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Nicolò Bulega si può considerare un predestinato che però, a un certo punto della sua seppur giovanissima carriera, ha rischiato di vedere andare tutto in fumo.
Dal 2012 al 2015, vale a dire da quando aveva dai 13 ai 16 anni, ha vinto tutto quello che poteva vincere, dal Campionato Italiano Pre GP 125 2T a quello a 4T sino a quello di Campione del CEV Moto3.
A quel punto il salto nel mondiale sembrava quasi obbligatorio e nel 2016 è entrato nello Sky Racing Team VR46, una squadra che rappresentava il sogno di ogni giovane pilota. Una stagione chiusa al settimo posto, un’altra al dodicesimo e poi l’inizio di un lento declino. Dopo il ventitreesimo posto nella Moto3 del 2018, Nicolò passa in Moto2, ma i risultati non arrivano e nel 2020 lascia l’Accademy più famosa d’Italia per passare al Team Gresini.
Due anni da dimenticare, con pochi punti e nessun podio. Ma come si suol dire bisogna toccare il fondo per poter risalire e Bulega la sua risalita la inizia cambiando paddock e passando a quello delle derivate. Ad accoglierlo è il team Aruba.it Racing Ducati che punta forte su di lui per il mondiale Supersport, in un progetto a lungo termine che ha la sua logica conclusione con una promozione nella squadra Superbike. Il resto è storia recente.
Lo scorso anno la Panigale V2 è inizialmente penalizzata dal regolamento ed il nostro pur salendo per nove volte sul podio chiude solo al quarto posto. Nel 2023 la musica è completamente diversa e ora che mancano ancora tre gare al termine i numeri dicono 14 vittorie, 18 podi, 10 giri veloci e 9 pole position, ma soprattutto 90 punti si vantaggio sul rivale di sempre Stefano Manzi. Con la vittoria odierna Bulega si è laureato campione del mondo Supersport, terzo italiano dopo Paolo Casoli ed Andrea Locatelli.
Un trionfo annunciato da qualche settimana, che non ha però evitato che qualche lacrima andasse a bagnare le imbottiture del suo casco, una volta tagliato il traguardo.
“Quando sono arrivato in questo paddock non mi stavo più divertendo a correre. Qui sono stato accolto benissimo e mi sono trovato subito bene anche sulla moto. Per il mio carattere sentirmi un po' il leader del progetto Ducati in Supersport mi ha motivato molto e anche per questo ci tenevo tanto a vincere questo campionato. Non sono state tutte rose e fiori. Lo scorso anno non guidavo bene come ora e anche la moto non era ancora del tutto a posto. Abbiamo lavorato molto e durante l’inverno mi sono allenato come non avevo mai fatto, proprio perché volevo diventare campione del mondo Supersport e ora che ci sono riuscito sono contento, perché stiamo finalmente raccogliendo il frutto di tanto lavoro”.
Non sono stati momenti facili quelli trascorsi in Moto2
Quando i risultati non arrivano e vivi male la tua passione ed il tuo lavoro anche la vita privata ne risente. Io però ho sempre cercato di capire dove potevo migliorare. Certo cambiare aria e campionato è stato determinante per la mia uscire da quel periodo, così come lo è stato il circondarmi di persone nelle quali avevo fiducia e che io stimavo.
Come è stato il tuo primo impatto con il mondo della Supersport?
Il primo impatto è stato subito positivo, anche perché sapevo che mi avrebbe fatto bene cambiare aria. Ero arrivato al punto di non divertirmi più a correre, ma la fiducia che il team Aruba mi ha dimostrato è stata determinante. Far parte di un progetto importante mi ha stimolato e motivato a dare quel qualcosa in più. Inoltre sapevo che questa era la mia ultima possibilità per continuare ad essere un pilota professionista e quindi ho cercato di non farmela sfuggire, dando sempre il massimo e cercando di non sbagliare niente.
Anche nella passata stagione però hai vissuto un momento non facile
E’ vero. Ho attraversato un momento non facile che però è stata la chiave di svolta della nostra stagione, tanto che ora non so se avrei vinto il titolo senza quel periodo. Quando ho iniziato a prendere paga dalle altre Ducati mi sono fermato e mi sono detto: “Così non va. Questo non è possibile”. La squadra si è impegnata tanto ed io ho lavorato il doppio. Forti di quella esperienza quest’anno non abbiamo tralasciato nessun aspetto, nemmeno quello che ci avrebbe potuto far migliorare dello 0,05 % perché sapevamo che alla fine anche quello poteva fare la differenza.
Sei cresciuto come pilota e come uomo
A farmi maturare e crescere sono state tutte le mie esperienze precedenti. Prima accettavo un po tutto, anche i risultati o gli aspetti non proprio positivi, mentre ora se qualcosa non gira per il verso giusto mi arrabbio come una bestia. Sono diventato più pignolo e perfezionista.
Qualche lacrima è scappata …..
Dopo aver tagliato il traguardo ho pianto perché quando passi dei momenti difficili e poi arriva un risultato come questo, sai di portare felicità oltre che a te stesso anche alle persone che ti circondano, e che ti hanno aiutato nei momenti difficili della tua vita e della tua carriera. Devo ringraziare tutti i ragazzi della mia squadra, il mio preparatore atletico, il mio manager ma soprattutto la mia ragazza, che mi è stata sempre tanto vicina.
Quando sei arrivato qui avevi anche perso un poco di fiducia nelle tue capacità?
Avevo perso un poco di fiducia nelle mie capacità di pilota. Sapevo di poter essere un pilota forte e veloce, ma non riuscivo ad esprimersi con costanza e a tirare fuori tutto quello che gli altri si aspettavano da me. Ho cambiato molto, compreso il mio preparatore atletico che ringrazio tanto. Ora mi sento molto bene, con la moto ma anche mentalmente, sono sereno e consapevole della mia forza. Stamattina in qualifica mi sono accorto che ne avevo dietro una decina che aspettavano di farsi tirare. Gli ho fatto cenno di seguirmi perché sapevo di poterli staccare tutti. Mi sono messo a spingere forte ed ho ottenuto la pole position con mezzo secondo di vantaggio.
Hai solo un mese di tempo per festeggiare. Poi arriva la Superbike.
Questo è stato solo l’inizio. Da qui dobbiamo ripartire per andare avanti ed iniziare un nuovo capitolo della mia carriera che affronto con molto entusiasmo. Non sarà facile ed avrò un compagno di squadra molto tosto, ma cercherò di imparare il più possibile da lui e dalla mia squadra.