Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Jonathan Rea non è solo un grande campione, ma anche una persona con molti valori morali ed buon padre di famiglia. In tutti questi anni di Superbike ci siamo incontrati spesso per le interviste dopo le prove o le gare, ma anche più semplicemente nel paddock, dove non abbiamo parlato solo di moto, ma anche di figli e delle nostre famiglie. Non ci sentivamo dalle gare australiane e quindi ho provato a telefonargli per sapere come stesse passando la sua quarantena e soprattutto cosa pensasse di questo periodo così difficile, a causa di un virus che ha colpito il mondo intero ed è stato come sempre gentile e disponibile.
Come stai vivendo questo periodo così difficile? Com’è la situazione li da te?
"Sono a casa mia nel Nord dell’Irlanda, in campagna, con tutta la mia famiglia e con molto spazio a disposizione. E’ una fortuna avere uno spazio esterno dove i miei figli possono correre e giocare. Per quanto mi riguarda, la legge mi consentirebbe di uscire per allenarmi, ma ho una piccola palestra con tutto ciò che serve, compresa la bicicletta sui rulli e quindi esco molto poco. E poi a tenermi davvero allenato ci pensano i miei figli. Con due bimbi piccoli in casa io sono sempre impegnato. Non stanno mai fermi. A parte gli scherzi posso dire di non essermi mai allenato tanto come ora, perché nel corso della stagione non abbiamo tutto questo tempo a disposizione per l’allenamento, in quanto siamo spesso in giro per le gare o i test. Di conseguenza mi presenterò alla ripresa dell’attività con le batterie completamente cariche."
Come hai spiegato ai tuoi figli quello che sta succedendo e che devono stare in casa? Come hanno reagito?
"Sono stati molto bravi ed hanno capito. Sanno che c’è un virus che può colpire chiunque, e quindi anche loro devono stare in casa, al riparo dal contagio. Sotto un certo punto di vista è una prova importante per loro, anche perché imparano a rispettare le regole. Non solo quella di non poter uscire, ma ad esempio anche di lavarsi spesso le mani e di prendere altre precauzioni. Certo non è facile per loro, e nemmeno per noi che non sappiamo più cosa fare per farli divertire e per tenerli impegnati. Ovviamente stanno continuando a studiare e per aiutarli io e mia moglie ci alterniamo per Fargli fare i compiti, un giorno a testa. Inoltre la sera ci aiutano a fare da mangiare, per cui hanno sempre qualcosa da fare."
Tua sorella è infermiera ed è in prima linea nella lotta al virus. Un orgoglio ma anche una preoccupazione.
"Penso che mia sorella sia allo stesso tempo sfortunata e fortunata. Sfortunata perché non ha potuto finire completamente i suoi studi universitari e non ha potuto festeggiare con gli amici e con la sua famiglia la sua laurea e tutti gli sforzi fatti nello studio. Fortunata perché sta facendo un esperienza incredibile ed ha la possibilità di aiutare tante persone. Può stare vicina agli ammalati e contribuire alla loro guarigione, ma allo stesso tempo è lei stessa a rischio di essere contagiata. Prego per lei."
Come vedi il “dopo virus”? La nostra vita sarà diversa?
"Senza dubbio la nostra vita sarà diversa e sono convinto che apprezzeremo di più cose che ci sembravano scontate, banali. Ora che sono chiuso in casa penso a come sarebbe bello salire su un aereo e raggiungere Misano, andare in spiaggia e poi il giorno dopo correre in pista. Cose che sino allo scorso anno erano quasi routine. Questo periodo così strano e difficile ci fa comprendere ancora di più quale sia l’importanza della famiglia e degli affetti. Noi siamo fortunati perché siamo tutti e quattro assieme, io mia moglie ed i miei bambini, e quindi ceco di sfruttare questa occasione per passare tanto tempo con loro, che crescono così in fretta."
C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi tanti tifosi sparsi nel mondo?
"Cercate di essere sempre positivi, anche in questi momenti così difficili. So che c’è gente che soffre, che ha perso i propri cari, ma spero che abbiano tutti la forza di lottare e di reagire. La vita ci mette spesso di fronte a delle difficoltà, ma le dobbiamo superare. Ora l’importante è restare sereni, mantenere la calma. Ogni giorno io preparo una breve lista di quello che dovrò fare il giorno successivo. Piccole cose, come tagliare l’erba o aiutare i miei figli con i compiti. E’ importante restare attivi e mentalmente impegnati. Ai miei tifosi ed ai motociclisti voglio anche dire che spero di rivederli al più presto in pista, perché le moto e le gare mi mancano tantissimo. Mi manca l’adrenalina delle gare, la vita del paddock, stare assieme alla mia squadre e soprattutto vincere!. E quindi prometto loro che quando riprenderemo il campionato sarò prontissimo e più determinato che mai."