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Rea è solitamente riservato e difficilmente parla dei fatti propri. La presenza del suo manager Chuck Aksland qui a Phillip Island ha scatenato una serie di ipotesi, alcune possibili ed altre del tutto fantasiose circa il futuro di Johnny. Ovviamente quando ci si deve sedere ad un tavolo per una trattativa importante è meglio che in giro si parli il più possibile di eventuali alternative, e di conseguenza non sarà certo Rea a smentire le voci che circolano nel paddock della Superbike.
A chi gli domandava del suo futuro ha risposto: “Siamo solo a febbraio, ma quando sarà il momento prenderò la decisione più utile per me”. Un messaggio forte e chiaro rivolto alla Kawasaki: non è detto che resti con voi.
E non si parla solo di soldi, ma soprattutto di competitività delle moto. Lo scorso anno la Ducati ha messo in campo una moto derivata dalla GP che ha alzato l’asticella ed ha dominato l’inizio della stagione. Quest’anno la Honda ha deciso di rientrare in Superbike in modo ufficiale e con una nuova moto gestita da HRC. E la casa di Akashi che intenzioni ha? Si vocifera di una Ninja completamente nuova per il 2021, ma a Rea non bastano i rumors e vuole delle certezze. In caso contrario porte aperte alle varie proposte.
Il futuro del nordirlandese è legato alla Superbike. Rea è un uomo ambizioso ma anche molto intelligente e quindi sa benissimo che a 33 anni compiuti è praticamente impossibile che possa diventare un pilota vincente in MotoGP dove oltre ad una moto ufficiale gli servirebbero alcuni anni prima di poter competere ai massimi livelli. Johnny ha vinto cinque titoli mondiali consecutivi, ha battuto ogni possibile record ed ha portato la Kawasaki sul tetto del mondo. Come è già successo ad altri campioni, il suo obiettivo ora potrebbe essere quello di dimostrare di poter vincere anche con un'altra moto, che non sia la Ninja. Ovvio pensare a Ducati, nel caso che Redding non riuscisse a riportare a Borgo Panigale quel titolo che manca da ormai undici anni, ma si affaccia anche un’altra ipotesi, rivolta al futuro ma legata al passato del pluricampione del mondo.
Se la nuova CBR si dimostrasse vincente, ma Bautista dovesse fallire come è già successo con la V4, potrebbe essere la Honda a bussare alla porta del cinque volte campione del mondo. Chi ai tempi non ha creduto nelle capacità di Rea non fa più parte dei vertici della casa giapponese ed i rapporti tra il nordirlandese e la Honda sono tornati ad essere amichevoli. Quale stimolo migliore se non quello di dimostrare non solo di potersi confermare campione con una moto diversa dalla Kawasaki, ma anche di riportare al successo una casa che non ha più vinto in Superbike da quando lui se n’è andato?