di Schiranna iniziano a sognare.
Ayrton Badovini – voto 7
Stare fermo per otto mesi e poi disputare due round Superbike in 10 giorni gli ha causato un infiammazione al braccio destro, che gli ha impedito di esprimersi al massimo. Ha già preso le misure alla S 1000 RR e si era affacciato nelle prime sei-sette posizioni prima che il braccio lo rallentasse. Lo aspettiamo a Imola dove è sempre andato forte.