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La Lombardia è senza dubbio la regione più colpita dal coronavirus, ma per fortuna la provincia di Mantova ha risentito meno delle gravi conseguenze della pandemia. Lucio Pedercini è a Volta Mantovana, a metà strada tra Mantova ed il lago di Garda, nel suo paese natale, dove ha sede il suo team. Una struttura creata a suo tempo dal padre Donato, per consentirgli di correre. Lucio ha corso sino al 2006, conquistando due titoli italiani Superbike nel 2001 e nel 2002 e, come lui stesso dice in questa intervista, vedendosi sfuggire il terzo nel 2003 per mera sfortuna. Ma Pedercini non ha corso solo nel CIV ma soprattutto in MotoGP quando si chiamava 500 e lo ha fatto inizialmente con la mitica Paton del compianto Giuseppe Pattoni. Dopo sei anni di GP ha deciso di passare in Superbike, dove è rimasto per nove anni, sino a quando ha deciso di saltare dall’altra parte del muretto per gestire assieme al padre la sua squadra.
Pur con tutte le difficoltà che una squadra privata deve superare, il team Pedercini si è sempre distinto per la sua serietà ed è diventato uno dei team storici del mondiale delle derivate. Dopo un buon 2019 quest’anno il team di Volta Mantovana ha rischiato di non partecipare al mondiale. Sarebbe stato la prima volta dal 1992 per Lucio che, prima come pilota e poi come team manager, non ha mai saltato un solo round, che fosse in GP o in SBK. Inattesi problemi con il main sponsor hanno fatto si che a poche settimane dall’inizio del campionato il team Pedercini non potesse affrontare la stagione agonistica 2020. Grazie alla testardaggine di Lucio, all’aiuto di alcuni sponsor ed all’intervento diretto della Kawasaki, il miracolo è avvenuto e Sandro Cortese, ingaggiato poco prima di partire per l’Australia, ha corso a Phillip Island con la Ninja della squadra italiana.
Una bella storia, che siamo certi proseguirà anche in futuro, quando squadre e piloti potranno finalmente ritornare in pista.