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Sandro Cortese è forse uno dei piloti più sottovalutati. Due volte campione del mondo, in Moto3 nel 2012 ed in Supersport nel 2018, il pilota italo tedesco ha sempre dimostrato di poter andare forte in qualsiasi categoria, avendo corso in 125, Moto3, Moto2, Supersport ed ora in Superbike. L’aver debuttato nel mondiale con la 125, categoria nella quale è rimasto per sette anni, ha certamente contribuito alla sua maturazione, permettendogli di sapersi adattare presto alla Moto3, visto che ha vinto nel primo anno delle 250 a 4 tempi. Il passaggio dalla minima cilindrata alla Moto2, poi, è stato quasi obbligato, ma nella categoria di mezzo Sandro non è riuscito ad esprimere il suo potenziale (tre terzi posti in quattro anni) e quindi ha pensato bene di traslocare in Supersport nel 2018.
Una scelta indubbiamente corretta e vincente, visto che Cortese si aggiudica il titolo mondiale nell’anno del debutto, piegando la resistenza di Mahias, Cluzel e Krummenacher, oltre che del compagno di squadra Caricasulo. Un solo anno nella 600 per poi passare alla Superbike, con il team GRT e con Melandri quale compagno di squadra. “Marco mi ha insegnato molto” – afferma Sandro nella nostra intervista – ma sia io che il team eravamo al debutto”. Una stagione complicata, nella quale Cortese ha dimostrato di poter andare forte in prova, ma non è mai riuscito a mettere insieme la gara giusta, e alla fine ha terminato al dodicesimo posto della classifica. La Yamaha prosegue nella sua politica dei giovani, ed il suo posto e quello di Melandri vanno a Caricasulo e Gerloff, così per Cortese sembra non esserci più posto in Superbike: sostituisce Camier sulla Ducati del Barni Racing Team nei test di Jerez e Portimão, ma nulla di più.
Ma quando tutto sembra perduto, ecco la chiamata di Lucio Pedercini, che in due settimane riesce a mettere insieme un team, giusto in tempo per prendere l’aereo per l’Australia. Nonostante sia ancora tutto da rodare, nel primo round Cortese e la sua squadra non sfigurano di certo. Il weekend dell’italo tedesco è in crescendo, tredicesimo in Gara-1, undicesimo nella Superpole race, ed infine nono in Gara-2. Dopo un buon inizio, Sandro spera di poter ripartire al più presto, dichiarandosi soddisfatto della squadra e del potenziale dimostrato dalla sua Kawasaki.